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Sabina-Ciociaria, il Lazio da nord a sud

Un viaggio alla scoperta del Lazio non può prescindere da Roma, Castelli Romani e Tuscia. È davvero così? Con questo itinerario proviamo a confondervi le idee o più semplicemente ad allargare gli orizzonti di questa regione, che viene inevitabilmente “inglobata” dai suoi più celebri punti di attrazione, e lo facciamo unendo una linea da nord a sud, dalla Sabina alla Ciociaria. Partiremo dalla zona che si trova a nordest della Capitale, ma non toccheremo minimamente Roma, per arrivare fino a Cassino, quasi in Campania, attraversando località di fondamentale importanza storica e visitando dimore altrettanto storiche.
Fissiamo la partenza a breve distanza dall’uscita autostradale di Fiano Romano. Superata la barriera, attraversiamo la Riserva naturale regionale di Nazzano Tevere-Farfa e da qui proseguiamo in direzione Poggio Mirteto, borgo storico già in provincia di Rieti, e Montopoli di Sabina, nelle cui vicinanze è visitabile il borgo medievale di Bocchignano; passando oltre l’Abbazia benedettina di Santa Maria di Farfa, con il suo borgo antico e la biblioteca monumento nazionale, raggiungiamo Palazzo Martini, edificato nel XV secolo e destinato in origine a uso foresteria dall’ordine di clausura delle Clarisse di Fara in Sabina, in quanto possedimento del locale monastero. Oggi gestito direttamente dalla famiglia Martini, il palazzo è la location ideale per organizzare eventi a Fara in Sabina e viene concesso in esclusiva per ricevimenti, eventi aziendali, matrimoni (con possibilità di rito civile in loco) e convegni. Da visitare, in paese, i palazzi Manfredi, Brancaleoni e Orsini. A pochi km troviamo il Museo dell’Olio di Castelnuovo di Farfa e l’ulivo più grande d’Europa, in località Coltodino. Scattatevi una foto o un selfie al Belvedere Fara in Sabina e poi rimettetevi in strada verso Poggio Moiano, nelle cui vicinanze si trova la Cascata del Fosso della Mola. Da qui prendiamo la via che porta al Lago del Turano, tra i borghi di Colle di Tora e Castel di Tora, e poi arriviamo a Collalto Sabino, che appartiene al circuito dei borghi più belli d’Italia grazie al suo maestoso castello. Siamo in montagna, a mille metri di quota, tanto che il posto si è meritato l’appellativo di “Nido d’aquila” al confine tra Lazio e Abruzzo. Roma dista venti minuti d’autostrada, ma qui pare di stare in tutt’altra parte del mondo.
A Collalto si trova la seconda dimora storica del nostro viaggio che corrisponde al nome di Palazzo Latini, risalente al XV secolo e in grado di offrire ospitalità a chi vuole approfondire la conoscenza di un territorio situato a cavallo tra le province di l’Aquila, Rieti e Roma. Da vedere, oltre al palazzo, il castello baronale con la rocca di aspetto sei-settecentesco e all’interno del Castello c’è un ampio parco con l’antico pozzo, e sulla sommità il mastio, dal quale si gode una vista a 360 gradi che spazia dal Gran Sasso al Terminillo e alla Maiella. Poco fuori dell’abitato si trovano il convento di Santa Maria e le rovine di Montagliano, antico castello con circostante borgo, distrutto a più riprese tra il 1280 e il 1400. Poiché è tempo di un break gastronomico, in altre parole siamo già in orario pranzo, suggeriamo a Colle di Tora, ammirando il lago del Turano, la trattoria C’era una volta, dove ai piatti della tradizione laziale (coratella, trippa alla romana, abbacchio) si aggiungono le specialità a base di pesce di lago.

