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Palazzo Lanza Tomasi

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Palazzo Lanza Tomasi

Posti letto: 26 | Saloni per eventi: 6

Il Palazzo Lanza Tomasi è ubicato nel centro storico di Palermo, nel cuore del quartiere Kalsa, l’araba Halisa, la cittadella eletta degli Emiri. Il palazzo, sorto alla fine del Seicento sulla Mura della Cattive, i bastioni spagnoli Cinquecenteschi, si affaccia sullo splendido lungomare di Palermo con le dodici finestre della facciata e la lussureggiante terrazza, un vero e proprio giardino pensile ricco di essenze mediterranee e subtropicali. Il palazzo è stato l’ultima dimora del Principe Giuseppe Tomasi di Lampedusa, il celebre autore del Gattopardo, il quale vi trascorse gli ultimi anni della sua vita, sino alla morte nel luglio 1957, dopo la distruzione del suo palazzo avito, Palazzo Lampedusa, nei bombardamenti alleati del 5 aprile 1943. Il figlio adottivo Gioacchino Lanza Tomasi ha ricostituito l’intera proprietà negli anni Settanta e ne ha amorevolmente curato il restauro. Il fascino principale del palazzo risiede nella sua posizione e nel gioco degli spazi e delle luci. L’arredamento ha il carattere delle grandi dimore patrizie palermitane e presenta una raccolta di mobili e arredi della migliore ebanisteria siciliana.

Il piano Nobile del palazzo costituisce in gran parte la casa museo dello scrittore. La biblioteca storica di Giuseppe Tomasi di Lampedusa è rimasta intatta dall’epoca della sua morte. Nella sala da ballo sono esposti tutti i suoi manoscritti: il manoscritto completo del Gattopardo, quello della quarta parte del romanzo contenente una pagina che compare nella pubblicazione, il dattiloscritto, i manoscritti della Lezioni di Letteratura Francese e Inglese e dei Racconti, una prima stesura de La Sirena. Nello scalone monumentale, nelle due sale di ingresso e nella biblioteca storica l’arredamento è formato quasi interamente da mobili e quadri provenienti dal distrutto Palazzo Lampedusa e dal palazzo di Santa Margherita di Belice, la residenza estiva dei Filangeri di Cutò, la famiglia materna dello scrittore, distrutta dal terremoto della valle del Belice nel 1968. Nella biblioteca, due grandi bocce di Caltagirone primo Settecento e, sopra il caminetto, un San Girolamo firmato da Jacopo Palma il Giovane. Nella sala da ballo le sovrapporte e alcuni mobili settecenteschi provengono da Palazzo Lampedusa, e così pure numerosi quadri, tra i quali è interessante un piccolo quadro di Domenico Provenzano raffigurante la famiglia del “Duca SantoGiulio Tomasi di Lampedusa, duca di Palma, tra i cui figli si annoverano San Giuseppe Maria Tomasi e la Venerabile Suor Maria Crocifissa (la Beata Corbera del Gattopardo). I restanti arredi del piano nobile provengono da Palazzo Lanza di Mazzarino. Tra questi uno splendido tavolo in marmo intagliato della metà del Cinquecento, originariamente nella Villa Palagonia, due rari cassettoni siciliani in ebano e avorio del primo Settecento, due lampadari a gabbia di Murano modello Rezzonico e uno centrale di epoca Luigi XVI, quadri di Pietro Novelli, Antonio Catalano, Federico Barocci.

Tra le opere di artisti moderni e contemporanei, alcuni bozzetti di scenografie di Arnaldo Pomodoro, Mimmo Paladino, Giulio Paolini, Robert Wilson, due ritratti a penna di Pablo Picasso, 1910, raffiguranti la Marchesa Anita di Villa Urrutia, nonna di Gioacchino Lanza Tomasi, e un ritratto di sua madre Conchita firmato da Giulio De Blas.

Il terzo piano del palazzo è stato diviso in appartamenti che vengono affittati per uso turistico.

La storia di Palazzo Lanza Tomasi
Palazzo Lanza Tomasi si affaccia sul lungomare di Palermo. Fu edificato sulle casematte militari retrostanti le mura Cinquecentesche della città nella seconda metà del Seicento. Sull’inizio del Cinquecento, nel momento cruciale per la supremazia navale del sud del Mediterraneo, la Spagna munì di nuove fortificazioni le città della Sicilia. Furono allora eretti i bastioni per la nuova Guerra di Artiglieria. Il lungomare di Palermo era difeso a Nord dal forte di Castellamare, a sud dal bastione di Vega, e fra i due fu eretto il bastione del Tuono. A ridosso delle mura la zona era militarizzata e soltanto nella seconda metà del Seicento si cominciarono a edificare i palazzi a ridosso delle mura. Il bastione del Tuono venne demolito attorno al 1720, quello di Vega sul finire del Secolo.

