Vette imbiancate protese verso il mare, borghi incantevoli dove il tempo si è fermato, parchi nazionali al cui interno l’uomo convive in armonia con la natura e con la fauna selvatica. Benvenuti in Abruzzo, una regione ancora tutta da scoprire perché qui, tra le province di L’Aquila, Pescara, Teramo e Chieti, il turismo di massa è del tutto ignoto. Soltanto il mare con le splendide spiagge dell’Adriatico – da quelle ampie e attrezzate della parte nord fino alle calette instagrammabili e ormai celebri della Costa dei Trabocchi a sud – è riuscito a richiamare un popolo di festosi villeggianti nel cuore dell’estate, con la complicità di una gastronomia regionale sempre più apprezzata per le sue carni, i formaggi e le ricette della tradizione. Per tutto il resto dell’anno, l’esperienza di un viaggio al centro dell’Italia – perché nel centro si trova l’Abruzzo – si rivelerà come una vera e propria immersione in un mondo autentico, alla scoperta di tradizioni, artigianato, spiritualità, storia e una cultura radicata sul senso di appartenenza degli abruzzesi a questa terra. Le dimore storiche abruzzesi sono attrezzate per offrire ai visitatori ospitalità, visite e gestione organizzata di eventi privati, dai team building alle cerimonie.
Il punto di partenza del nostro viaggio in Abruzzo è sul mare ed è una città d’importanza storica e artistica rilevante: si tratta di Ortona, borgo fortificato a picco sulla Costa dei Trabocchi, amato dai bagnanti per le sue spiagge (la più celebre è quella di Punta Ferruccio) e dai cicloturisti perché è facilmente raggiungibile percorrendo la magnifica pista ciclabile che costeggia l’Adriatico e offre la possibilità di scattare foto memorabili di viaggio eco sostenibile. Da non perdere la visita al Castello Aragonese, considerato il simbolo di Ortona con la caratteristica forma a trapezio e le quattro torri angolari di forma cilindrica, così come la Cattedrale di San Tommaso Apostolo dove sono custodite le spoglie del Santo “incredulo”, uno dei dodici apostoli di Gesù, e il palazzo storico più importante della città, Palazzo Farnese. Tra i luoghi d’interesse particolarmente apprezzati dal turista spicca la Passeggiata orientale con vista su tutta la costa.
Da Ortona, con un breve tragitto in auto, si raggiunge la prima dimora storica Adsi visitabile: si tratta di Convento Michetti, a Francavilla al Mare, ex convento francescano del XV° secolo oggi monumento nazionale. Porta il nome del pittore Francesco Paolo Michetti che lo acquistò nel 1885 per farne la sua casa-studio e per ospitare gli incontri del Cenacolo Michettiano del quale fecero parte Gabriele D’Annunzio, che qui scrisse il suo più celebre romanzo ovvero “Il Piacere”, e poi Matilde Serao con il consorte Edoardo Scarfoglio che fondò con lei Il Mattino di Napoli, il compositore e musicista Francesco Paolo Tosti e tanti altri uomini e donne di cultura dell’epoca. Abitato dagli eredi di Michetti, il Convento ospita eventi privati e culturali fino a 200 persone ed è Casa Comunale, quindi il luogo ideale per la celebrazione dei riti civili nel suo chiostro o nel suo giardino. La dimora è visitabile singolarmente o in gruppo previa prenotazione.
Per la pausa pranzo, l’indirizzo giusto è Bracevia, osteria con tanto di chiocciola Slow Food, famosa per gli arrosticini e le carni di pecora.
Superata Francavilla al Mare, già si intravede lo skyline di Pescara, principale centro della regione – ma è solo capoluogo di provincia, non di regione, titolo che spetta invece a L’Aquila – dove è bello trascorrere qualche ora percorrendo le vie commerciali del centro, visitando la casa-museo del poeta e scrittore Gabriele D’Annunzio, ammirando il nuovo simbolo della città ovvero il Ponte del Mare lungo quasi 500 metri e inaugurato nel 2009. Per chi avesse più tempo a disposizione, è bello passeggiare per il lungomare o vivere in simbiosi con la natura nel Parco D’Avalos, nota anche come la “Pineta dannunziana”.
