Palazzo Lanza è dal 1453 dimora della famiglia Lanza, patrizia di Capua dal XV Secolo; sin dall’epoca è oggetto di un diritto di maggiorasco che ad oggi ne conserva la proprietà in capo alla sedicesima generazione.
Un rogito notarile di quegli anni, dall’archivio presente in casa, testimonia che la famiglia abitasse già allora la casa: “… in parti domorum… sitarum Capue, in parrocchia ecclesie Sancti Rufi in Capua, iuxta viam publicam…”.
L’ edificio si trova nel cuore del centro storico di Capua, a pochi passi dall’antico Gran Priorato dell’Ordine di Malta.
È documentata la costruzione nel 1697 dei balconi Barocchi della facciata sostenuti da gargolle e la fondazione nel 1731 dell’oratorio privato in casa, già concesso da Papa Benedetto XIII: custodisce, tra le altre, la reliquia di Sant’ Alfonso Maria de’ Liguori, dalla famiglia ospitato quale proprio congiunto.
Nel 1745 il Barone Carlo Lanza eresse il corpo più arretrato della casa che con la terrazza affaccia sul cortile; nel 1807, su progetto dell’ingegnere Luigi Jannotta, venne restaurata la facciata secondo un sobrio gusto Neoclassico, conservando i balconi Barocchi mentre all’interno alcune sale vennero decorate con tempere a grottesche.
La casa conserva il drappo sul quale il 20 maggio 1815 venne firmato il Trattato di Casalanza che spodestò Gioacchino Murat, riconsegnando il trono di Napoli a Ferdinando di Borbone. Il palazzo subì l’occupazione di soldati francesi nel 1799 e nel 1806, quando alloggiò il Generale Berthier.
Le antiche stalle ospitano attualmente un ristorante ed una biblioteca, mentre una zona delle soffitte è adibita ad ospitalità.
La storia di Palazzo Lanza
L’archivio familiare è custodito in una sala del piano Nobile e contiene documenti della famiglia Lanza (fino al ‘400 denominata de Buzzettis dal nome di un suo antico feudo) che vanno dal XV Secolo al XIX Secolo; vincolato per la sua importanza dalla Soprintendenza Archivistica per la Campania, questo archivio annovera circa cinquanta istrumenti o rogiti notarili, relativi a successioni, compravendite, donazioni della famiglia datati tra l’anno 1462 e l’anno 1691: tra questi risultano rilevanti l’atto di donazione con il quale la capostipite, Agnesella, donava ai suoi tre figli Carlo, Joanne e Pirro, il feudo di Casanova, presso Caserta: in tale atto è nominata per la prima volta la stessa casa che ancora oggi ospita l’archivio; un mazzetto di lettere autografe scritte tra il 1554 ed il 1556 da Bona Sforza, regina di Polonia, a Pompeo Lanza, suo diplomatico presso la corte di Carlo V a Bruxelles e in seguito presso quella di Maria Tudor a Londra: in quegli anni la famiglia fu accolta tra i regi familiari e continui commensali dell’imperatore d’Asburgo; diversi tomi manoscritti, con copertina pergamenacea, di argomenti diversi per i Secoli XVI-XIX; una relazione manoscritta del 1646 sulle origini della famiglia con un suo albero genealogico; privilegi vicereali e patenti di cittadinanza napoletana con esonero dai pesi fiscali, del ‘600 e del ‘700, a vari membri della famiglia; Bolle Papali del XVIII Secolo, di nomina a cariche ecclesiastiche di diversi religiosi della Casa; una bolla di investitura, del XVIII Secolo, a cavaliere del Sovrano Militare Ordine Gerosolimitano; Brevi Vescovili di conferma, ancora del XVIII Secolo, della concessione dell’oratorio privato in casa; le Settecentesche intestazioni feudali della famiglia; uno dei libri di memorie, scritto nel 1806 da don Biase Lanza, vissuto a cavallo tra il ‘700 e l’ ‘800, meritevole di aver dato ai documenti un ordine che si è conservato fino ai nostri giorni.