I primi edifici furono il palazzo Branciforte di Butera ed il Noviziato dei Crociferi. I Branciforte possedevano l’intera cortina muraria da porta Felice al bastione del Tuono. Gli edifici al ridosso del bastione furono ceduti ai Gravina e da questi affittati ai Padri Teatini che li adibirono a Collegio Imperiale per l’educazione dei Nobili. Il Collegio fu fondato durante la Guerra di Successione di Spagna e nell’anno della fondazione, 1728, Palermo riconosceva come sovrano Carlo VI di Asburgo. Il Collegio fu chiuso nel 1768 e il palazzo fu acquistato da Giuseppe Amato, Principe di Galati. Questi unificò in un unico prospetto di stile vanvitelliano la facciata sul mare, formata da dieci finestre con prospiciente terrazza di m.80×9. Nel 1849 il palazzo fu acquistato dal Principe Giulio Fabrizio di Lampedusa, astronomo dilettante, con l’indennizzo versatogli dalla corona per l’espropriazione dell’isola di Lampedusa. Giulio Fabrizio sarà il modello per il protagonista del “Gattopardo”, il Romanzo scritto dal suo pronipote Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Nel 1862 i De Pace, una famiglia di armatori imparentati con i Florio, acquistarono metà del palazzo e lo trasformarono secondo il gusto del tempo. Fu realizzato il grande scalone con materiali di risulta dalle demolizioni per la costruzione del Teatro Massimo, e costruita la grande sala da ballo con parquet a doghe portanti di noce e ciliegio alternate.

Nel 1948 Giuseppe Tomasi di Lampedusa, che aveva perso il palazzo di famiglia nel bombardamento del 23 aprile 1943, ricompra la proprietà dai De Pace, e vi vivrà fino alla morte avvenuta nel 1957. Il figlio adottivo, Gioacchino Lanza Tomasi, ha riunificato l’intera proprietà e compiuto un completo restauro dell’edificio. La biblioteca dello scrittore e la sala da ballo sono in gran parte arredate con mobili provenienti dal distrutto palazzo Lampedusa, gli altri ambienti con mobili ed arredi provenienti dal palazzo Lanza di Mazzarino. La famiglia Lanza Branciforte, di origine sveva, oltre al contado di Mazzarino deteneva il titolo di principe di Butera, primo pari del Regno e di principe di Trabia, secondo pari del regno. La famiglia Tomasi annovera nella sua storia la dedizione mistica del duca Santo, fondatore di Palma Montechiaro, fra i cui figli si annoverano il Cardinale San Giuseppe Maria Tomasi e la Venerabile Suor Maria Crocifissa, autrice di testi mistici, sepolta nel Monastero Benedettino del SS Rosario in Palma Montechiaro.

Sale Conferenze e Museo Tomasi di Lampedusa
Lo scalone monumentale del Palazzo Lanza Tomasi dà accesso all’ala sud-ovest dove si trovano le Sale Conferenze e il Museo della famiglia Tomasi di Lampedusa. Gli ambienti molto luminosi, i soffitti affrescati e i pavimenti in marmo bianco la rendono uno spazio ideale per ospitare conferenze ed altri eventi culturali. Le sale sono fornite di Wi-Fi, videoproiettori, schermi e impianto di amplificazione e possono accogliere una settantina di persone. Su richiesta sono disponibili servizi di caffetteria e l’accoglienza è affidata a personale con una formazione Universitaria nelle principali lingue europee. Nei vasti saloni adiacenti del piano Nobile si possono organizzare anche cocktails, colazioni o cene, accompagnati o meno da gruppi musicali, fino a una capienza di 150 persone. La Duchessa si occupa personalmente della creazione e della preparazione dei menu, che offrono una raffinata rielaborazione della cucina siciliana classica. Lo spazio conferenze è costituito da tre ambienti e servizi. Il salone centrale presenta una caratteristica volta affrescata con riquadri orientalistici, con scene da un harem, tipici della fine dell’Ottocento ed una eccezionale collezione di ventagli francesi di epoca Louis XVI. Guardando attraverso la vetrina dei ventagli, al di là della biblioteca storica di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e del salone da ballo, la vista spazia sino al lungomare del golfo di Palermo. Nella sala a sinistra del salone centrale è esposta una collezione di carte nautiche del Mediterraneo, redatte dalla Marina Inglese nel 1870, in dotazione dello yacht Louise, di proprietà del nonno di Gioacchino Lanza Tomasi. Dal lato opposto è stato creato il Museo della famiglia Tomasi di Lampedusa. Vi sono esposti quadri, oggetti e documenti della famiglia dello scrittore. Particolarmente notevole è il ritratto del Principe Giulio Fabrizio Tomasi di Lampedusa, bisnonno dello scrittore, un astronomo dilettante ed il modello per il protagonista del Gattopardo. Sotto il ritratto, un telescopio di fattura britannica del 1790. Uno strumento della stessa manifattura si trova all’Osservatorio Astronomico del Palazzo Reale di Palermo. Tra i documenti esposti troviamo il diploma di concessione alla famiglia Tomasi del titolo di Principi di Lampedusa sul possesso feudale dell’isola, da parte del Re Filippo III di Sicilia e IV di Spagna. La pergamena è datata 1638. Al di sotto, un mobile contiene i due schedari della biblioteca dello scrittore: una rubrica anteriore alla seconda guerra mondiale, in cui si possono seguire le date dei suoi acquisti e delle sue letture, ed un successivo catalogo a schede, redatto dopo il trasferimento nel palazzo di via Butera 28. Dirimpetto sono esposti i ritratti della famiglia Tasca Mastrogiovanni Filangeri di Cutò a cui apparteneva la madre dello scrittore. In due vetrine sono esposti una serie di documenti relativi ai Secenteschi “Santi di famiglia”, San Giuseppe Tomasi di Lampedusa e sua sorella la Venerabile Suor Maria Crocifissa. Di grande interesse è un codice miniato del 1654 con la concessione della cittadinanza onoraria di Messina al Duca Giulio Tomasi.

