Del Piemonte sono ben note e celebrate la ricca bellezza del centro storico di Torino, la gloriosa storia dei castelli che circondano l’antica capitale sabauda, le dolci colline e i tesori gastronomici delle Langhe, l’imponenza delle Alpi, la cultura vitivinicola di tutta l’area appenninica che comprende – oltre alla Langa – il Monferrato e il Roero, fino all’Alessandrino. Meno battuta e meno nota, turisticamente parlando, è la zona più esposta verso nordest, oggetto di questo itinerario che si rivelerà sorprendente e ricco di attrazioni sia a livello paesaggistico, tra rilievi e grandi laghi, sia a livello storico e culturale. Si tratta peraltro di un territorio patrimonio mondiale dell’umanità per la presenza, condivisa con la confinante Lombardia, dei Sacri Monti, complessi architettonici edificati sulla sommità di un colle e articolati in una serie di cappelle al cui interno sono rappresentate, con pitture e sculture, la storia di Cristo, la vita di Maria o dei Santi, o i misteri del Rosario. I Sacri Monti sono nove in tutto, e sette di questi si trovano in territorio piemontese. In questo itinerario, partendo dal centro storico della capitale italiana della lana ovvero da Biella, avremo la possibilità di intercettarne ben cinque, probabilmente quelli più suggestivi dal punto di vista del panorama.
Il nostro punto di partenza è quindi il nucleo religioso di Biella, quello formato dalla Cattedrale di Santo Stefano con il suo campanile e dal Battistero di San Giovanni Battista che è considerato dai biellesi come uno dei monumenti più importanti della città per la presenza di affreschi risalenti all’inizio del ‘300, attribuiti al Maestro di Oropa, e per il bassorilievo presente sul portale principale risalente all’epoca romana. Una particolarità del Battistero è legata ai materiali scelti per la sua costruzione: sono prevalentemente mattoni di recupero. Ma un tour di Biella non può non comprendere la visita a due strutture museali legate a quella che fu una sua industria di riferimento nel corso del ‘900 e alla raccolta delle opere di uno dei più grandi artisti espressi dal ‘900 in Europa.
Il primo museo da visitare è Fondazione Fila Museum: sappiate che questo marchio si è imposto nel mercato dapprima nel tessile agonistico, indossato dai migliori tennisti degli anni ’70, tra cui Borg, e poi divenne un must negli Usa per una serie di collezioni di sneakers che conquistarono in particolare le simpatie della comunità afroamericana. Queste e altre informazioni sono reperibili visitando il museo a ingresso libero, previa prenotazione. Venendo all’arte contemporanea, il nome di Michelangelo Pistoletto non ha bisogno di presentazioni; l’artista biellese ha realizzato in un vecchio lanificio dismesso la sede del suo laboratorio creativo, Cittadellarte – Fondazione Pistoletto, che ospita anche una collezione permanente visitabile con un tour guidato della durata di circa novanta minuti. E se già queste attrazioni fanno capire che forse è il caso di dedicare un po’ di tempo in più del previsto alla visita di Biella, sappiate che c’è molto altro da vedere sia in città alta, lungo corso del Piazzo che è la via principale del capoluogo, sia in città bassa, dove si trova un altro museo che funge da attrazione per gli amanti della birra: si tratta del MeBo – Menabrea Botalla Museum che racchiude al suo interno la storia del birrificio più antico d’Italia, anno di fondazione 1846, e quella dei formaggi Botalla; l’unione dei due prodotti ha portato, peraltro, alla nascita di un particolare formaggio alla birra, denominato Sbirro. Il tour di questo museo comprende naturalmente una degustazione di varie tipologie di formaggi accompagnate da fresche birre.