L’ultima tappa di una giornata davvero piena è la dimora storica scelta come luogo di pernottamento. Si tratta di Convento di San Panfilo fuori le mura e si trova nelle prime colline pescaresi. La proprietà è ampia e comprende un’azienda agricola biologica dove si producono grano, vino, olio extravergine di oliva, e poi due importanti edifici storici come l’omonimo conventi dell’undicesimo secolo e la torre cinquecentesca detta De Sterlich. Aperta al pubblico da diversi anni con la possibilità di visitare la tenuta e di concludere l’esperienza con un wine tasting, da quest’anno Convento di San Panfilo ha potenziato l’offerta mettendo a disposizione dei turisti le camere e suites al primo e secondo piano. Da non perdere, prima di uscire per cena in una delle caratteristiche osterie presenti nei dintorni, il rito dell’aperitivo con uno dei vini prodotti dalla cantina del convento (a marchio Tenuta Pescarina) da degustare nel chiostro affrescato risalente al XIV secolo o nei giardini della dimora.
Ripartiamo dopo il pernottamento verso Chieti, capoluogo di provincia e nota come “La terrazza d’Abruzzo” per i panorami che si possono ammirare dalla città alta, con vista sulle vette imbiancate fino a tarda primavera della Majella e del Gran Sasso d’Italia e con lo sguardo che dalle sommità delle montagne può spaziare fin giù alla costa. Nel suo bel centro storico troviamo la Cattedrale di San Giustino, l’elegante Teatro Marrucino ma anche, per gli amanti dei dessert fatti a regola d’arte, il Gran Caffè Vittoria per degustare il suo iconico dolce “La Virgola”, preparato con la pasta del bignè ripiena di crema pasticcera, o in alternativa la Pasticceria D’Orazio famosa per il Dolcedor, detto anche Soffione di ricotta. E a chi al fascino dei dolci non sa resistere consigliamo una deviazione di circa mezz’ora per raggiungere Guardiagrele, altra meravigliosa terrazza da dove si può ammirare l’imponente massiccio della Majella ma che tutti i golosi conoscono per le Sise delle Monache, la cui tradizione è portata avanti con maestria dal pasticcere Emo Lullo. Ma Guardiagrele è anche uno dei centri nazionali di riferimento per l’arte del ferro battuto, con diversi atelier presenti nel centro storico. Non distante da questa località, inserita nel circuito dei borghi più belli d’Italia, si trova la cantina di Masciarelli, uno dei più celebri produttori di vino della regione, la cui sede principale è a San Martino sulla Marrucina, ma la vera Masciarelli-experience da provare è quella del Castello di Semivicoli, luogo deputato all’ospitalità, agli abbinamenti tra cibo e vino, alle esperienze estemporanee disegnate per gli appassionati dei grandi vini e dell’Abruzzo, tanto da meritarsi la definizione di “Pop up Château”. Restando a Chieti, in meno di un’ora di macchina lungo la strada regionale 5 si può raggiungere Sulmona, la capitale italiana dei confetti, patria del poeta Ovidio e sede di un monumentale acquedotto medioevale. Per chi vuole fare incetta di confetti, il negozio di Confetti Pelino (dal 1783 in attività) è il luogo giusto per lo shopping, ma a Sulmona troviamo anche una dimora storica aperta al pubblico: si tratta di Grancia dei Celestini, che è dove consigliamo di trascorrere la seconda notte di questo tour d’Abruzzo. Si tratta infatti di un antico monastero oggi trasformato in bed&breakfast e si trova in una posizione invidiabile, nel pieno centro cittadino, con camere affacciate nella maggior parte dei casi su Corso Ovidio, la “main street” di questa località che rappresenta una sorta di punto di partenza per visitare il Parco nazionale della Majella. E proprio sul lato che si apre sul corso cittadino è presente la facciata del primo Novecento, in stile Liberty, con le finestre decorate da semicolonne e capitelli corinzi che caratterizzano Grancia dei Celestini. Per la cena – perché, dopo aver preso possesso della camera e fatta la passeggiata nel corso di Sulmona, è già ora di desinare – esistono tante soluzioni a km zero, ma chi non fosse stanco può prendere l’auto e salire d’altitudine di 200 metri (che d’estate male non è…) per raggiungere Pacentro, dove si trova Taverna de li Caldora, ristorante inserito in un palazzo storico del ‘400 con terrazza panoramica: e qui d’estate si sta divinamente, tra un raviolo di ricotta di capra e una porzione di agnello alla brace.