I servizi: accoglienza, visite culturali ed eventi di Charme a Palermo
Il Palazzo Lanza Tomasi è aperto al pubblico soltanto per gruppi non inferiori alle 15 persone. I proprietari, i duchi di Palma Gioacchino e Nicoletta Lanza Tomasi, che vi risiedono stabilmente e parlano, oltre all’italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo e russo, conducono personalmente la visita alla terrazza e al piano nobile del palazzo. Durante la visita è possibile ammirare la biblioteca storica del Principe Giuseppe Tomasi di Lampedusa e i suoi manoscritti, tra i quali il manoscritto completo del Gattopardo. Il proprietario, figlio adottivo e erede letterario dello scrittore, nonché musicologo e direttore di teatri d’opera, è disponibile per conferenze sul romanzo e il suo autore, oppure su argomenti di carattere musicale e di storia della Sicilia.

E’ possibile organizzare eventi culturali quali concerti, mostre, presentazione libri, e così pure cocktails, pranzi e cene per gruppi interessati all’arte, alla cultura, alla letteratura e alla gastronomia siciliana.

La proprietaria si occupa personalmente della preparazione dei menù, composti da piatti tradizionali siciliani, spesso da lei rivisitati, che riflettono le millenarie influenze delle diverse culture che si sono avvicendate nella storia della Sicilia. La duchessa organizza anche corsi di cucina siciliana (“A Day Cooking with the Duchess“), un’affascinante esperienza culinaria e culturale di una giornata che include la visita al pittoresco mercato del Capo, la lezione nella cucina del palazzo, il pranzo e la visita al piano nobile e alla terrazza.

Soggiornare in uno dei palazzi storici più belli di Palermo
Una parte del palazzo è divisa in appartamenti che vengono affittati per soggiorni brevi.
Gli appartamenti sono arredati con mobili d’epoca, hanno cucine completamente attrezzate e sono tutti forniti di Wi-fi, aria condizionata, riscaldamento centralizzato, lavabiancheria, TV. Alcuni hanno terrazze con splendida vista sul mare oppure balconi che si affacciano sul centro storico.

Luoghi d’interesse nelle vicinanze
Da Palazzo Lanza Tomasi è possibile raggiungere a piedi tutti i luoghi di interesse turistico e culturale del centro storico. Nelle immediate vicinanze troviamo le chiese di Santa Maria della Pietà, Santa Teresa alla Kalsa, Santa Maria degli Angeli (la Gancia), Santa Maria della Catena, Palazzo Abatellis, l’Orto Botanico, Palazzo Chiaramonte, Piazza Marina, Palazzo Mirto. In pochi minuti si raggiungono la Chiesa di San Francesco, l’Oratorio di San Lorenzo, il mercato della Vucciria, Piazza San Domenico, gli Oratori del SS. Rosario, di Valverde e di Santa Cita, la chiesa di Santa Cita. Se si risale per via Alloro si incontrano la Galleria d’Arte Moderna, Palazzo Gangi, i Quattro Canti con le chiese della Martorana, San Cataldo, Santa Caterina, San Giuseppe dei Teatini, Piazza Pretoria con la celebre Fontana, Casa Professa. Proseguendo lungo Via Vittorio Emanuele si giunge sino alla Cattedrale, al Museo Diocesano, al Palazzo Reale con la Cappella Palatina e a San Giovanni degli Eremiti. Una breve passeggiata ci porta anche al Teatro Massimo e al mercato del Capo.

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    Dove si trova la Dimora

    Regione: Sicilia
    Città: Palermo (PA)

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