Quando si parla di città estense, il pensiero immediato vola a Ferrara che della famiglia ducale porta il nome fin dal Castello, principale monumento del centro più importante della bassa pianura emiliana. Eppure anche Modena lega buona parte della propria storia alla famiglia degli Este, che nella città della Ghirlandina mantenne il potere ben più a lungo rispetto a Ferrara: due secoli in più per l’esattezza, visto che nella seconda il ducato venne meno nel 1598, mentre a Modena si prolungò fino alla nascita del Regno d’Italia. Fatta questa premessa, è evidente che il legame tra Modena e Ferrara sia stato piuttosto stretto nel corso della storia, e la dominazione estense ha dato a queste due province confinanti dei caratteri comuni, come una sorta di continuità della bellezza che dai centri storici dei capoluoghi si diffonde nei borghi pianeggianti dove, sotto i portici, il tempo scorre sereno e c’è sempre la possibilità di scoprire una bella piazza, una trattoria che prepara piatti eccellenti e un museo o una chiesa che custodiscono autentici tesori. Tra cui, naturalmente, ci sono le dimore storiche aperte al pubblico e in grado di ospitare chi apprezza questa terra e ne vuole rivivere le origini. In questo itinerario emiliano percorriamo dunque le vie che portano da Modena a Ferrara per poi far rotta verso il centro di Bologna, dove la discontinuità storica – qui gli Estensi erano i nemici – diventa continuità artistica e architettonica.
Il punto di partenza a Modena non può che essere la piazza che ha permesso alla città di diventare patrimonio Unesco, dal 1997. Si tratta di Piazza Duomo, dove troviamo la Cattedrale con la sua facciata totalmente scolpita dall’officina di Wiligelmo e poi la Ghirlandina, celebre e caratteristica torre che domina il centro storico. Già questo complesso basterebbe per giustificare una visita in città, ma a Modena c’è molto di più, perché il suo nome è legato ad esempio alla storia dei motori e ai successi internazionali del marchio Ferrari. Di conseguenza, una delle maggiori attrazioni contemporanee di Modena è il Museo Enzo Ferrari, dedicato al fondatore della scuderia del cavallino rampante, ed è la prima di due strutture museali legate alla Ferrari, perché l’altra si trova a Maranello dove c’è anche la sede produttiva delle automobili sportive più conosciute al mondo. Tra i grandi modenesi del Novecento, oltre a Enzo Ferrari, un posto di diritto spetta a Luciano Pavarotti, la cui casa trasformata in museo è visitabile in Stradello Nava. Tra i contemporanei, il modenese più conosciuto è invece uno chef, Massimo Bottura, che da un locale in via Stella, denominato Osteria Francescana, ha conquistato fama mondiale e oggi rappresenta uno dei principali motivi per cui i gourmet internazionali prendono un aereo, si recano in Emilia e vanno a provare la sua cucina, per poi pernottare nel suo lussuoso relais Casa Maria Luigia. Per concludere la visita nel centro di Modena, restano diverse cose da vedere: non perdete, in particolare, il maestoso Palazzo Ducale, oggi sede dell’Accademia Militare e dove si può accedere solo con visita guidata e su prenotazione, ma anche il Palazzo dei Musei e il Mercato storico Albinelli.
Concluse le visite, è tempo di partire verso nord seguendo la Statale 12 in direzione Sorbara, terra di Lambrusco, per raggiungere la città di Mirandola, oggi in piena rinascita dopo il duro colpo del sisma del 2012. Siamo nella città dell’umanista Giovanni Pico (passato alla storia come “Pico della Mirandola”), nella capitale europea del settore biomedicale, e alle porte di Mirandola c’è la nostra prima dimora storica che si chiama Villa La Personala, nata con il suo borgo intorno a una torre del 1100 con annesso oratorio e cappella e oggi proprietà della famiglia Ferri Personali. Pesantemente colpita dal terremoto, che ha provocato il crollo della torre poi ricostruita, nove anni dopo la dimora ha ripreso la propria attività di hospitality e di location per l’organizzazione di eventi. In più, grazie ai lavori di ricostruzione, dispone di sei suites per gli ospiti, di cui due ricavate nell’antica torre.
Superato il centro storico di Mirandola, proseguiamo verso un’altra città dalla storia importante come Finale Emilia, una piccola capitale gastronomica grazie alla presenza di “porti sicuri” dal punto di vista della ristorazione come La Fefa e come Entrà, ma anche un borgo da visitare per la bellezza del suo castello che porta ancora i segni del terremoto che fece capitolare la “Torre dei Modenesi”, divenuta il simbolo stesso dello sciame sismico, dapprima spaccato in due e poi crollato. Per la cronaca, stanno partendo i lavori di ricostruzione.
