A chi non la conosce bene, la provincia di Trento potrà sembrare molto più grande di quanto si potesse immaginare, e del resto è una provincia di montagna e le distanze, tra le vette dolomitiche, si moltiplicano per effetto delle salite e delle discese. Quel che più conta è che anche la sua bellezza supera le previsioni del viaggio perché il paesaggio svela a ogni curva, a ogni deviazione e all’ingresso di ogni località delle scoperte in grado di suscitare emozioni, così come i sapori di questa terra caratterizzata da grande cura e attenzione da parte dei suoi abitanti e delle sue istituzioni. Un sistema eccellente di reti stradali, trasporto ferroviario e piste ciclabili renderanno l’esperienza trentina come qualcosa di memorabile per chi la vive. E se la scelta è quella di trascorrere qualche giorno nelle dimore storiche situate tra la valle dell’Adige e le valli circostanti, questo ricordo risulterà indelebile nella sua gradevolezza.
Il punto di partenza? Per comodità, il nostro itinerario inizia e finisce a Trento, scelta naturale non soltanto perché è il centro che dà il nome all’intero territorio, ma anche perché le principali attrazioni sono tutte raggiungibili in giornata dal capoluogo. Immaginiamo quindi di arrivare a Trento con uno dei tanti treni ad alta velocità che ormai collegano Roma, Firenze, Bologna e Verona con il Trentino e da qui possiamo scegliere come spostarci: affittando un’automobile, una bicicletta con o senza pedalata assistita o anche utilizzando i treni regionali evitando stress e intoppi vari. Ma prima di tutto c’è da visitare Trento, partendo dalla sua più importante attrazione che è senza alcun dubbio il Castello del Buonconsiglio la cui importanza storica deve essere considerata “determinante” per i destini del mondo, perché qui si svolse il celebre Concilio nel corso del quale furono promulgati i dettami della Controriforma e che si trova a breve distanza dalla stazione ferroviaria. Del resto, Trento è una piccola città che ha esercitato, nel corso dei secoli, un ruolo storico davvero importante, in quanto punto di passaggio più o meno obbligato tra il nord e il sud dell’Europa. Le tracce dell’Impero Romano sono presenti non solo nel nome, derivazione del latino Tridentum, ma anche nell’urbanistica del centro storico. A Trento è necessario passare un po’ di tempo, almeno un giorno pieno, per ammirare la piazza del Duomo con la Fontana del Nettuno, la Cattedrale di San Vigilio, Palazzo Cazuffi e Palazzo Rella con le loro spettacolari decorazioni in facciata, Palazzo Pretorio che è la sede del Museo Diocesano Tridentino e la Torre Civica dapprima utilizzata come prigione e successivamente come luogo di celebrazione – tramite esplosione di colpi di artiglieria o fuochi d’artificio – durante le feste o per l’arrivo delle grandi personalità. Da non perdere, inoltre, Museo delle Scienze di Trento, che dista circa un chilometro dal centro cittadino ed è stato progettato da Renzo Piano, con il suo percorso a più livelli dalla “Serra Tropicale” ai reperti fossili del piano interrato fino al quarto piano dove vengono illustrate condizioni e forme di vita dei ghiacciai alpini. E poi due attrazioni decisamente differenti per argomento ma entrambe situate le quartiere di Piedicastello: le Gallerie, spazi espositivi ricavati in due ex-tunnel stradali che ospitano mostre fotografiche, installazioni multimediali ed eventi culturali, e il monumento dedicato a Cesare Battisti, simbolo dell’irredentismo e giustiziato dagli austriaci il 12 luglio del 1916, che si trova sulla cima della collina che prende il nome di Doss Trento e custodisce le spoglie dell’eroe risorgimentale. Il busto del soldato irredentista è opera dello scultore trentino Eraldo Fozzer.
Per chi intendesse pernottare in città, una soluzione confortevole e strategica per posizione è rappresentata dal Grand Hotel situato a due passi dalla stazione ferroviaria e dalle principali attrazioni cittadine. Per chi cerca una trattoria storica c’è Il Cappello in Piazzetta Lunelli. E a proposito di Lunelli, famiglia proprietaria di Cantine Ferrari, consigliamo caldamente una visita alla sede di questa realtà eccellente per la produzione di bollicine Trentodoc, situata a sud della città e in grado di offrire ai suoi tanti ammiratori una bella wine experience ricostruendo i suoi oltre 120 anni di storia.