All’alba del terzo giorno, in poco più di un’ora, si entra nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, la cui storia è ormai centenaria. Fu istituito ufficialmente nel 1923 e si estende su un’area di 50mila ettari tra le regioni Abruzzo, Lazio e Molise. Al suo interno sono presenti dodici comuni abruzzesi, tutti in provincia dell’Aquila, e si trovano faggete di oltre 500 anni, tanto da essere state riconosciute nel 2017 come Patrimonio mondiale dell’Umanità dall’Unesco. D’inverno la neve abbonda e si scia, mentre d’estate si sta davvero bene con temperature fresche e una piacevole atmosfera montana. A Pescasseroli si trova la sede dell’ente gestore del Parco e non solo: in questo borgo popolato da appena duemila anime c’è la casa natale di Benedetto Croce, dimora storica associata ad A.D.S.I.: si tratta di Palazzo Sipari, edificato negli anni Trenta dell’Ottocento sulle ceneri di un antico palazzetto baronale per volontà di Pietrantonio Sipari, nonno del celebre filosofo neoidealista, e dell’On. Erminio Sipari, deputato del Regno d’Italia e fondatore del Parco. L’ultima discendente, la Marchesa Maria Cristina Monticelli Obizzi Sipari, figlia dell’Onorevole, costituì nel 2004 la Fondazione che porta il nome dei genitori e che dal 2006, dopo la scomparsa della Marchesa, cura la gestione del Palazzo, divenuto casa-museo, e delle sue pertinenze, tra le quali le ex-scuderie ed il “Cortile dell’Orso”, dove agli albori dell’ente parco venivano temporaneamente custoditi i giovani orsi destinati al futuro recinto faunistico. Da vedere, a Pescasseroli, anche la Chiesa dell’Addolorata, il Mulino di S. Rocco ubicato a poca distanza e la Cattedrale dei SS. Pietro e Paolo. A disposizione dei viaggiatori c’è la Foresteria, che però si può riservare per soggiorni prolungati e che dispone di due camere da letto doppie, un salone e servizi. Per il pranzo, da provare i piatti di montagna del Ristorante da Giuseppe (fettuccine alla marsicana, zuppa del pastore…). Nel pomeriggio è tempo di scendere verso il mare, percorrendo però una strada diversa per fare rientro verso la costa dei Trabocchi e questa strada porta a Castel di Sangro, diventata la capitale dell’alta cucina d’Abruzzo grazie alla fama ormai globale acquisita dallo chef Niko Romito. Il luogo d’elezione per provare la sua cucina è naturalmente il Ristorante Reale, ubicato in Contrada Piana Santa Liberata, ma per chi non trovasse posto o avesse qualche difficoltà di budget, non mancano le alternative come ad esempio la sede originaria di Alt Stazione del Gusto, che rappresenta il suo format di dining su strada recentemente sviluppato in partnership con Eni. A quel punto, cenando a Castel di Sangro e magari ritagliandosi un po’ di tempo per visitare il borgo medievale di Roccacinquemiglia, conviene prendere possesso di una stanza d’albergo: chi vuole vivere totalmente l’esperienza Romito potrà prenotare (con un certo anticipo) una delle dieci stanze del Casadonna, ma le alternative non mancano e tra queste compaiono l’hotel “vista laghetto” Don Luis o il Lavatoio Dimora Storica nella cui hall è incorporato un lavatoio restaurato del XVIII secolo.