La città del caffè senza porte (il Pedrocchi), del prato senza erba (Prato della Valle, la più grande piazza dell’Unione Europea) e del Santo senza nome (Antonio, qui lo chiamano semplicemente “il Santo”), ma anche dell’Università che porta avanti le lezioni da più di ottocento anni, di Tito Livio e di Ippolito Nievo. Al centro del Veneto più di quanto non lo siano Verona, che già guarda alla Lombardia, o Venezia, protetta dalla laguna. Padova è un punto di riferimento a livello economico, culturale e artistico. E la sua provincia è a dir poco deliziosa, caratterizzata dalla presenza di una serie di vulcani dalle cui profondità emerge un’acqua terapeutica che ha permesso agli euganei di creare il più grande distretto termale d’Europa. E poi, agli estremi nord e sud, tante località che val la pena visitare perché offrono scorci altrettanto deliziosi e dimore storiche imponenti e ospitali.
Iniziamo questo itinerario partendo da Cittadella, il principale centro nell’Alta padovana, città murata con un camminamento di ronda lungo un chilometro e mezzo e interamente percorribile grazie a un lavoro di restauro durato 20 anni e terminato nel 2013. Da visitare, inoltre, la Casa del Capitano, la Torre di Malta dove si trovava la prigione voluta da Ezzelino da Romano, il Duomo con la pinacoteca, il Palazzo della Loggia e, a livello gastronomico, val la pena di fare tappa alla Trattoria alla Nave, locale in attività da oltre 40 anni. Nei dintorni di Cittadella andiamo a visitare Villa Gallarati Scotti, dimora storica di Fontaniva edificata nel XVI secolo e monumento nazionale dal 1925, con il parco progettato nel secondo decennio dell’800. Qui si possono visitare liberamente il parco romantico e la cappella gentilizia in stile neogotico fiorito progettata da Pietro Selvatico Estense, allievo dello Jappelli.
Da Cittadella scendiamo verso Padova lungo la Strada statale 47 della Valsugana e dopo qualche chilometro troviamo Villa Bolzonella, con una torre medievale del 1200 mentre la villa padronale, il giardino e l’oratorio sono di epoca cinquecentesca e il giardino all’inglese è attribuito sempre allo Jappelli. Location per eventi e cerimonie anche con rito religioso, la dimora è visitabile limitatamente al giardino, alla chiesa e ad alcune sale.
San Giorgio in Bosco, il comune successivo lungo il nostro cammino, deve la propria fama alla presenza di sorgenti di acque minerali come la fonte dell’Acqua Vera, essendo posizionato lungo la linea delle risorgive. La Statale passa non lontano dal corso del Brenta in una zona che si caratterizza per un’elevata densità produttiva e industriale/commerciale, ciò non toglie che lungo il percorso siano rimasti dei segni importanti del passato e in particolare una villa straordinaria la cui visita deve assolutamente essere messa in programma: si tratta di Villa Contarini Camerini a Piazzola sul Brenta, che porta il nome di Marco Contarini, Procuratore di San Marco, il quale nella seconda metà del Seicento ampliò l’edificio rendendolo simile ad una Reggia e facendone uno straordinario “luogo teatrale”. In zona si trova anche Isola Mantegna, paese natale del celebre pittore.
Superiamo Limena, grosso paese ormai inglobato nella periferia patavina, ed entriamo finalmente a Padova, dove sarà il caso di prenotare un posto per la notte perché la visita in città richiede almeno un paio di giorni pieni. Quale luogo scegliere? In centro città sono disponibili due dimore storiche, che andiamo a conoscere subito… La prima è Palazzo Mantua Benavides, in piazza Eremitani, praticamente una “vicina di casa” di quella Cappella degli Scrovegni che rappresenta una delle tappe obbligatorie del soggiorno padovano. Fu la dimora di Marco Mantua Benavides, esperto di diritto e collezionista e mecenate di artisti come Bartolomeo Ammannati, che lavorò a fianco di Michelangelo a Firenze e che a Padova costruì il Gigante Ercole in pietra. La casa offre ospitalità in 4 suites nel corpo centrale del palazzo e tre appartamenti recentemente ristrutturati nelle scuderie annesse. La seconda è la Torre di Massimago, di epoca trecentesca, situata in un parco secolare nei pressi di Prato della Valle e adibita a tower-hotel con tre unità: un appartamento, una camera e una suite. Una volta sistemati per la notte, diamo inizio alla visita al centro cittadino con un tour che prevede i seguenti passaggi: la già citata Cappella degli Scrovegni, che si trova all’estremo nord dell’antica cinta muraria ed è patrimonio mondiale dell’umanità insieme ad altri sette siti dipinti nel corso del Trecento; la vicina Chiesa degli Eremitani sopravvissuta ai terribili bombardamenti della Seconda guerra mondiale con la sua Cappella Ovetari nota per i magnifici affreschi del Mantegna restaurati con una metodologia di ricerca innovativa; il Palazzo del Bo sede dell’Università dove si trova il più antico teatro anatomico del mondo, la Basilica di Sant’Antonio per ammirare non solo l’architettura e la maestosità dell’edificio, ma anche la cappella delle reliquie e del tesoro e, all’esterno, il monumento equestre ad Erasmo da Narni, detto il Gattamelata di Donatello; l’Orto botanico del 1545 patrimonio mondiale dell’umanità.
