Il territorio presenta punti di attrazione la cui importanza si era affermata ben prima del successo dei libri editi da Sellerio e nati dalla fantasia di Andrea Camilleri . Siamo infatti in una zona patrimonio Unesco per l’architettura barocca che fa parte del Val di Noto nome che trae origine da Vallo di Noto. Per tale si intende una vasta zona individuata tra le province di Ragusa, Siracusa e Catania che venne colpita dal tragico terremoto che nel 1693 distrusse la Sicilia sud-orientale e determinò la necessità di ricostruire l’intera zona. Oggi da Noto a Scicli, da Marzamemi a Modica a Ibla, il sud della Sicilia non è più un segreto ed è anzi diventato una destinazione non solo turistica, ma anche il rifugio per una comunità di intellettuali, architetti e imprenditori/designer della moda che hanno scelto queste zone come luogo di rifugio per stimolare la loro creatività. Il nostro viaggio inizia e si conclude a Siracusa, prendendo il via con la scoperta dell’entroterra per poi tornare via mare.
A Siracusa dedicate almeno un giorno pieno perché le visite da programmare sono davvero tante, a cominciare dall’isola di Ortigia che, in quanto tale, si raggiunge dalla terraferma attraverso il Ponte Umbertino o in alternativa il Ponte Santa Lucia, ma noi sceglieremo il primo perché ci permette di rendere omaggio al genio di Archimede, sicuramente il più illustre siracusano di tutti i tempi, il cui monumento è situato nell’isoletta di mezzo. Arrivati a Ortigia ammiriamo subito, al centro dell’isola, i resti del Tempio di Apollo che ci ricordano subito – ma già ci aveva pensato Archimede – il legame tra Siracusa e l’antica Grecia. All’interno di Ortigia troviamo il museo dedicato ad Archimede e a Leonardo da Vinci, rendendo omaggio a due geni di ere diverse, e il Castello Maniace edificato sulla punta all’estremo sud dell’isola, che rappresenta un capolavoro di architettura militare di epoca sveva. Risalendo dalla fortificazione in direzione ovest ecco la “mitica” Fonte Aretusa, sorgente d’acqua che forma un piccolo lago dove crescono gli unici papiri spontanei d’Europa. E dopo aver visitato il Duomo, uno degli esempi più significativi di quel barocco che poi ritroveremo come filo conduttore dell’itinerario e in particolare come epoca dominante in quel di Noto, e ai tanti palazzi nobiliari di Ortigia, concludiamo la visita alla chiesa dedicata alla Vergine di Siracusa, Santa Lucia, al cui interno si trova un dipinto del Caravaggio, Il seppellimento di S. Lucia. Per un pranzo veloce, prima di dedicarci al parco archeologico, sempre a Ortigia troviamo la pluripremiata Pizzeria Schiticchio. Riattraversando il ponte, ci concentriamo sul Parco Archeologico della Neapolis, dove si trova il Teatro Greco che risale al quinto secolo avanti Cristo ed è ancora oggi un punto di riferimento mondiale non solo come luogo storico ma anche come location di rappresentazioni teatrali, perché qui si tiene tra maggio e giugno la stagione del dramma antico organizzata dalla Fondazione Inda. E poi Latomia del Paradiso, dove si trova l’Orecchio di Dionisio che è un’enorme roccia caratterizzata da un curioso effetto acustico, l’Ara di Ierone e l’Anfiteatro Romano. Infine, nei pressi delle rovine della Chiesa di San Giovanni alle Catacombe, si possono visitare le uniche catacombe della città aperte al pubblico. Per dormire, a Siracusa non mancano le strutture di alto livello come il Grand Hotel o il Palazzo Artemide nell’isola di Ortigia o come il celebre Il Minareto nella zona protetta del Plemmirio. Per il fine dining brilla la stella Michelin conquistata da Cortile Spirito Santo, che si trova nei pressi di Castello Maniace, mentre per la cucina del territorio consigliamo Latteria Mamma Iabica.
