Villa Padovani è ubicata tra Verona e il Lago di Garda, nel piccolo comune di Pastrengo, in un angolo di mondo speciale dove è possibile vivere l’emozione di un soggiorno in una vera Villa Veneta. Un luogo dove assaporare la magia del silenzio. L’esclusività di un posto unico dove tutto è storia, arte e bellezza: Villa Padovani. La Villa, di proprietà delle Famiglia Padovani, ospita al suo interno la storica Corte dei Frati, che è stata un luogo di difesa, un luogo di pace e spiritualità, un luogo di riscatto famigliare. Tanta, tanta storia è passata di qui. Oggi questo posto aspetta te, per scrivere un nuovo pezzo di storia. Quello dei tuoi momenti felici. Una grande corte in mezzo al verde, all’esterno. Un’atmosfera di avvolgente e intima quiete, all’interno. La composizione dello storico edificio riassume nella propria architettura il senso dell’ospitalità della Famiglia Padovani. Quello che troverai qui. Spazio e silenzio, intimità e calore, storia e comfort, elementi di pregio e sobrietà. Perché per noi la vera ricchezza è il tempo da dedicare a sè stessi. E a Villa Padovani di tempo ne è passato tanto e tanto ne passerà. Ma quello che abbiamo più a cuore è il tempo che qui passerai tu, in solitudine o con le persone a te più care. Il valore del tempo dei nostri ospiti è ciò a cui amiamo dedicarci, mettendoli nella condizione di spenderlo nel modo migliore. Ci piace interpretare il verbo ospitare secondo la sua accezione originale: custodire. E qui, dove tanta storia e tante vicissitudini sono custodite, noi penseremo a custodire il tuo tempo.
La storia della Villa Padovani e Corte dei Frati
Sulla corte rurale di Piovezzano, comunemente denominata Ca’ dei Frati o Corte Ronzetti, le notizie sono molto scarse. Con cura e dedizione, la Famiglia Padovani si è occupata di ricostruire la storia di questo posto. Per tramandarla. Per raccontarla. Per valorizzare un luogo che merita di essere compreso e ri-vissuto. La struttura architettonica rimanda, come tipologia, alle corti chiuse, molto diffuse in tutta Italia a partire dal periodo Medioevale. Ca’ dei Frati rispetta tutte le caratteristiche necessarie alla vita delle corti chiuse: la presenza di forni e pozzi dimostra la necessità di provvedere al sostentamento di un consistente numero di persone e i resti delle aperture archi voltate superstiti – ora tamponate e che richiamano un impianto Medioevale – del muro esterno del complesso che sorge a sinistra entrando, attestano il ruolo difensivo. È dunque quasi certa la datazione Medioevale della piccola casa, posta a Settentrione rispetto alla villa padronale. Questo è anche richiamato anche dalla pittura murale di facciata, risalente ai lavori di riordino del primo Novecento, che ha voluto scenograficamente effigiare una muratura in mattoni, tipicamente Medioevale, con grandi aperture tamponate da un finto apparato ligneo con traversi diagonali di controventatura. Sull’originale impianto Medioevale, si sono stratificati nel corso dei secoli i lavori, per così dire di “abbellimento”, che risalgono in primis al Settecento e poi al Nove- cento.
Il Brugnoli, nel suo volume Pastrengo, sottolinea che la Corte risulta essere appartenuta, ai Marinelli, ai Cagozzi e quindi alla Congregazione del SS. Redentore, i Redentoristi. Rispetto ai Redentoristi non è emerso alcun documento, anche se la denominazione Ca’ dei Frati è ancora usata dagli anziani di Pastrengo per indicare la Corte e ciò può ragionevolmente attestare l’antica proprietà o comunque la presenza nella Corte. È presumibile che la Corte fosse allora destinata a essere un vero e proprio luogo funzionale alla vita comunitaria indipendente e autosufficiente, con Cappelle, forni, pozzi, ecc. I Redentoristi avrebbero potuto usare la Corte anche come luogo di ritiro per esercizi spirituali e meditativi, data la sua prerogativa di luogo appartato e separato dalla vera e propria sede della Congregazione, che doveva essere, al tempo, molto frequentata. Per quanto tempo la Congregazione restò proprietaria della Corte non è chiaro, tuttavia i Ronzetti, ultimi proprietari, erano già insediati nella Corte sicuramente nel 1932, anno in cui iniziarono i lavori di sistemazione, indubbiamente voluti dalla famiglia Ronzetti. Ciò è attestato nel cartiglio sopra la porta d’ingresso della casa padronale prospiciente la corte occidentale: ANNO DOMINI MXMXXXII. A quella data, infatti, Piero Ronzetti ricostruì la Villa padronale ex-novo, non modificando tuttavia il sedime, e abbellì esternamente la piccola casa settentrionale, riprendendo gli stilemi del cosiddetto “Liberty”. Liberty che nell’area veronese si conforma, soprattutto ad iniziare dagli anni Trenta del Novecento, in una sorta di Neo Storicismo su una base internazionale prettamente Déco, che riprende i motivi della tradizione classica. Nel caso specifico, l’impianto in qualche modo si relaziona a quello settecentesco come si evince dai fastigi in stucco sopra le finestre e ai grandi riquadri in stucco a grana grossa, che si conforma in cartigli stilizzati, che richiamano appunto le forme del Settecento. Non manca neppure il richiamo alla forte tradizione sanmicheliana dell’area veronese, riscontrabile nei cantonali a finti conci lapidei con ordinamento sfalsato tra loro. Nel riordino di Ca’ dei Frati venne impiegata la pittura murale, sia interna che esterna. Tale impiego volle riallacciarsi alla tradizione veronese che ha da sempre impiegato la pittura murale, non solo per la sua fruizione, ma anche per comodo civitatis. Significativa in tal senso è l’ostentazione dello stemma familiare, quasi a voler sottolineare la nuova posizione di proprietario terriero raggiunta da Piero Ronzetti. Lo stesso dicasi per le decorazioni interne, che ornano con un fregio, posto sotto il solaio quasi tutte le stanze, per il grande ovale nel soffitto dell’androne in ingresso, che raffigura Pastrengo fra un volo di angeli. La costruzione novecentesca attuata dal Ronzetti corrisponde al processo evolutivo della dimora dell’alta borghesia, che ha iniziato nei primi del Novecento a costruire il grande palazzo, poi trasformato in casa da pigione, quindi per esigenze soprattutto di privacy il villino autonomo da non spartire con altri. In questo caso siamo in presenza di una riproposizione della villa veneta, che si stratifica in un contesto già delineato.
I servizi: soggiornare in Villa Veneta
Soggiornare nelle prestigiose nostre suites significa soggiornare in mezzo a secoli di arte, storia, interventi architettonici. Quasi tutte le stanze interne della casa padronale sono riccamente decorate con pitture murali che riprendono la tradizione veronese e che fortunatamente si trovano in discreto stato di conservazione.
Servizi a disposizione per gli ospiti
Gli ospiti di Villa Padovani potranno alloggiare nelle comode suite e beneficiare di numerosi confort. Sono disponibili: Aria condizionata – Bagno privato – Wi-Fi – TV a schermo piatto – Riscaldamento – Cassaforte – Telefono – Asciugacapelli – Parcheggio – Giardino – Minibar – Colazione.