La Villa Gattoni Cattaneo di Cornovecchio fu costruita da Pietro Maria Gattoni (1766 – 1851) nel 1824, come risulta dagli Stati d’anime della parrocchia che segnalano la presenza di un “Palazzo Novo” nella “Corte dei Signori”, un’antica cascina attigua alla chiesa parrocchiale, in parte demolita per realizzare la nuova costruzione. Pietro Maria Gattoni aveva proseguito l’attività del padre Carlo Giuseppe (1737 – 1820), che aveva fatto fortuna con il commercio delle carni e aveva negozi di salumeria nella Parrocchia di S. Nazzaro in Brolo a Milano. Egli aveva inoltre comprato nel circondario di Codogno, prima il fondo di Cascinazza a Meleti (1779) e poi quello di Cornovecchio (1804).
La Villa ha un classico impianto di stile francese, con corpo centrale sormontato da Torretta (nel timpano della facciata è scolpito in rilievo un gatto, quale simbolo della famiglia Gattoni) e due ali laterali, che fungevano da scuderia, deposito per le carrozze, rustici e magazzini vari nonché abitazioni per la servitù. Il giardino davanti alla casa aveva prevalentemente la funzione di accesso delle carrozze, mentre il giardino vero e proprio era quello posteriore, all’inglese e di stile Romantico. Molti alberi furono piantati, secondo la tradizione orale di famiglia, prima della costruzione della casa. In particolare, i due enormi platani del giardino posteriore sono stati pubblicati su un volume della Provincia di Lodi come i più grandi e antichi della Regione Lombardia. Pietro Maria Gattoni ebbe due figli maschi: Carlo Giuseppe e Leopoldo, ai quali lasciò in eredità le sue proprietà di Meleti e Cornovecchio, mediante estrazione a sorte. Pertanto Leopoldo, secondogenito, ereditò in modo inatteso il fondo di Cornovecchio e la villa dove si trasferì nel 1851, dopo la morte del padre, con la moglie Clementina Lamberti di Codogno, vedova di Giuseppe Folli di Codogno. Il fratello Carlo Giuseppe andò ad abitare a Meleti dove costruì la sua villa con grande parco. Leopoldo era un importante agricoltore e commerciante e un influente notabile della zona. Uno dei figli di primo letto di Clementina, “Cecco” Folli, era pittore e amico di Gerolamo Induno, anch’egli pittore e patriota: si erano conosciuti durante la difesa di Roma nel 1848.
Fu Cecco Folli a presentare Gerolamo Induno al patrigno Leopoldo, che gli affidò l’incarico di affrescare e decorare l’atrio di entrata della villa aperto verso il giardino anteriore, probabilmente nel 1852. I tre ovali rivolti verso il giardino furono affrescati da Induno stesso: quello centrale è anche firmato e rappresenta un cacciatore delle Alpi dell’esercito garibaldino. Gli altri ovali, con nature morte e paesaggi e le decorazioni del soffitto con i bellissimi pappagalli, sono opera della sua scuola. L’altro figlio di primo letto di Clementina Lamberti, Luigino Folli, era amico di Felice Orsini, che aveva conosciuto anche nella difesa di Roma nel 1848. Orsini venne più volte a Codogno, ospite del Folli presso il podere Vallicella e si racconta che nella fuga dalla prigione di Mantova fu nascosto sulla via di Piacenza, in cantina nella casa di Cornovecchio, in quanto Leopoldo Gattoni non destava sospetti. Orsini andò a Londra e poi a Parigi dove compì l’attentato a Napoleone III, andato fallito. Catturato, venne giustiziato. Sempre per tradizione orale, si dice che Leopoldo e Clementina, nel timore di eventuali ripercussioni, chiusero casa a Cornovecchio e si rifugiarono per sei mesi nel piacentino. Leopoldo Gattoni ebbe quattro figli: Bortolo (1837-1906), che fu Sindaco di Codogno per vari mandati, membro della Giunta Provinciale e senatore del Regno d’Italia; Carlo (1843-1898) che partecipò alla spedizione dei “Mille“, scrivendo il diario “Campagna 1860” e fu Sindaco di Cornovecchio, Antonietta (1835- 1906) e “Lotti”, morta in giovane età. Antonietta Gattoni sposò Gaetano Cattaneo (1822–1892), notaio in Codogno. Il matrimonio fu celebrato nel 1854 a Cornovecchio, con l’autorizzazione scritta del padre Leopoldo di fronte a testimoni, in quanto la sposa, per l’epoca, era ancora minorenne. La famiglia Cattaneo, originaria della Valle Brembana, si insediò a metà del ‘700 per due generazioni, a Rognano (in provincia di Pavia), dove gestì in affitto la cascina Soncino e il fondo agricolo. Alla morte di Angelo Maria Cattaneo nel 1808, la vedova con 8 figli piccoli si trasferì a Milano, dove già abitavano alcuni parenti, tra cui Carlo Cattaneo (capo delle cinque giornate di Milano, economista, politologo e pubblicista) e Gaetano Cattaneo, direttore del Gabinetto numismatico di Brera e promotore di un importante circolo culturale milanese.
