Ultima dimora dei conti Arsio ospita al suo interno pregevoli elementi architettonici quali boiserie settecentesche, stucchi Luigi XVI richiamanti il mondo della natura e pavimenti alla palladiana.
Di notevole interesse gli affreschi di Carlo Bonacina e le reliquie di San Celestino conservate nella cappella.
Il palazzo è visitabile su tutti i suoi cinque piani e ogni ambiente è accessibile al pubblico. Conserva al suo interno una ricca collezione di arredi antiquari provenienti da prestigiose dimore storiche trentine (Castel Valer, Castel Malgolo, Villa Moggioli, Villa Larcher, Palazzo Malfer. etc.), venete (Villa Rama, Palazzo Sagramoso, Palazzo Brenzoni, ..) e spoletine (Casa Torre Patrizi).
La storia del Palazzo Arzberg Freihaus
La storia del palazzo iniziò nel 1587, allorché Carlo d’Arsio, padre di Cristoforo Oliviero, decise di acquistare dal barone Fortunato Madruzzo, maso “Broili” (i “broili” sono appezzamenti recintati siti attorno ad una struttura agricola) ad Arsio, un’ampia area agricola costituita da un’abitazione, campi, prati e vigne.
Nel 1627, Cristoforo Oliviero diede inizio alla costruzione del palazzo nobiliare, ricordato negli atti con il nome Arzberg, talvolta Casa Franca-Freihaus, in quanto dotato da parte Massimiliano Arciduca d’Austria e Conte del Tirolo di vari privilegi, tra cui l’esenzione da qualsiasi imposta e del diritto d’asilo. Ultimato il palazzo vi abitò per poco, per poi trasferirsi a Revò, a Palazzo Arsio. Alla sua partenza subentrò suo figlio Corrado Orazio Conte d’Arsio e Vasio, che visse qui per oltre 50 anni. Nel 1730 il palazzo venne ceduto al cugino Adamo d’Arsio, la cui linea familiare lo elesse come propria residenza fino ai primi decenni del XIX secolo. Nel 1932, Rina von Edle Dessouvic-Arz, vedova del conte Paul Arz von un zu Arsio-Vasegg, vendette il palazzo alla provincia patavina dei Padri Francescani Conventuali. Nel 2014 venne acquistato dalla Cassa Rurale di Fondo.
Dell’arredamento originale nel palazzo ben poco rimane: un fornello ad olle a torretta e un cassettone in noce (entrambe con stemma d’Arsio) si trovano oggi a Castel Stenico, alcuni quadri raffiguranti ritratti di famiglia al Castel del Buonconsiglio e i 14 quadri della Via Crucis realizzati da Carlo Bonacina nel 1945 attualmente depositati presso la Cassa Rurale di Fondo.
Descrizione dei servizi offerti
Visite guidate all’interno della dimora, organizzazione di eventi quali presentazione di libri con autore, recite di poesie concerti con cori e bande, raduni di gruppi storici, mostre temporanee di artisti e modellisti, esposizione trofei di caccia.