Storia di carta che sfidano i secoli
Scripta manent, dicevano i latini. Scripta manent atque volant, aggiungiamo noi contemporanei, e in questo caso il volant non è legato all’impermanenza delle parole bensì allo spiccare il volo del patrimonio documentale di cui dispongono le dimore storiche italiane.
Archivi e biblioteche di immenso valore, attentamente custoditi da famiglie che in quelle pagine raccontano la storia di interi territori e comunità – una storia peraltro diversa da quella ufficiale conservata negli archivi pubblici -, diventano luoghi da visitare, potenziali destinazioni per un turismo colto e caratterizzato dal desiderio di approfondire il senso di un’esperienza accompagnata da quell’inconfondibile profumo di carte antiche che pervade le stanze adibite alla custodia. Documenti fragili, miracolosamente scampati alle fiamme che hanno sempre rappresentato – in abitazioni dove il fuoco acceso era una presenza costante, per ragioni di illuminazione e riscaldamento – la principale minaccia per l’integrità della memoria da tramandare ai posteri e che oggi devono affrontare i cambiamenti climatici con quelle conseguenze che quest’anno hanno colpito in particolare l’Emilia Romagna. Storie di carta che sfidano i secoli e ci rivelano, oggi, chi siamo, da dove veniamo, l’evoluzione della società, dei territori e della sua edilizia minore e monumentale: quella stratificazione che rende l’Italia una nazione unica ed
irripetibile. Dalla volontà di condividere questo patrimonio nasce una giornata speciale, un evento speciale, come Carte in Dimora, giunto quest’anno alla seconda edizione e organizzato da ADSI con il patrocinio del Mic-Ministero della Cultura. Archivi e biblioteche storici privati rappresentano la testimonianza tangibile dell’evoluzione dei territori e di come le dimore storiche siano un elemento fondamentale e imprescindibile del patrimonio culturale del nostro Paese, grazie anche alla loro presenza capillare e costante in ogni città, comune e borgo d’Italia, di cui non solo rappresentano la storia, ma possono e devono essere perni dello sviluppo sostenibile dei territori che rappresentano.
Di un futuro – come evidenzia in questo numero della nostra rivista Giovanna Giubbini, Soprintendente e sostenitrice in quest’iniziativa – che deve essere ulteriormente protetto, utilizzando le potenzialità offerte dalla tecnologia. La copia digitale è l’assicurazione sulla vita dei documenti, ma non solo; facilitando l’accesso ai documenti potrebbe diventare anche la fonte di ispirazione per tante nuove storie, scritte ma anche “girate” sotto forma di video o di realtà aumentata, per arrivare alle nuove generazioni, certamente sensibili al fascino della storia di ville e palazzi che diventano leggendari per loro, se solo troviamo il modo di comunicarli generando emozioni.
Questo è uno dei compiti che spetta alle nuove generazioni delle Dimore, a cui suggerisco di leggere con attenzione l’articolo dedicato a un signore, tale Joachim Carvallo, che più di un secolo fa decise di fare quel che nessuno prima aveva osato: aprire casa sua, renderla un luogo visitabile. Oggi la sua casa, il castello di Villandry, accoglie 360mila visitatori ed è una delle destinazioni più visitate della Francia. Buona lettura.
Architetto Giacomo di Thiene – Presidente Nazionale A.D.S.I.