Dall’Emilia alla Romagna, cosa cambierà? Un emiliano risponderà: tutto, perché qui c’è la carne e là c’è il pesce, qui c’è il Parmigiano Reggiano e là c’è il Pecorino, qui ci sono i tortellini e là ci sono i cappelletti. Il romagnolo, irriverente, risponderà: se vai in Emilia a trovar qualcuno, ti offrono acqua; noi invece offriamo il vino. In realtà, in un’Italia fatta di campanili e di rivalità consolidate nella storia, il rapporto tra emiliani doc e romagnoli doc non presenta particolari complessità, anzi: come disse una volta Raoul Casadei, il re del liscio (che si balla sia di qua sia di là): “Stiamo bene insieme, perché senza il loro prosciutto cosa ci mettiamo dentro la piadina?”. Bene. È giunto il momento di partire da Bologna per affrontare la via Emilia e arrivare, tra una dimora e l’altra, a Rimini, dove finisce ufficialmente la Statale 9. Il viaggio è di 120 chilometri, ma noi lo allungheremo di una decina per le deviazioni necessarie al raggiungimento delle dimore presenti lungo il percorso che inizia dal centro storico di Bologna, sotto le Due Torri, perché qui parte la via che prende il nome di Strada Maggiore e conduce alla porta San Vitale, che peraltro è un Santo particolarmente venerato a Ravenna, e quindi il suo nome già profuma di mare per i bolognesi. Superiamo San Lazzaro di Savena e arriviamo a Ozzano dell’Emilia dove troviamo Villa Isolani, prima dimora storica del nostro percorso, a pochissimi km dal via. Edificio neoclassico con ampio parco, sei sale affrescate in stile pompeiano al proprio interno, luogo ideale per eventi e cerimonie. E a breve distanza da questa dimora, scendendo verso le prime colline, si trova Palazzo di Varignana, che negli ultimi anni ha segnato la svolta qualitativa emiliana – ma già in odor di Romagna – nella produzione di olio extravergine di oliva. Ma Varignana è molto più di un’azienda olivicola. Qui si fa il vino, con una cantina gioiello recentemente inaugurata, e ci sono orti e frutteti. Il core business della struttura è però rappresentato dall’ospitalità perché Varignana è un vero e proprio resort di collina con Spa, centro congressi, un ristorante di fine dining, una trattoria tipica e, ultima novità, un treno reale utilizzato come originale ristorante d’epoca. Fermarsi qui a pernottare e soggiornare è un’ottima idea per visitare Bologna o per affrontare le cure termali a Castel San Pietro Terme e poi, nella bella stagione in particolare, interrompere la pena della calura con un bagno in piscina. Sempre in zona troviamo, a proposito di vini, la cantina che più di tutte ha nobilitato il Sangiovese e gli altri vini dell’Emilia-Romagna ed è quella di Umberto Cesari, visitabile con tanto di shop aziendale. A Castel San Pietro, tappa successiva, scorre un fiume apparentemente poco significativo che si chiama Sillaro ma che in realtà ha una grande importanza geografica: convenzionalmente, segna il confine tra Emilia e Romagna. Passiamo il ponte ed entriamo dunque in territorio romagnolo, anche se restiamo in provincia di Bologna.
Dunque, la prima dimora veramente di Romagna che troviamo sul nostro percorso è Villa La Riniera, di impianto cinquecentesco e poi ampliata due secoli dopo, circondata da un grande parco di piante secolari e oggi adibita a bed&breakfast con la possibilità, per chi ama praticare il golf, di essere praticamente a portata di green perché il Golf club di Castel San Pietro Terme si trova nelle sue immediate vicinanze, esattamente come il centro termale. Per proseguire il viaggio possiamo scegliere tra la via Emilia e l’A14 ma dal punto di vista paesaggistico non c’è storia: vince la Statale 9! Anche perché poco dopo Toscanella di Dozza saliamo verso il borgo di Dozza, un gioiellino per la presenza di una rocca museale e, per chi ama approfondire la cultura vinicola, anche dell’Enoteca regionale dell’Emilia Romagna. Dopodiché siamo già a Imola, città nota non solo agli appassionati di arte e storia, perché il centro con la Rocca sforzesca è un’altra chicca da non perdere, ma anche a quelli di motori per l’autodromo dove si corre il Gran Premio di Formula 1 e infine a quelli di gastronomia perché il Ristorante San Domenico appartiene alla storia dell’alta cucina italiana ed è il più antico “due stelle Michelin” in attività, vantando questo riconoscimento fin dal 1977.