Imbocchiamo la Provinciale 14 per intraprendere il nostro viaggio verso la parte interna e dopo aver superato Canicattini Bagni arriviamo a Dimora delle Balze, la prima dimora storica dove possiamo fare base anche per trascorrere qualche giorno di vacanza nella vicina Noto, che scopriremo però nel ritorno verso Siracusa. Fu costruita nel 1800 da una nobile famiglia di Palazzolo Acreide che la utilizzava come masseria e tenuta estiva, poi abbandonata per più di 50 anni e successivamente acquistata dall’attuale proprietà che l’ha riportata all’antico splendore, utilizzandola come struttura di accoglienza (con undici suite) e come location per l’organizzazione di eventi e cerimonie, con i plus di un parco di ben 27 ettari di estensione e di una piscina a disposizione degli ospiti. Ed è anche la base per visitare le località circostanti: oltre a Palazzolo Acreide, celebre per il Teatro Greco di Akrai (polis greca costruita tra il 664 e il 663 a.C) e per I Santoni, antico santuario rupestre e luogo di culto per venerare la dea Cibele, siamo anche in prossimità di Chiaramonte Gulfi, con la sua magnifica posizione sui monti Iblei e una veduta panoramica talmente vasta da essere soprannominata “Il balcone di Sicilia”. Da qui si può proseguire fino a raggiungere i due centri più importanti della Sicilia meridionale (Siracusa a parte) ovvero Ragusa e Modica. La prima richiede una visita accurata del suo quartiere storico Ibla, con il Duomo dedicato a San Giorgio, la Cattedrale di San Giovanni, il Giardino Ibleo ideale per rinfrescarsi d’estate sotto le palme, i celebri palazzi nobiliari come Palazzo Cosentini e Palazzo Bertini; quest’ultimo lo riconoscerete per la presenza di tre maschere alle finestre che raffigurano un mendicante, un mercante e un nobile. Chi ama l’alta cucina verrà a Ibla anche per l’esperienza da Ciccio Sultano, chef di riferimento a livello mondiale con il suo Ristorante Duomo (due stelle Michelin). Tra le botteghe da non perdere c’è quella di Cinabro, maestri della pittura e del restauro dei carretti siciliani. Quanto a Modica, i golosi di tutto il mondo conoscono questa città per il suo particolare cioccolato che vanta l’indicazione geografica protetta ed è granuloso e friabile, per effetto dei granuli di zucchero lasciati grossolani. Oltre al cioccolato, Modica offre molto altro nelle sue due distinte città, quella bassa e quella alta, tra cui la Necropoli del Quartiriccio, con alcune tombe che risalgono al 2200 a.C, diverse chiese (Santa Maria di Betlem, che custodisce un antico presepe in terracotta, San Pietro e la basilica di San Giorgio con la sua monumentale scalinata). Da visitare anche la casa museo del più celebre nativo di Modica, il poeta e premio Nobel Salvatore Quasimodo. Dove dormire? In una dimora storica, naturalmente, e la base ideale per godersi le visite a Ragusa, Modica e anche alla vicina Scicli – è rappresentata da Tenuta Cammarana, che nacque come residenza estiva di campagna del barone Sortino Trono al centro di un feudo di 800 ettari. Rimasta nei secoli nella stessa famiglia è stato realizzato un accurato restauro conservativo della casa, dei giardini e degli infiniti muri a secco, adibendo la struttura a b&b di charme nelle vicinanze del Castello di Donnafugata, ed è anche azienda agricola dove si coltivano grani antichi e si produce olio extravergine di oliva.
Le tappe successive ci portano verso il punto più meridionale della Sicilia che è Isola delle Correnti, che osserveremo dalla Statua del Cristo Redentore antistante al Lido Scialai, unico lido dove si può scegliere se fare il bagno immergendosi nello Ionio (a sinistra) o nel Mediterraneo (a destra), perché questo preciso punto separa i due mari; nelle giornate più ventose capiterà di osservare uno dei due mari in burrasca e il secondo perfettamente calmo, a seconda di dove tira il vento. La località di Ispica è un altro gioiello per i suoi palazzi barocchi e per il Parco Archeologico di Cava d’Ispica, che si trova a metà del percorso tra Ispica e Modica, mentre Pachino lega la sua fama all’eccellenza dei pomodori ciliegini e datterini che si coltivano in zona e che, per quanto si possano comprare ormai ovunque, non saranno mai buoni come quelli degustati direttamente nel territorio.
A questo punto ci spostiamo in zona Marzamemi, vicino alla riserva naturale di Vendicari, per visitare le ultime meraviglie prima di entrare nel centro storico di Noto. Tonnara Marzamemi è un luogo magico e affascinante perché qui gli Arabi, intorno all’anno mille, impiantarono quella che sarebbe diventata la più importante tonnara della Sicilia orientale. L’impianto attuale del borgo risale al periodo dalla metà del Seicento alla metà del Settecento ed il Palazzo del Principe è opera del grande architetto Vermexio. La visita ci porta a scoprire, oltre alla dimora principesca, la camperia (Loggia degli Scieri), la chiesa di S. Francesco di Paola il vecchio stabilimento di lavorazione del tonno e una cinquantina di case dei pescatori, il tutto intorno alla grande piazza Regina Margherita. Superando Vendicari, resta il gioiello della val di Noto ovvero la località che dà il nome al territorio. La gloria di Noto è il frutto di una ricostruzione post sismica senza precedenti nella storia dell’umanità, per la quale vennero chiamati all’opera i migliori architetti siciliani che si erano formati a Roma e si impegnarono nella realizzazione di una nuova città, sorta a 8 km di distanza dalla località precedente per decisione dell’allora commissario alla ricostruzione (con il titolo di vicario generale) Giuseppe Lanza duca di Camastra. Da non perdere, nella “capitale del Barocco”, la visita alla Porta Reale, alla Chiesa di Santa Chiara, alla cattedrale di San Nicolò e al Palazzo dei Principi di Nicolaci. Prima di far ritorno verso Siracusa, resta l’appuntamento fondamentale con le creazioni uno dei più grandi maestri pasticceri del mondo, che proprio a Noto ha il suo laboratorio di pasticceria, e si tratta naturalmente di Corrado Assenza con il suo Caffè Sicilia. Per dormire, in zona, suggeriamo a chi non ha problemi di budget il più celebre resort a cinque stelle lusso che è Il San Corrado di Noto, ma una soluzione di charme immersa nella natura e a prezzo più accessibile è quella rappresentata da Scilla Maris, sempre a breve distanza dal centro di Noto.