Palazzo Capparucci, situato nel cuore di Fermo, si erge lungo via Paccarone, una strada storica che collega la Chiesa di S. Domenico con il Palazzo Apostolico e il Palazzo dei Priori, abbracciando piazza del Popolo.
L’origine dell’edificio risale al 1254, quando iniziò la costruzione del Convento di S. Domenico, questo imponente progetto, durato circa due secoli, fu realizzato grazie ai contributi economici della città.
Un aspetto affascinante del palazzo è la sua connessione con l’antica Roma, un cunicolo al piano terra dell’edificio collega le sottostanti Cisterne Romane, suggerendo che le fondazioni dell’edificio siano integrate con strutture preesistenti di epoca romana.
Inizialmente, l’edificio faceva parte della proprietà dei monaci domenicani; era collegato al complesso conventuale tramite un passaggio ad arco che sovrastava via degli Aceti, permettendo l’accesso a un vasto giardino utilizzato come orto, questa configurazione è confermata da stampe del ‘700 conservate nella Biblioteca Comunale.
Caratteristiche storiche e architettoniche
La facciata attuale dell’edificio, realizzata in laterizi faccia a vista, risale presumibilmente agli anni 1840-1870, al piano strada, due portali in cotto incorniciano gli accessi: uno principale e uno ai locali voltati destinati a cantine.
Il prospetto originariamente a due piani è caratterizzato da un asse di simmetria verticale con finestre decorate sobriamente: al piano terra, due ambienti con volte a crociera in mattoni erano originariamente aperti lato strada, utilizzati come ricovero per cavalli. Al primo piano si accede tramite una scala elicoidale progettata dall’architetto Giovan Battista Carducci, terminante con colonne ioniche in marmorino, conferendo all’edificio una notevole originalità.
Gli interni del primo e del secondo piano sono adornati con raffinati soffitti, le decorazioni del primo piano, risalenti alla prima metà dell’800, includono finti stucchi con motivi geometrici, floreali e mitologici, mentre al secondo piano, le decorazioni coeve alla costruzione sono attribuite al Maestro Egidio Coppola, le cui opere adornano molte altre case borghesi della città.
Palazzo Capparucci è un edificio storico recentemente rinnovato che offre ospitalità con un piccolo bar e free WiFi. La proprietà offre un’ampia vista sul mare e su un giardino e dista circa 35 km da San Benedetto del Tronto. La struttura offre un ascensore, sicurezza attiva 24 ore su 24 e deposito bagagli per gli ospiti.
Le unità, dotate di una terrazza, offrono aria condizionata e dispongono di una TV a schermo piatto e un bagno privato con bidet e accappatoi. Ogni unità è fornita di una macchina da caffè, mentre alcune camere selezionate dispongono di una cucina completamente attrezzata con lavastoviglie, forno e tostapane. Presso la guest house, tutte le unità sono dotate di biancheria da letto e asciugamani.
Ogni mattina vengono servite colazioni continentali e italiane con opzioni come pasticceria fresca, succhi di frutta e formaggi. È presente anche un bar caffetteria e una lounge.
Gli ospiti della guest house potranno divertirsi con attività nei dintorni di Fermo, come il ciclismo. Inoltre, è disponibile un’area giochi al coperto per gli ospiti del Palazzo Capparucci.
Lo Stadio Riviera delle Palme si trova a 38 km dalla struttura, mentre il Santuario della Santa Casa è a 48 km. L’aeroporto delle Marche dista 77 km dalla proprietà.
Proprietà dell’edificio
La configurazione attuale del palazzo, escludendo le sopraelevazioni, è confermata da un documento del 1809 della Direzione del Catasto. A seguito dell’espropriazione dei beni del complesso conventuale di S. Domenico da parte del Governo di Napoleone I, l’edificio fu censito con una consistenza analoga a quella odierna.
Nel 1811, la proprietà fu trasferita dal Demanio al Conte Sabbioni. Dopo vari passaggi di proprietà, nel 1873, l’edificio fu acquistato da Luigi Capparucci, bisnonno dell’ultima proprietaria, Margherita Capparucci, scomparsa nel 2021. Per circa 150 anni, il palazzo è stato la dimora delle varie generazioni della famiglia Capparucci, ed è ora di proprietà di Umberto Reale, marito di Margherita.
Patrimonio architettonico e interventi di restauro
Nel 2005, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha imposto un vincolo architettonico sul palazzo. Da allora, sono stati effettuati tre interventi di conservazione:
Dal 2023, l’edificio è censito dall’Associazione Dimore Storiche Italiane.