Aperti al grande pubblico
Raccontare le meraviglie delle nostre dimore storiche ai turisti italiani e internazionali, il loro rapporto con il territorio ed invitarli a visitare e scoprire un’ eccellenza del nostro patrimonio
culturale. È questo l’obiettivo del nuovo editing di Le Dimore Storiche, magazine che debutta online in doppia versione (in lingua italiana e inglese) con un taglio orientato al grande pubblico.
Ripartiamo da una storia di copertina dedicata ai giardini dei palazzi pugliesi, disegnando un itinerario di viaggio pienamente in linea con la tendenza post-Covid di vivere un’esperienza all’aria aperta, a contatto con la natura per ammirare l’architettura applicata al paesaggio e agli spazi verdi.
La valorizzazione dei parchi e dei giardini storici, con la novità del possibile riconoscimento della figura del “giardiniere d’arte”, è oggetto di un primo investimento nazionale legato ai fondi del Pnrr, con lo stanziamento da parte del Governo di 300 milioni di euro all’interno del capitolo da 2,7 miliardi destinati alla valorizzazione del patrimonio architettonico e paesaggistico. Questa novità intercetta il desiderio da parte dei proprietari, che in molti casi è già diventato realtà, di aprire i cancelli delle dimore e dei parchi per accogliere i visitatori desiderosi di scoprire i loro “segreti”. Come Adsi, auspichiamo che si tratti di un primo passo per sostenere, con più convinzione, gli ingenti oneri collegati alla manutenzione e alla valorizzazione dei giardini, e più in generale di questi beni nella loro complessa ed intera articolazione favorendo così una formula vincente di partenariato tra pubblico e privato che andrà a beneficio dell’intero
sistema turistico nazionale e delle comunità in cui questi beni si trovano, delle persone che in questi luoghi vivono.
Va infatti ricordato che le Dimore Storiche sono “attività produttive non delocalizzabili”, presenti quasi in ogni comune, alimentano una filiera economica estremamente ampia e legata non solo al mondo del turismo, ma anche a quello degli archivisti, degli storici, delle imprese di restauro di beni mobili ed immobili solo per citarne alcune. Se si aggiunge che oltre il 50% di questi beni è situato in Comuni sotto i 20.000 abitanti e di questi il 26% in Comuni sotto i 5.000 abitanti si capisce immediatamente come tali complessi monumentali – patrimonio della
nazione secondo l’art. 9 della Costituzione – possano, se adeguatamente sostenuti, diventare perno dello sviluppo sostenibile a medio e lungo termine dei territori in cui si trovano. È quel che il mondo si aspetta da noi
Architetto Giacomo di Thiene – Presidente Nazionale A.D.S.I.