“Un eccezionale esempio del ridisegno del paesaggio nel Rinascimento, che illustra gli ideali di buon governo nei secoli XIV e XV della città-stato italiana e la ricerca estetica che ne ha guidato la concezione”. Così si legge nella motivazione che accompagnò, nel 2004, l’inserimento della Val d’Orcia tra i patrimoni mondiali dell’umanità da parte di Unesco. Se chiediamo a un americano, o a un abitante del nord Europa, di descriverci qual è la sua visione ideale dell’entroterra italiano, probabilmente ci risponderà indicandoci una delle immagini che contraddistinguono questo territorio, punteggiato di cipressi e colline dove si sono insediati borghi edificati secondo un disegno architettonico e funzionale ben preciso. Tra questi spicca Pienza, la “città ideale” di Enea Silvio Piccolomini, diventato Papa con il nome di Pio II (1458-1464).
La Val d’Orcia è una terra poetica, dal suolo arido ma almeno in parte vocato alla produzione di grandi vini, con denominazioni che hanno raggiunto fama globale e quotazioni stellari come il Brunello di Montalcino DOCG, risultato di un buon governo territoriale e di un disciplinare che ha posto al centro la qualità e l’identità di un’area ben circoscritta. È anche terra di sapori, di carni pregiate, cacciagione, salumi, formaggi DOP come il Pecorino di Pienza, ma anche miele, zafferano, olio extravergine d’oliva e tartufi bianchi e neri frutto della “cerca” notturna nei boschi.
Le Crete Senesi, con i suoi calanchi che in alcuni tratti ricordano paesaggi lunari, sono diventate da qualche anno, insieme al Chianti, scenario privilegiato di corse ciclistiche professionistiche e amatoriali, fra tutti le Strade Bianche e l’Eroica. Quest’ultima sta diventando un vero e proprio stile di vita, consistente in un movimento di turismo para-sportivo lento, ecologico e conviviale, che strizzando l’occhio al passato nella scelta delle biciclette e dell’abbigliamento, si focalizza sul connubio vincente fra paesaggio, attività fisica e assaggi dei prodotti tipici locali. La Provincia di Siena ha scelto di proteggere e valorizzare le strade sterrate salvandole dall’asfalto.
Diamo inizio al viaggio partendo da Siena e puntando verso sud lungo la Statale 2, la antica “via Cassia”, ma anche la celebre via Francigena, che collegava il Nord Europa a Roma e alla Terra Santa, e che è tornata con il giubileo del 2000 ad essere percorsa da moderni pellegrini in cerca di percorsi lenti e spirituali. Costeggiando il corso del fiume Arbia entriamo nelle Crete Senesi, nome con cui si indica la zona a sud-est del capoluogo. In località Monteroni d’Arbia troviamo la prima dimora storica del nostro itinerario. Si tratta del Castello di San Fabiano, borgo costituito dalla torre del XII sec., dalla villa padronale con annessi edifici agricoli e dalla chiesa risalente al 867 d. C. dedicata a San Fabiano, proprietà della famiglia Fiorentini e oggi zona faunistica di ripopolamento. Suites all’interno del castello, piscina e location per eventi sono a disposizione degli ospiti.
A breve distanza, in località Radi, ecco la Villa e Fattoria di Radi, che sorge laddove i senesi avevano costruito un castello a difesa della città ed era la residenza di un Capitano inviato proprio dal Comune di Siena. Dopo la distruzione da parte dei fiorentini, sulle rovine del castello fu edificata nel ‘600o la villa attuale con cappella settecentesca e giardino terrazzato costruito sulle mura del castello medievale. Oggi vi ha sede un’azienda agricola biologica. Nella Villa si svolgono eventi e matrimoni, e nove appartamenti-vacanza, con vista sulle crete senesi, sono a disposizione degli ospiti con la possibilità di degustare i prodotti tipici della Fattoria, al bar snack point Sapori di Radi.
Tornati sulla Cassia in direzione di Buonconvento ci si può fermare a visitare una terza dimora storica che si trova nel borgo di Curiano ed è chiamata proprio Villa Curiano, che domina una tenuta agricola biologica di 400 ettari ed è di proprietà della Marchesa Isabella Gaetani di Canossa. Dal recente restauro della villa sono state ricavate otto camere da letto destinate agli ospiti, con una piscina e un giardino a disposizione, dove rilassarsi con la spettacolare vista delle Crete senesi.