Per ragioni stradali siamo “costretti” a sconfinare in Abruzzo per un breve tratto che ci permette di entrare in autostrada sulla Roma-L’Aquila, in direzione della Capitale, uscendo poco dopo al casello di Vicovaro-Mandela dove potremmo far sosta, in località Vicovaro, agli Eremi di San Benedetto e agli Acquedotti Romani. Proseguendo poi verso sud e superando Sambuci, arriviamo alla dimora storica Villa Manni in località Ciciliano, costruita sopra le antiche terme site nel parco archeologico di Trebula Suffenàs, antica città romana, comprendente un foro, gli uffici amministrativi, le terme, tre strade di basalto romano, mosaici e i resti di un tempio perfettamente conservati. Grazie alle cure della famiglia Manni, proprietari della villa, il parco archeologico è aperto al pubblico per visite guidate prenotabili telefonicamente; inoltre, a Trebula Suffenàs si possono celebrare eventi privati e matrimoni di charme con rito civile o religioso nella romantica cappella di S. Maria Maddalena accanto alla location. Da visitare in zona anche la scenografica Cascata del Parabocio con i ruderi dell’antica Rocca D’Elci e le cascate della Rocchetta. A Ciciliano suggeriamo anche un passaggio alla Bottega Agricola Poggi, produttori delle farine utilizzate dal pizzaiolo e panificatore romano Gabriele Bonci, dove si può acquistare un eccellente miele del territorio. È però tempo di fermarsi per la sera e possiamo farlo a Labico, allungando leggermente il percorso per scegliere il resort del noto chef Antonello Colonna, luogo ideale per unire il relax delle piscine e della Spa all’esperienza gastronomica. Da qui è anche visitabile la città di Palestrina, con il Santuario della Fortuna Primigenia e il Museo Archeologico.

Il giorno seguente riprendiamo il viaggio ponendo subito come obiettivo la visita di Palazzo Colonna a Paliano, dove siamo già nella provincia di Frosinone. Questa è stata la dimora di campagna del ramo principale della famiglia Colonna fin dalla metà del 1600 ed è visitabile, per un minimo di 10 persone, accompagnate da personale di fiducia della famiglia Colonna. La costruzione avvenne nel 1623 per volere di Filippo I Colonna accanto alla Collegiata di S. Andrea, la chiesa principale del paese, dove già si trovava la cappella di famiglia con le tombe di alcuni tra i principali esponenti della famiglia nobile romana e dalla sua edificazione ha ospitato quindici generazioni dei Colonna. Sono visitabili dieci sale completamente arredate dell’appartamento di rappresentanza del Palazzo (circa 800 mq.), il cortile di ingresso e la cappella di famiglia.

L’itinerario continua con la visita di alcuni luoghi molto noti anche tra coloro che non sono pratici della Ciociaria e dei borghi del Frusinate. Il primo è Anagni, noto per lo “schiaffo” inflitto a Papa Bonifacio VIII, che in realtà fu una prigionia con probabili ingiurie contro il pontefice – del quale nemmeno Dante aveva una buona opinione, giacché gli riservò un posto all’inferno quand’era ancora in vita – proprio da parte dei Colonna. Oltre alla Sala dello Schiaffo, all’interno del Palazzo di Bonifacio VIII, visitate la Cattedrale con la magnifica Cripta e il Palazzo della Ragione costruito nel 1163 in stile longobardo. Se è ora di pranzo, superate le perplessità legate al nome e scegliete il ristorante Malacucina con i primi della tradizione e un eccellente agnello bardato. La tappa successiva è Fiuggi, centro termale e città da visitare sia nella sua parte più antica sia in quella edificata in stile Liberty ai tempi in cui sorse il boom del turismo legato alle terme. Da qui si può anche visitare, con una breve escursione, il lago di Canterno, di origine carsica, che si trova alle pendici dei Monti Ernici ed è riserva naturale. Da Fiuggi, la via verso Frosinone prevede un passaggio ad Alatri, borgo con acropoli di epoca preromana, per poi entrare nel capoluogo di provincia dove pernotteremo e dove potremo visitare il centro storico, che si trova in posizione sopraelevata rispetto alla città nuova, con la Cattedrale di Santa Maria Assunta, il Museo Archeologico Comunale e i giardini della Villa Comunale. Per dormire, i migliori hotel della provincia si trovano a Fiuggi e tra questi compaiono l’Atlantic Park Hotel, l’Ambasciatori e l’Hotel Fiuggi Terme Resort. Per concludere il viaggio, dedicate la giornata a Cassino e alla visita della celebre abbazia benedettina, che fu teatro di una delle più cruente battaglie della seconda guerra mondiale, distrutta e poi ricostruita sulla sommità di Montecassino; gli oggetti preziosi e i documenti furono custoditi in Vaticano durante la guerra e riportati nella risorta Abbazia, che fu riconsacrata nel 1964 da Papa Paolo VI. Qui termina l’itinerario, e siamo convinti che valesse proprio la pena di scoprire questa parte del Lazio.