La tappa successiva è la città-mito per gli appassionati di ceramiche. A Faenza l’arte della ceramica si è perfezionata nei secoli e oggi al Mic-Museo Internazionale della Ceramica è custodita ed esposta la più importante raccolta mondiale con 60mila opere complessive. In città si possono acquistare creazioni di alto artigianato in diversi negozi e, tra una valutazione e l’altra, c’è il tempo di un break gastronomico in una trattoria tipica faentina, come La Baita, o in una pizzeria d’autore come ‘O Fiore Mio del maestro pizzaiolo e lievitista Davide Fiorentini, mentre per i dolci l’indirizzo giusto è quello della pasticceria di Sebastiano Caridi, da qualche anno arrivato anche a Bologna. La città successiva lungo la via Emilia è Forlì, la cui fama è legata all’architettura del periodo fascista perché Mussolini giustamente aveva un occhio di riguardo per la sua città d’origine, ma quel che non si sa di Forlì è che qui davvero non mancano gli spazi museali: Musei di San Domenico, Pinacoteca, Palazzo Romagnoli e Museo del Risorgimento di Palazzo Gaddi ne sono solo alcuni esempi. E nei dintorni di Forlì prospera un bel distretto del mobile imbottito, ideale qualora si valutasse un cambio di arredo in casa (qui sono specializzati nella lavorazione dei divani in pelle). A Forlimpopoli non mancate un passaggio in Casa Artusi, complesso con biblioteca gastronomica, scuola di cucina e anche ristorante, tutto realizzato nel paese dove nacque l’autore del più importante ricettario della storia italiana.
E siamo ormai arrivati a Cesena, altra città di fondamentale importanza in ambito culturale per la presenza della Biblioteca Malatestiana, che conserva quasi 380mila volumi ed è stata inserita da Unesco nel Registro della memoria del mondo. Da vedere anche la piazza del Popolo e, qualora ci sia uno spettacolo in cartellone, il magnifico Teatro Bonci. A seguire, due piccoli distretti industriali di grande importanza per gli appassionati dei prodotti di cui stiamo per parlare: il primo è quello del fitness, o Wellness Valley, nato attorno all’azienda leader del settore che è la Technogym; il secondo è quello delle scarpe di San Mauro Pascoli, che val la pena di visitare non solo per gli outlet dei vari marchi qui presenti, ma anche perché è il paese natale di Giovanni Pascoli, del quale si può visitare la casa-museo. E le dimore storiche? Sì, da un po’ non ne vediamo ed è tempo di rimediare. Allora saliamo subito in collina verso Poggio Berni, dove si trova Palazzo del Poggiano, edificio fortificato di origine malatestiana, oggi aperto al pubblico e dove c’è la possibilità di soggiornare nelle due suite a disposizione degli ospiti. Da Poggio Berni ritorniamo verso la Statale 9 per visitare il borgo di Santarcangelo di Romagna e in particolare il suo celebre Castello di Santarcangelo di Romagna, eretto sul Mons Iovis e ricostruito su base antica da Sigismondo Pandolfo Malatesta, signore di Rimini e Fano, nel 1447 per fare fronte ai nuovi sistemi di attacco militare. Oltre alle visite guidate e all’organizzazione di grandi eventi, al Castello si può soggiornare grazie alla presenza di due suites riservate agli ospiti. Da non perdere, nel borgo, l’esperienza gastronomica all’Osteria La Sangiovesa, con i prodotti dell’azienda agricola di proprietà dell’osteria, Tenuta Saiano.
Scendiamo poi verso il mare, che qui è davvero a due passi dalle colline, in località Bordonchio e nei pressi delle spiagge di Bellaria-Igea Marina, dove si trova il Castello Benelli, eretto per volere del conte Pietro Spina nell’Ottocento, ricalcando le fondamenta di un antico castello medievale del XI secolo, e acquistato nel 1917 dalla famiglia Benelli. Oggi è visitabile un paio di volte al mese, e la caratteristica particolare di queste visite è l’accompagnamento musicale, ed è anche location per matrimoni ed eventi.
A questo punto, abbandonata la via Emilia, continuiamo per qualche chilometro costeggiando il mare lungo un’altra Statale, la 16 Adriatica, e dopo aver superato la storica e popolarissima Italia in Miniatura entriamo nella città di Rimini e lo facciamo attraversando il suggestivo Borgo di San Giuliano, prima di visitare la capitale italiana del divertimento e della vita in spiaggia, dedicando particolari attenzioni ai suoi monumenti antichi (Arco di Augusto, Ponte di Tiberio, la straordinaria Domus del Chirurgo), al Tempio Malatestiano e, infine, un doveroso omaggio al genio di Federico Fellini con la visita al Fellini Museum distribuito tra Castel Sismondo, Palazzo del Fulgor e Piazza Malatesta. Così ognuno potrà dire, una volta tornato a casa: Amarcord!