Un patrimonio mondiale anche in cucina
In queste pagine si svelano tante dimore storiche del nostro Paese, di cui il lettore probabilmente non era a conoscenza e che, sempre più, stanno affrontando il percorso di apertura al pubblico: ne è un esempio il Castello Quattro Torri in Piemonte, pronto per accogliere nuovi ospiti nelle sue camere appena rinnovate. E si va oltre, con la proposta di itinerari diversi, dal mare alle montagne, tutti caratterizzati dalla presenza di ville, palazzi e castelli che rappresentano luoghi di attrazione turistica, soluzioni per un soggiorno memorabile e veri e propri punti di riferimento per la comunità locale. Ed è proprio questo significato delle dimore come elemento centrale dei borghi italiani che ci porta a raccontare, non senza ammirazione, l’impegno di una task force che ha dato forma alla più estesa ciclovia del Paese, quella dell’Appennino, che parte dalla Liguria per scendere fino in Sicilia, operazione di sistema realizzata con risorse finanziarie a dir poco contenute e che permetterà, se comunicata nel modo giusto e se sostenuta da tutti coloro che sono presenti lungo la dorsale appenninica – A.D.S.I. compresa, con le proprie dimore – di rilanciare quest’area così preziosa, ripartendo dal giusto equilibrio tra natura e presenza umana, dal turismo lento e dalla valorizzazione del patrimonio storico, artistico e culturale.
Qualcosa di simile è avvenuto nel Cilento – territorio conosciuto nel mondo non solo per le sue bellezze, ma anche perché qui è iniziato il percorso che avrebbe portato al riconoscimento Unesco della dieta mediterranea come patrimonio mondiale dell’umanità – raccontato nelle pagine seguenti attraverso un percorso che unisce alcune delle sue dimore storiche. A proposito di Unesco, si avvicina il momento in cui la stessa cucina italiana potrebbe finalmente vantare il titolo di patrimonio mondiale, come ci racconta Maddalena Fossati, direttore responsabile de La Cucina Italiana, promotrice dell’iniziativa insieme a Fondazione Casa Artusi e all’Accademia italiana della Cucina.
Un traguardo nel quale tutti confidiamo e che rappresenterebbe il punto di arrivo di uno sviluppo delle ricette, di una diffusione verbale e pratica delle tecniche di cottura, cominciato nelle cucine dei nostri antenati, per il sostentamento quotidiano e per i grandi eventi che si svolgevano nei palazzi di rappresentanza. Le dimore non potranno che brindare a questo auspicabile riconoscimento, perché le grandi cerimonie avvenivano “a palazzo” e nelle cucine delle case storiche si sono sviluppati, nel corso del tempo, il consolidamento della tradizione e il contributo dell’innovazione gastronomica. Non resta che attendere la buona notizia. Nel frattempo, buona lettura e buona estate.
Architetto Giacomo di Thiene – Presidente Nazionale A.D.S.I.