Da Trento ci spostiamo verso Rovereto, la seconda località per importanza della provincia e anch’essa raggiunta dai treni ad alta velocità, che è la porta di accesso per la parte trentina del lago di Garda e rappresenta un centro culturale, storico ed economico di primaria importanza, e ora vedremo perché. Tutte queste ragioni ci spingono a suggerire Rovereto come naturale alternativa per un pernottamento prolungato lungo la valle dell’Adige e chi volesse ricorrere a questa soluzione ha a disposizione la dimora storica perfetta per soddisfare le proprie esigenze: si tratta di Palazzo Lodron, residenza dell’omonima famiglia fin dal lontano 1456, la cui ala sud è diventata dal 2010 un relais molto confortevole e ottimamente gestito, con tanto di piscina coperta (e attiva nella bella stagione), la cui atmosfera è ben più serena rispetto a quanto qui accadde in epoca rinascimentale, quando Palazzo Lodron fu sede del tribunale nei processi alle streghe. Tra i nomi iscritti all’albo d’oro del palazzo compare quello di Mozart, che fu amico della contessa Antonia Lodron a cui dedicò le Lodronsche Nachtmusiken (Serenate lodroniane) del 1776-77. Da notare che nel Don Giovanni, il protagonista del melodramma composto da Mozart canta in un duetto con Leporello: “Versa il vino! Eccellente marzimino!”, riferendosi proprio alla produzione tipica di Isera, località che si trova a breve distanza dal palazzo. A proposito di Isera, il nostro ristorante del cuore in paese è quello della cantina De Tarczal, che ha tra i suoi piatti-icona il risotto al radicchio e Marzemino d’Isera con scamorza affumicata.
Villa Lagarina si trova il Parco Guerrieri Gonzaga: è uno dei più estesi del Trentino con una superficie che raggiunge tre ettari e mezzo. Circondato da alte mura che lo rendono difficilmente visibile dall’esterno, rappresenta uno scrigno verde all’interno del paese di Villa Lagarina. Poi naturalmente ci sono le cose fondamentali da visitare a Rovereto: è doveroso un passaggio al Museo Storico Italiano della Guerra, perché questa era una città di confine in occasione della Grande Guerra, ma ormai la maggior parte del turismo è legato al Mart-Museo di arte moderna e contemporanea che ha un patrimonio di circa 20.000 opere nelle quali sono rappresentate tutti i maggiori movimenti del Novecento. Tra una sala e l’altra, c’è anche la possibilità di un’esperienza gastronomica di alto livello con il bistrot di Alfio Ghezzi, chef stellato Michelin che qui ha aperto il ristorante di fine dining Senso. E poi da Rovereto, come anticipato, è raggiungibile il Garda trentino attraverso il piccolo valico di San Giovanni che collega Torbole, con sosta “fotografica” alle caratteristiche Marmitte dei Giganti, monumento naturale di epoca glaciale. E poi da Torbole si prosegue fino a Riva del Garda, sede di eventi fieristici e soprattutto la più importante località turistica del Trentino grazie a una capacità ricettiva di prim’ordine.
Da Riva del Garda ci sono due possibilità. Si può far ritorno su Trento risalendo la valle dell’Adige da Rovereto o, in alternativa, si prosegue verso Varone per ammirare l’omonima cascata e poi si supera il parco Archeo Natura di Flavè che sorge in un sito archeologico patrimonio Unesco. Da qui si arriva a San Lorenzo Dorsino, uno dei borghi più belli d’Italia, dove c’è la nostra seconda dimora storica: l’Hotel Opinione, risalente al 1834 e condotto fin dalla fondazione dalla Baldessari. Il curioso nome deriva dal fatto che l’albergo era stato scelto dagli uomini d’affari dell’epoca per discutere di fatti privati, pubblici e di politica, così ognuno poteva dire la sua. In quasi duecento anni di storia, la funzione d’uso è rimasta la stessa e ancora oggi, come all’epoca, l’hotel accoglie i propri ospiti che da qui possono proseguire o verso Trento o verso il Parco Adamello Brenta.
Nel ritorno verso Trento, val la pena di fermarsi al lago di Toblino per ammirare il castello e l’attiguo bacino lacustre di Santa Massenza. Ed è interessante anche la sosta al Forte di Cadine, strategico per bloccare l’accesso a Trento da parte di eventuali invasori. Dopo la discesa in città, è tempo di risalire in direzione est per andare alla scoperta delle meraviglie offerte dalla Valsugana, terra di laghi (Levico e Caldonazzo), meleti, vigneti e castelli. Tra i manieri eretti a scopo difensivo spicca la nostra terza e ultima dimora storica del Trentino che prende il nome di Castel Ivano e sovrasta il bel centro storico di Borgo Valsugana. La struttura del VI secolo è passata di mano da Ezzelino da Romano a Cangrande della Scala, dai Carraresi alla diocesi di Feltre, dalla Serenissima agli Asburgo. Si erge sul promontorio del Monte Lefre ed esercita un fascino immediato. È possibile prenotare una visita agli ambienti del castello, oggi prevalentemente utilizzato per eventi, ma anche rimanere per un pranzo o una degustazione. La proprietà attuale del castello è coinvolta nel progetto Terre del Lagorai, che riunisce un gruppo di viticoltori nel progetto enoico che propone una intrigante declinazione di metodo classico Trentodoc e un ottimo Pinot nero in purezza.