Sulla strada per Montalcino, incontriamo il borgo di Buonconvento, decretato dal Touring Club come uno dei borghi più belli d’Italia, noto già ai pellegrini e mercanti che percorrevano la via Francigena per raggiungere Roma, il centro della cristianità. In questo luogo dal nome rassicurante, i viandanti interrompevano il viaggio per alloggiare e rifocillarsi. E lo si può chiaramente fare anche oggi, pranzando o cenando in una delle diverse osterie che rivisitano in chiave moderna la cucina tradizionale. Vivamente consigliata una deviazione all’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore, casa madre dell’ordine benedettino-olivetano fondata nel Trecento dal senese San Bernardo Tolomei e pregevole per il patrimonio artistico, con gli affreschi del Signorelli e del Sodoma e le tarsìe lignee di Fra Giovanni da Verona. Da Buonconvento saliamo verso Montalcino lungo la Provinciale 34 che passa per Bibbiano, località dove è presente un castello, e proseguiamo fino a raggiungere una terza dimora storica, quella di Castelnuovo Tancredi, posta al centro di una tenuta di 600 ettari. E anche questa è un’ottima base da cui partire per andare alla scoperta delle cantine del Brunello, perché la villa padronale dispone di nove suites per chi intende soggiornare e pernottare al suo interno, e ci sono anche diversi casali destinati all’accoglienza. Nel parco si trovano la piscina, un campo da tennis e una wellness spa dotata di palestra e sauna. Da Bibbiano poi si procede verso Montalcino lungo la Provinciale 103 che, una volta superato il corso dell’Ombrone, ci porta a costeggiare il Golf Club di Castiglion del Bosco.
Proseguendo di cantina in cantina, raggiungiamo il centro di Montalcino dove, oltre a fare shopping delle migliori annate disponibili di Brunello e di Rosso, sarà il caso di visitare il centro storico, a partire dalla fortezza senese, per approdare al Tempio del Brunello nel complesso di Sant’Agostino, che comprende la chiesa omonima recentemente restaurata, il Museo Civico e Diocesano e un bistrot di ottima cucina dove si possono degustare tutti i vini del territorio.
Per concedersi un buon pranzo o cena non mancano anche ristoranti che, grazie alla notorietà acquisita dal territorio, hanno conquistato fama e anche qualche stella Michelin. A chi volesse diversificare la propria visita non solo a cantine, suggeriamo una visita a uno dei caseifici della Val d’Orcia. Da Montalcino consigliamo una deviazione fra il culturale e lo spirituale all’Abbazia di Sant’Antimo (VIII-XIII sec.), pregevole esempio di architettura romanica di matrice francese, famosa per i capitelli figurati e per la brillantezza dell’onice alabastrina con cui è stata edificata.
Scendiamo da Montalcino in direzione di San Quirico d’Orcia. Lungo la strada, in località I Triboli appare improvvisamente l’immagine più iconica della Val d’Orcia, quella del solitario boschino di cipressi posizionato in cima a una dolce collina, il cui colore del suolo cambia totalmente a seconda delle colture di stagione. San Quirico d’Orcia è un paese di impianto medievale, con due bellissime chiese romaniche poste alle estremità. Al centro, da non perdere gli Horti Leonini, giardino pubblico cinquecentesco pensato per dare frescura ai viandanti, e il secentesco Palazzo Chigi, oggi sede municipale. Sul Corso incontriamo un’altra dimora storica visitabile su richiesta, la Casa dell’Abate Naldi, costruita nel XVII secolo per conto di Matteo Naldi, medico e scienziato senese. Le stanze del palazzo possono essere affittate e sono uno scenario ideale per servizi fotografici. Nella cucina al piano terreno si tengono corsi di cucina, mentre il cortile intorno al pozzo su cui si affaccia un piccolo e romantico giardino pensile è ideale per un aperitivo in occasione di un evento privato. A pochi chilometri da San Quirico d’Orcia, la famiglia proprietaria della Casa dell’Abate Naldi possiede un’azienda agricola biologica al centro della quale si trova l’Agriturismo Il Rigo, che offre ospitalità in un antico casale in travertino risalente al XVI secolo.
Bagno Vignoni, frazione di San Quirico d’Orcia, è resa unica dalla presenza di una sorgente termale, che da un’antica vasca monumentale attorno a cui sorge il nucleo abitato diventa un rivolo, che a cascata si riversa scenograficamente nel fiume Orcia. A chi vuole unire il viaggio alle cure termali suggeriamo di pernottare in uno degli hotel con piscine interne.
La dimora storica di Villa La Foce è la nostra successiva tappa. Edificata alla fine del ‘400 come luogo di sosta per pellegrini e mercanti, oggi è location per eventi e relais molto apprezzato, soprattutto per la possibilità di visitare il suo incantevole giardino, parte all’italiana, parte all’inglese, realizzato fra il 1924 e il 1939 dai Marchesi Antonio e Iris Origo, insieme all’architetto inglese Cecil Pinsent, del quale viene considerato il capolavoro. Ancora oggi la famiglia è un punto di riferimento letterario e culturale per tutta la zona, sulle orme della scrittrice Iris, in particolare per il Festival musicale “Incontri in terra di Siena”.
