Il Navona Palace si trova a pochi minuti a piedi dalle più importanti attrazioni di Roma, in una location suggestiva con locali tipici e caratteristici ristorantini dove poter vivere al meglio le vostre vacanze Romane. Se siete alla ricerca di un Hotel di Charme nel cuore del centro storico, Navona Palace è la scelta giusta; avrete a disposizione comode Suite dotate di tutti i confort. La scelta ideale per chi è alla ricerca di un luogo di particolare fascino dove trascorrere un soggiorno indimenticabile a Roma.
La Storia del Navona Palace
Il Palazzo si trova nel Rione Parione, così come lo stemma sulla facciata lo testimonia. Grande quasi quanto tutto l’isolato, delimitato da via della Pace, Piazza del Fico e Vicolo della Fossa, il Palazzo si trova a ridosso di Piazza Navona; dalle sue finestre è possibile scorgere la deliziosa chiesa di Santa Maria della Pace ed immergersi nella vita Romana con gli scacchisti del Bar del Fico, locale tra i più tipici e frequentati di Roma. Le origini del palazzo, ad oggi, non si conoscono con esattezza però nelle piante dell’epoca è riportato in tutta la sua interezza. E’ infatti presente nella pianta di Roma del 1661 – 1662 “ disegno et prospetto dell’Alma città di Roma….” disegnata da Antonio Tempesta ed incisa in rame. Il Palazzo è riportato nuovamente nella pianta del 1676 disegnata ed incisa da Giovanni Battista Falda “Nuova pianta et alzata della città di Roma…”. La pianta del Falda è molto affidabile infatti, lo storico Gnoli di essa scrive” (…) essa è mirabile per esattezza di riproduzione e finezza dell’esecuzione (…)” Nella visione assonometria (a volo d’uccello) è segnata Piazza della Pace ed il palazzo in tutta la sua forma compiuta. La stessa forma compiuta di isolato si ritrova nella pianta più tarda di un altro importante architetto che “fissa definitivamente nella proiezione, nella figurazione (…) il tipo della nuova pianta di Roma”: Giovanni Batista Nolli. Riprodotta con modifiche nel 1748 anche se ci stava già lavorando nel 1736 come dimostrato da alcune corrispondenze epistolari dell’epoca. Nella pianta possono osservarsi alcune numerazioni a ridosso del Palazzo, esse erano delle annotazioni destinate ad un volume descrittivo della pianta che, però non fu mai redatto. Notizie sulla consistenza del palazzo risalgono al 1800, quando il proprietario Luigi Arati fa richiesta “di sopraelevazione di una terrazza esistente all’interno delle sue proprietà con ubicazione in vicolo della Fossa” (25.01.1872). Con decreto n.17 è espresso parere favorevole con “rilascio della licenza per sopraelevazione a forma del disegno presentato fino a metri 20,20 dal piano terra il lato del suo fabbricato segnato in rosso nell’annessa pianta entro il grande cortile con ingresso al n.5 del vicolo della Fossa e…, nella piazza del Fico 25 – 28 ed in via della Pace 34- 37”. La licenza è rilasciata “con la riserva che si vogliano sempre salvi ed integri i diritti di terzi…” ed in questo caso si tratta del sig. Grazioli che chiede la servitù sul muro di confine, posto su vicolo della Fossa (diritto di costruire in aderenza). Negli incartamenti dell’epoca il palazzo è rappresentato sia in pianta che in alzato. In alzato è raffigurato solo un tratto di prospetto, ovvero quello interessato dalla sopraelevazione.
La proprietà è sempre della famiglia Arati fino a quando viene donata alla Opera Pia Sussidio Arati, come testimoniato dall’accertamento di proprietà risalente al 1940. Negli anni ’50, il Ministero della Pubblica Istruzione, in riferimento alla Legge del 1 giugno 1939 n. 1089 “sulla tutela delle cose d’interesse artistico e storico” ritenuto che le tabelle e la porta facente parte della casa sita in via (…) della Pace 32 – 27, vicolo della Fossa 1-3, Piazza del Fico 27 (…) la tabella in via della Pace notevole documento del XVIII con stemma del Rione Graffito, l’iscrizione in piazza del Fico documento attestante la sistemazione della piazza ad opera dei fratelli De Foppis e la porta di via della Fossa interessante elemento architettonico del XVII, arcuata con bugnato di buona fattura”. In seguito si succedono altre proprietà fino a quando la Società PR.IM. “Società immobiliari Generali” la acquista nei primi anni del 2000. La società inizia sin da subito una grande opera di restauro e consolidamento di tutto il Palazzo in accordo con la Soprintendenza per i Beni Architettonici di Roma e del Lazio; con il funzionario addetto inizia, infatti, una lunga collaborazione che porta l’opera al suo attuale splendore.
Le facciate si presentano sobrie: su via della Pace un triplo ordine di cornici marcapiano quadripartiscono orizzontalmente la stessa conferendo un’immagine compatta, ad eccezione delle due campate terminali dove si evidenzia un leggero sfalsamento che scompare a livello del tetto dove la falda è interrotta dalla presenza di un terrazzo posto in posizione simmetrica. Il palazzo introduce la terminazione a tetto con una ampia cornice di coronamento. Su queste facciate sono presenti due targhe, una delle quali menzionate nella motivazione dell’apposizione del vincolo architettonico. I rigiri delle facciate sono evidenziati da pietre lisce in travertino in quella tra via della Pace e Piazza del Fico nella parte basamentale e da angolari a bugne ad evidenziare il piano Nobile (nel rigiro con vicolo della Fossa anche al piano terra è presente una terminazione a bugne), per poi tornare lisce ai piani superiori. La facciata, a cinque campate, presenta finestre (alcune trabeate) che si aprono subito sopra le cornici marcapiano; alcune di queste presentano le fasce, in peperino, originarie. Su Piazza del Fico in posizione eccentrica si apre un portale a tutto sesto sempre con soluzione a bugna finemente realizzato e splendidamente conservato. Subito a ridosso dello stesso, all’interno di una teca, è presente un elegante edicola raffigurante madonna con bambino, segno della tradizione Romana di illuminare così parti un po’ nascoste e pericolose attraverso elementi votivi. Una targa, posta sotto l’edicola ricorda appunto “ANTONIUS BAPTISTA FRATES DE FOPPIS COEMPTIS EXTURBATISQUE CIRCA DOMIBUS AREOLAM HANC DESIGNATUMQUE VIAE SPATIUM LAXAVERE DE SUO ANNO SAL MDCXXXIV”.
Su Vicolo della Fossa la soluzione angolare dei piano Nobile a bugne e ripetuta anche qui nel maestoso portale anch’esso, come già evidenziato, sottoposto a vincolo come interessante elemento architettonico del XVII secolo, esso è posto fuori dalla compatta facciata su un prospetto più basso che esalta ancora di più la sua grandezza. Un arco a tutto sesto che si sviluppa per due piani, occupa visivamente tutta la facciata che di fatto, presenta, solo due piccole aperture. Maestoso per la soluzione adottata di grandi bugne ed inserti in travertino che segnano l’inizio dell’arco e la chiave di volta.