Da Finale continuiamo verso Bondeno, la cui fama è legata sia alla Rocca Possente sia – come è normale in Emilia – a un ristorante storico come Tassi. Siamo ormai alle porte di Ferrara, dove lasciamo l’auto in parcheggio e, come la maggior parte dei suoi abitanti, inforchiamo una bicicletta per scoprire le bellezze della città di Ludovico Ariosto (reggiano di nascita ma ferrarese d’adozione), del pittore Giovanni Boldini e, più recentemente, del regista Michelangelo Antonioni. Tra i luoghi da non perdere, oltre al Castello estense e alla Cattedrale dedicata a San Giorgio, ecco Palazzo dei Diamanti che è sede della Pinacoteca Nazionale e spazio espositivo per mostre di successo, ma anche Palazzo Schifanoia, il cui nome si riferisce alla sua stessa origine di luogo nel quale si poteva schivare il tedio delle incombenze di governo, perché questa è l’unica “delizia estense” rimasta all’interno delle mura cittadine, oltre le quali troviamo, in località Ducentola, la seconda dimora del viaggio.
Villa Contessa Massari nasce attorno al 1620 e le sue dimensioni sono davvero importanti: 1.200 mq di superficie, 500 mq di scuderie e ben 26.000 mq di parco. È stata ristrutturata dal prof. avv. Francesco Caputo Nassetti che la abita con la sua famiglia, offrendola agli esterni come location per eventi e cerimonie. Prima di lasciare Ferrara, val la pena di approfondire le conoscenze acquisite dai maestri cioccolatieri ferraresi nell’arte del “cibo degli dei” visitando il negozio di Rizzati in centro storico, per poi spostarsi alla pasticceria Chocolat di Cristiano Pirani. Nella ristorazione brillano Makorè e Quel Fantastico Giovedì, mentre tra le pizzerie c’è il fenomeno Me dove è protagonista l’abbinamento pizza-cocktail.
Sulla strada verso Bologna si trova, in località Minerbio, una dimora storica del 1300 oggi location per eventi, cerimonie e convention. Si tratta di Rocca Isolani, caratterizzata da una straordinaria corte rinascimentale al cui interno arriva a ospitare 250 persone. La famiglia Isolani è proprietaria anche del celebre palazzo nel centro storico di Bologna che ne porta il nome e della Villa Isolani a Ozzano dell’Emilia. Continuiamo dunque il viaggio che ci porta verso il capoluogo emiliano-romagnolo dominato dal santuario di San Luca, superiamo Porta Galliera – antico ingresso alla città turrita per chi proveniva dalla pianura ferrarese – e limitiamoci a visitare le tre dimore storiche che si trovano nel centro storico, unendo queste esperienze alla scoperta di alcune preziose gemme del patrimonio artistico di Bologna. Il già citato Palazzo Isolani è di proprietà della famiglia Cavazza Isolani e si trova in posizione a dir poco splendida, nel punto di congiunzione tra piazza Santo Stefano con il complesso delle “Sette Chiese” e la strada che dalle due torri portava nella direzione della Romagna, detta Strada Maggiore. Location per eventi e cerimonie, Palazzo Isolani rappresenta anche una perfetta soluzione per vivere l’esperienza bolognese in una dimora storica grazie al b&b ricavato all’ultimo piano.
Spostandoci in via Castiglione, altra strada nobile del centro felsineo, ecco Palazzo Pepoli Campogrande – Campogrande Concept, con la sua emozionante e calda Sala degli Specchi dove si organizzano mostre d’arte contemporanea, esposizioni di progetti di design, sfilate di moda e momenti di food experience. Infine, tra le sue dimore storiche, Bologna può vantare anche il palazzo di un pontefice. Questa dimora è Palazzo Boncompagni, oggi proprietà della famiglia Pizzighini Benelli, dove visse e si formò il cardinale Ugo Boncompagni, eletto al soglio pontificio il 13 maggio 1572 con il nome di Gregorio XIII. Nel 2022 è stata istituita la Fondazione Palazzo Boncompagni per gestire le attività di valorizzazione e restauro del Palazzo, e proprio tramite il sito della fondazione è possibile prenotare la visita guidata della dimora, utilizzata anche come location per eventi e cerimonie o come sede espositiva per mostre di successo come quella recentemente dedicata alle opere di Mimmo Paladino. E poi c’è tutta Bologna da visitare e da scoprire, perché questa città è sempre in grado di stupire e di emozionare chi vi dedica qualche giorno andando oltre le esperienze più comuni (piazza Maggiore e San Petronio, la salita alla torre degli Asinelli, l’Archiginnasio, le Sette Chiese, le tante osterie del Quadrilatero) per penetrare nella sua storia artistica e culturale con visite come quelle al Museo di Casa Morandi per ammirare i dipinti di uno dei maggiori artisti del Novecento italiano, al Museo di Casa Carducci con la straordinaria biblioteca del poeta di Pianto antico, l’emozionante Compianto sul Cristo Morto di Niccolò dell’Arca e decine di altri musei che richiederebbero almeno una settimana di tempo dedicato, considerando poi le tentazioni gastronomiche e le mille botteghe dove potersi dedicare allo shopping.