E poi il Prato della Valle, piazza straordinaria per ampiezza e caratterizzata dall’esistenza di un’isola centrale circondata di statue su entrambe le sponde del corso d’acqua e raggiungibile attraverso due ponti. Infine, è bello perdersi tra piazza delle Erbe e piazza della Frutta, veri luoghi della socialità padovana tra bar dove brindare con ottimi spritz qui preparati rigorosamente con l’Aperol, azienda di liquori fondata a Padova dalla famiglia Barbieri e oggi proprietà di Gruppo Campari, degustando le specialità ittiche del “folparo” ovvero dal chioschetto che preparava i piattini a base di polipo (in dialetto veneto si dice “folpo”) e poi, tra un aperitivo e l’altro, per andare a visitare Palazzo della Ragione, antica sede dei tribunali. Altre autentiche istituzioni padovane sono, per quanto riguarda la parte food: lo storico Caffè Pedrocchi (fondato nel 1831) che si trova a ridosso del Palazzo Comunale, l’Enoteca La Moscheta in corso Milano e, per i più golosi, la Pasticceria Biasetto del maestro pasticcere Luigi Biasetto, già campione del mondo grazie all’invenzione della Setteveli di cui è titolare del marchio.
Lasciamo Padova per andare alla scoperta dei Colli Euganei, le cui sommità si vedono perfettamente dal centro della città, unica presenza con i confinanti Monti Berici (già provincia di Vicenza) di zone montuose nella parte sud della pianura veneta. Ai piedi di questo sistema collinare di origine vulcanica ci imbattiamo, in località Selvazzano Dentro, nella Villa Emo Capodilista detta “La Montecchia”, location per eventi e per trascorrere un periodo di vacanza con 12 posti letto a disposizione degli ospiti. La villa domina un piccolo colle circondato da vigneti e confinante con il Golf Club La Montecchia, sede di competizioni internazionali e con annesso ristorante. Tornando alla villa, la costruzione risale alla seconda metà del Cinquecento e oggi è al centro di una tenuta vitivinicola, Conte Emo Capodilista, i cui prodotti possono essere degustati all’interno della proprietà.
Proseguendo lungo la Provinciale 38 che gira intorno ai Colli, superiamo il centro abitato di Fossona e poco prima di Montemerlo troviamo Villa Frassenelle, all’interno di una vasta tenuta (200 ettari) dove si trovano la villa padronale neoclassica con le sue grotte (visitabile su appuntamento), il parco secolare e il Golf Club Frassanelle, ma anche diverse case coloniche strutturate per l’accoglienza e diversi spazi per eventi tra la cantina, la tinaia, il portico e le aie. Da qui proseguiamo verso il centro di Abano Terme e lungo il percorso si trova la celebre Abbazia benedettina di Praglia, altra tappa obbligatoria per la visita al complesso abbaziale aperto al pubblico in determinate zone (tre dei quattro chiostri, la chiesa abbaziale, loggetta Fogazzaro, refettorio monumentale e sala del capitolo) e per l’acquisto dei tanti prodotti monastici tra cui vini, infusi e tisane, cosmetici.
Abano Terme è la capitale del più importante distretto termale d’Europa con cento strutture e 240 piscine presenti nel territorio. Le terme sono dislocate tra Abano, Montegrotto, Battaglia e gli altri piccoli centri del complesso euganeo. E nei pressi di Abano, all’imbocco con la Statale 16 che poi percorreremo in direzione sud, si trova Villa Molin, commissionata alla fine del ‘500 dall’ambasciatore della Repubblica Veneta Nicolò Molin al celebre architetto Vincenzo Scamozzi, lungo le acque del canale Battaglia, con sale splendidamente affrescate e un parco storico di grandi dimensioni, location ideale per eventi e cerimonie.
Da qui proseguiamo lungo la Strada Battaglia e visitiamo nei dintorni i castelli di San Pelagio, sede del Museo del Volo in ricordo della celebre missione su Vienna durante la Grande Guerra da parte della 87ma Squadriglia che qui giurò prestò giuramento prima della partenza, e del Catajo, storica dimora della famiglia Obizzi. La tappa successiva è la visita alla Villa Barbarigo e al Giardino monumentale di Valsanzibio, uno dei più estesi ed integri giardini d’epoca mondiali, sul quale si affaccia una villa utilizzata per eventi e soggiorni. Il giardino barocco consta di oltre 60 statue scolpite nella pietra d’Istria ed altrettante sculture minori, e all’interno del complesso troviamo il labirinto, la grotta dell’eremita, l’isola dei conigli e il monumento al tempo. Prima di arrivare a Monselice non perdiamo l’occasione di visitare il più bel borgo dei Colli Euganei: è Arquà Petrarca, luogo scelto dal grande poeta del Canzoniere per gli ultimi anni della sua vita. Qui si possono visitare sia la casa del Petrarca sia la tomba, un’arca marmorea posizionata accanto alla Chiesa di Santa Maria Assunta. A Monselice facciamo la penultima sosta per visitare il Castello Cini, la Rocca con il Mastio Federiciano fatto costruire per conto di Federico II di Svevia da Ezzelino da Romano e la via delle Sette Chiese che dal centro sale verso la rocca. C’è il tempo per un pranzo al ristorante La Torre o un break alla Pasticceria Lazzarin e poi ci spostiamo verso il Dominio di Bagnoli, a visitare la Villa Widmann Borletti edificata nel 1656 da Baldassarre Longhena, su commissione di Ludovico Widmann, laddove sorgeva un monastero benedettino dell’anno Mille. Oggi è sede dell’azienda vitivinicola di riferimento per la Doc Bagnoli ed è anche location per eventi e agriturismo di charme, dove passare qualche giorno nella contemplazione della bella campagna veneta e non troppo lontana dalle spiagge dell’Adriatico.