Dalla Foce proseguiamo lungo panoramiche strade secondarie in direzione della val di Chiana, fino a raggiungere Montepulciano, la cosiddetta Perla del Cinquecento e terra di produzione del Vino Nobile di Montepulciano. La città, che diede i natali al poeta mediceo Il Poliziano, vanta un tessuto urbano monumentale, che alterna edifici medievali a un’infilata di bellissimi palazzi rinascimentali, che ne fanno un museo a cielo aperto. Al culmine del Corso, tutto in salita, si apre Piazza Grande, con il Duomo, il Palazzo Comunale che riproduce in miniatura il Palazzo Vecchio di Firenze, e le dimore cinquecentesche disegnate dal Sangallo dei palazzi Contucci e Nobili Tarugi. Nei pressi della piazza, la Fortezza costruita su un impianto etrusco ospita ora un’enoteca e un centro espositivo. Il Palazzo Neri Orselli è invece la sede del Museo Civico, la cui collezione varia da reperti archeologici, a dipinti medievali, rinascimentali e moderni, e una notevole serie di ceramiche robbiane. Ricca l’offerta enogastronomica locale. Per degustare il Nobile o il Rosso si può scegliere fra una delle suggestive cantine storiche sotterranee all’interno del paese o una delle oltre duecento aziende sparse sul territorio e consorziate nel Consorzio del Vino Nobile. Raccomandiamo una sosta all’elegante Caffè Poliziano, che fa parte dei Locali Storici d’Italia in quanto in attività dal 1868, e che ha anche un ristorante. Una visita di Montepulciano non è completa senza una sosta al Tempio di San Biagio, appena fuori dall’abitato, capolavoro cinquecentesco dell’architetto Antonio da Sangallo il Vecchio.
Prendiamo quindi la via per Pienza, scegliendo di passare attraverso il villaggio fortificato di Monticchiello, alla scoperta del suo Teatro Povero che ha rappresentato il punto di ripartenza di un borgo che negli anni Sessanta era in stato di abbandono e che ha saputo rinascere attraverso le arti e la cultura.
Pienza forse il centro più rinomato della Val d’Orcia, richiede una visita approfondita. La Piazza Pio II, attuazione architettonica della città ideale del Rinascimento, reca il nome del suo ideatore, il papa nato qui nel Quattrocento, che la disegnò con l’aiuto dell’architetto fiorentino Bernardo Rossellino. Il duomo, al centro, è affiancato da due vicoli panoramici che lasciano entrare la vallata dentro la piazza stessa. Ai due lati, i musei di Palazzo Piccolomini, antica dimora storica papale, oggi casa-museo, e Palazzo Borgia, sede del piccolo quanto prezioso Museo Diocesano. Per fare shopping Corso Rossellino e le sue traverse offrono una galleria di buone botteghe di salumi, formaggi e altre specialità locali nonché di manufatti artigianali, in particolare di ferro battuto, cuoio e ceramica, ma anche tessitura al telaio e riciclo di materiali in chiave artistica.
E per dormire? Ecco un paio di dimore storiche a pochi chilometri dal paese: una è il fortilizio di Palazzo Massaini, appartenuto un tempo ai Piccolomini, che mette a disposizione il Podere La Pieve, antico casale ristrutturato come agriturismo, con piscina a sfioro da cui ammirare il panorama unico di questa valle. L’altra è Borgo Sant’Ambrogio, complesso formato da una costruzione principale risalente al XVI secolo e da una serie di altri edifici di epoca più recente, oggi adibito a resort con camere e appartamenti, un ristorante e una sala convegni, offerta arricchita dalla presenza di una piscina a disposizione degli ospiti.
Dal Borgo proseguiamo lungo la Provinciale 71 superando i borghi di Castelmuzio e di Montisi, da dove raggiungiamo San Giovanni d’Asso, zona di raccolta del pregiato tartufo bianco la cui mostra mercato si tiene ogni anno nei due weekend centrali di novembre, e qui visitiamo Villa La Consuma con il suo grande giardino pensile e la piscina, le cui origini risalgono al XIV secolo quando era una parte delle costruzioni che circondavano il Castello di San Giovanni d’Asso. Oggi la struttura mette a disposizione degli ospiti l’intera casa padronale con piscina privata; organizza inoltre cene e lezioni di cucina, degustazioni di vino e tartufo nell’antica cantina esclusivamente per gli ospiti stessi. A San Giovanni d’Asso da non perdere è una passeggiata immersiva nel Bosco-giardino della Ragnaia, su cui è intervenuto a partire dagli anni Ottanta l’artista americano Sheppard Craige, creando dei percorsi filosofici ricchi di misticismo ma anche di ironia.
L’ultima tappa di questo itinerario tra le Crete senesi è la dimora storica diffusa di Borgo Lucignanello Bandini, a Lucignano d’Asso, da seicento anni di proprietà dei Piccolomini e recentemente restaurato come Residenza d’epoca. Si tratta del luogo ideale per porre termine alle nostre “fatiche”, in case autonome dove godersi la quiete della campagna toscana, visitando la cantina e degustando l’olio extravergine di produzione propria e, nella bella stagione, immergendosi nella piscina panoramica a sfioro sul colmo della in collina, da cui si gode di panorami e tramonti indimenticabili.