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Villa Oldofredi Tadini

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Villa Oldofredi Tadini

La residenza si è sviluppata attorno ad una torre di osservazione medievale a difesa della città di Cuneo e risale al XVI secolo.

I visitatori, accolti e guidati dagli attuali proprietari, discendenti degli Oldofredi Tadini, potranno vedere la Cappella del XVIII secolo dedicata alla Madonna del Rosario, con i ricordi delle Ostensioni della Sindone di Torino e altre testimonianze religiose; il piano nobile della casa, con la successione dei salotti arredati con mobili d’epoca e ricca di cimeli risorgimentali; il primo piano con le camere da letto, l’affascinante giardino ricco di piante secolari e fiori. 

La Storia di Villa Oldofredi Tadini
La villa risale ai primi del XVI secolo, quando fu costruito un edificio su due piani collegato alla torre medievale. Nel corso dei secoli villa e cascine furono gravemente danneggiate durante i tanti assedi di Cuneo e, in particolare, durante l’occupazione francese del 1799, quando la villa fu incendiata ed ucciso il conte Mocchia di San Michele, noto per il suo atteggiamento antifrancese. Nel 1812 il figlio Luigi iniziò i restauri della casa, dandole l’impronta che ancora oggi mantiene.

Luigi Mocchia era membro del Senato sardo e giudice a Chambery. Nel 1822 aveva sposato Maria Oldofredi Tadini, signori del lago di Iseo, della Franciacorta e della Calciana. In questa casa Maria accolse il fratello, conte Ercole Oldofredi Tadini, fuggiasco dopo l’armistizio di Salasco del 1848, essendo stato uno dei principali artefici dei moti di Milano. Ercole Oldofredi, già filo piemontese, durante il soggiorno in Piemonte si legò particolarmente a Cavour. Sembra che l’intervento piemontese in Crimea sia stato deciso proprio in questa villa dei Mocchia durante uno dei soggiorni di Cavour nella città di Cuneo.

Nel 1855, estinta la famiglia dei Mocchia con la morte di Maria, la tenuta passò in eredità agli Oldofredi Tadini, i cui discendenti oggi continuano a vivere nella villa

Il fantasma del Conte Mocchia
Nel 1799 le truppe francesi di Napoleone Bonaparte occuparono la città di Cuneo. Contro di loro il conte Mocchia di San Michele organizzò una vera milizia. Per mettere a tacere questi “rivoltosi”, un corpo di 2500 francesi lasciò la città ed iniziò un’opera di rastrellamento. Gli scontri causarono centinaia di morti e ingenti danni alle campagne ed alle case.

Nella notte del 5 luglio 1799, il conte Mocchia, all’età di 45 anni circa, fu ucciso nella sua residenza estiva. Le cronache ricordano che il conte fu decapitato. Il corpo, recuperato dai compagni d’arme, venne sepolto nel giardino della villa, mentre la testa fu esposta dai francesi sulle mura della città di Cuneo. Nacque così la leggenda che vuole il fantasma del povero conte girare senza pace per la casa ed il giardino in cerca della sua testa. I “rumori” creati dal fantasma del conte si accentuano nei primi giorni di luglio, in concomitanza con la sua morte. La sensazione dei tanti “cacciatori di fantasmi” che periodicamente visitano la casa è di una figura pacifica, che non incute paura, che si muove quasi in punta di piedi per non disturbare. L’effigie della testa mozzata del conte è raffigurata in un quadro esposto nella cappella della villa.

Il giardino:
Il giardino, di circa 20.000 mq, è il più antico della città di Cuneo e mantiene tracce dell’impianto seicentesco.
Alla fine del XVI secolo i Mocchia di San Michele abbellirono la dimora estiva con un vasto giardino dalla tipica struttura alla francese con viale centrale e disposizione simmetrica degli alberi e delle aree a verde.
Ai lati estremi del giardino sono ancora conservati due classici berceaux di carpini. Adeguatamente capitozzati e modellati, creano con le loro fronde una specie di piccola casa, con tanto di tetto e pareti.
Tra le rarità presenti nel parco va segnalato un ippocastano giallo nordamericano (Aesculus flava), unico esemplare in città, un gigantesco cedro dell’Himalaya (Cedrus deodara), risalente alla seconda metà del 1800 e un coevo abete di Douglas (Pseudopsuga menziesi). Notevole è anche un noce nero americano (Juglans nigra) ormai centenario, dal tronco perfettamente diritto e dalla chioma imponente.
Una parte del giardino era organizzata a “plates-bandes”, aiuole rettangolari delimitate da siepi di bosso o da fiori con all’interno ortaggi e alberi da frutto. Durante la seconda guerra mondiale, con l’imposizione di trasformare i giardini in “orti di guerra”, fu usato per produrre mais, patate, grano. Nel dopoguerra diventò un frutteto. Oggi è stato trasformato in un giardino all’inglese, ricco di alberi di alto fusto, di siepi e di fiori.

I servizi offerti:
Visita guidata per gruppi degli interni della casa, della cappella e del giardino.
Possibilità di organizzare ricevimenti (solo in giardino), eventi culturali, produzioni cinematografiche e servizi fotografici.

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Servizi Aggiuntivi

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    Dove si trova la Dimora

    Regione: Piemonte
    Città: Cuneo (CN)

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