Due dei figli di Angelo Maria Cattaneo si trasferirono a Codogno: prima Carlo, ragioniere e amministratore anche di enti pubblici, poi Francesco (1790-1845), chiamato a Codogno dal fratello nel 1820 per conoscere e sposare Margherita Raglio, orfana del commerciante di pellame Gaetano Raglio. Egli prese in carico e sviluppò l’attività del suocero, che in seguito prenderà il nome di “Conceria Francesco Cattaneo”, una delle più importanti del lodigiano.
Gaetano Cattaneo, figlio di Francesco, rimase orfano di madre a 7 anni e venne seguito dallo zio Carlo, scapolo, che viveva insieme a loro, sia negli studi in legge all’Università di Pavia, sia poi nell’inserimento a livello professionale, sociale e politico. Diventò infatti un notaio affermato e sposò, come già accennato, la giovane Antonietta Gattoni, uno dei più bei partiti della zona. Nel 1861 venne eletto Sindaco di Codogno: fu il primo a ricoprire questa carica dopo l’Unità d’Italia e svolse due mandati, occupandosi dello sviluppo della città, e in particolare delle infrastrutture. Nel 1862 il Generale Giuseppe Garibaldi visitò per la prima volta Codogno, invitato dal Marchese Giorgio Pallavicino di San Fiorano e fece una visita ufficiale in Comune. Sempre su segnalazione del Pallavicino, Garibaldi scelse il notaio Cattaneo per redigere il suo testamento, rifatto poi nel 1867, durante la sua seconda visita a Codogno. Altre versioni seguiranno fino al 1880, corredate da una fitta corrispondenza di suggerimenti tecnico-giuridici da parte del Notaio. Il rapporto tra Garibaldi e Cattaneo non fu solo professionale ma anche di amicizia e stima a livello personale, come testimoniano alcune lettere del Generale e della moglie Francesca Armosino da Caprera, nonché i regali o ricordi inviati da Garibaldi dopo alcune battaglie o come le foto della casa di Caprera della seconda metà dell’Ottocento. Dopo la morte di Bortolo Gattoni nel 1906, la Villa e il fondo di Cornovecchio vennero ereditati dalla sorella Antonietta. Quest’ultima, dopo lunga malattia trascorsa sulla Riviera Ligure, morì nello stesso anno e lasciò i beni ai figli avuti dal notaio Gaetano Cattaneo. Fu Francesco, con la moglie Carmela Zazzera, a rilevare le quote della villa e del fondo ereditate dai fratelli con gli utili derivanti dalla attività della Ditta Antonio Zazzera, Prima Latteria Italiana, e a insediarsi nella casa di Cornovecchio. Per la villa si aprì un terzo periodo di “splendore”: infatti in quegli anni vennero realizzate le vetrate che chiudono i tre archi di accesso all’atrio affrescato dall’Induno e vennero rifatti i pavimenti in mosaico dell’atrio stesso, dello studio e del corridoio, nonché altri lavori. Francesco e Carmela vissero principalmente a Codogno, nel Palazzo Zazzera in via Garibaldi, ma passavano lunghi periodi estivi e spesso dalla primavera all’autunno a Cornovecchio. Questa tradizione venne mantenuta anche quando i quattro figli divennero adulti e due di loro si sposarono: Antonio con Anna Biancardi e Gaetano con Luisa Biancardi (prime cugine), mentre Leopoldo e Giuseppina non si maritarono. In particolare, nel mese di settembre fino all’inizio delle scuole, la casa di Cornovecchio era il centro di vita di tutta la famiglia. Con la scomparsa dei quattro fratelli Cattaneo, le susseguenti eredità e divisioni hanno portato all’attuale situazione della proprietà della Villa di Cornovecchio, divisa tra i cugini Francesco e Serafino Cattaneo.
Soggiornare nella foresteria della Villa:
Sono presenti tre appartamenti, per un totale di 15 posti letto, che vengono affittati da giugno a settembre come casa vacanze. E’ possibile prenotare per soggiorni minimi di una settimana. Gli ospiti avranno a disposizione una piscina (sotto il portico del vecchio fienile), una palestra e una sala giochi. Possibilità di affittare biciclette per escursioni nelle vicine piste ciclabili.