Dopo tante visite, è il tempo di dedicarsi alla città alta, partendo da piazza Cisterna, e ai suoi palazzi storici, uno dei quali rappresenta la nostra prima dimora storica. Si tratta di Palazzo La Marmora, casa museo e luogo da noi scelto per trascorrere almeno due notti di questo nostro viaggio perché al suo interno si trovano gli appartamenti Lo Stalliere, il Cocchiere e il Fienile, tutti affacciati su uno dei cinque cortili del Palazzo: sono un’oasi di pace nel cuore antico di Biella, con ingresso auto riservato e possibilità di parcheggiare all’interno. Da otto secoli, il palazzo ha conservato non solo la sua unicità dal punto di vista architettonico, ma anche gli arredi, i quadri e gli archivi che testimoniano le vicende delle diverse generazioni della famiglia proprietaria e gli aspetti della storia, dell’arte e dei costumi delle varie epoche. Nel giardino d’inverno si trova un magnifico esemplare bicentenario di Ficus repens che copre un’intera parete. Il suggerimento di trascorrere almeno due notti a Biella e a Palazzo La Marmora è legato al programma del giorno successivo, che prevede due passaggi imperdibili ad altrettante attrazioni situate in prossimità del capoluogo. La prima è il Sacro Monte di Oropa, che gli appassionati di ciclismo ricorderanno come arrivo in salita di molte tappe del Giro d’Italia, tra le quali la storica impresa del 1999 di Marco Pantani, ma che deve la sua fama al suo complesso basilicale e al culto della Madonna Nera, a cui i Biellesi si affidarono per superare la dura prova della peste dei Seicento; si tratta del più celebre luogo di pellegrinaggio dell’intero Piemonte e di uno dei più importanti in Italia. Il secondo appuntamento della giornata è con i vini di una dimora storica che sorge a breve distanza da Biella: si tratta del Castello di Montecavallo, edificato a Vigliano Biellese da Filiberto Avogadro intorno al 1830, in stile neogotico, sui resti di una casa-forte appartenente alla famiglia fin dal 1200. Il castello è un’ottima alternativa in termini di soggiorno e pernottamento per chi predilige alla città un contesto di campagna, poiché la proprietà mette a disposizione degli ospiti due camere di charme all’interno della foresteria, sotto la torre, con arredi d’epoca e con la possibilità di godere del parco e del giardino di fronte alla cappella. Ed è d’obbligo la visita alle cantine, quella storica e quella contemporanea, dell’azienda vinicola che ha sede nel castello, da concludere degustando calici di Cajanto, Indero e degli altri vini prodotti in loco. È tempo di abbandonare Biella, ma non prima di aver comprato un pacco dei suoi celebri Canestrelli in una delle pasticcerie storiche del centro – consigliamo Coggiola o in alternativa Jeantet – per proseguire il nostro viaggio verso altre destinazioni e altri Sacri Monti. Andando in direzione nord-est, i due più vicini da raggiungere sono quelli di Varallo, in Val Sesia, e di Orta, sopra l’omonimo lago.
Ma prima di arrivarci, a poca distanza da Biella e con una lieve deviazione verso sud, ecco la nostra terza dimora storica: si tratta del Castello di Massazza e nel corso della sua lunga storia – le origini risalgono all’anno Mille – ha rappresentato una fortificazione strategica lungo il percorso tra Torino e Milano. Dal 1978 la proprietà sta pazientemente portando avanti il recupero con destinazione hospitality e già ha realizzato al suo interno un teatro-arena; oggi il maniero è visitabile su prenotazione e ospita eventi privati in un contesto certamente unico. Nei pressi di Massazza meriterebbero una visita la Riserva naturale delle Baragge e il vicino Ricetto di Candelo, che rappresenta una delle strutture fortificate meglio conservate del Piemonte. E in direzione Borgosesia, prima di risalire la valle per raggiungere il Sacro Monte di Varallo, si passa per Gattinara, altro nome ben noto tra gli appassionati di vino. Il successivo collegamento dalla valle del Sesia al Lago D’Orta avviene tramite la Provinciale 76 con la quale si raggiunge Gozzano, che segna l’ingresso nel cosiddetto “distretto dei laghi”, e dopo aver visitato la bella Orta San Giulio – dove prenotando con largo anticipo ci si può anche togliere lo sfizio di un pranzo a tre stelle Michelin da Villa Crespi, nelle cui cucine opera una star degli chef come Antonino Cannavacciuolo – e naturalmente aver ammirato il Sacro Monte di Orta, è tempo di raggiungere Castello dal Pozzo, quarta dimora storica del nostro itinerario, che si trova a breve distanza dal Lago Maggiore e opera come lake resort con 45 suite e un ristorante gourmet al proprio interno. Si tratta di una soluzione strategica e ideale per visitare i laghi trascorrendo le serate e la notte nel più totale relax.
Da qui a Isola Bella, le soluzioni di percorso sono due: o tramite l’autostrada E62 o in alternativa, caldamente consigliata, costeggiando il Lago Maggiore per non perdere l’occasione di visitare, presso Arona, l’imponente (35 metri di altezza) Colosso di San Carlo Borromeo, e per ammirare on the road i panorami sul lago da Lesa, Belgirate e Stresa. Proprio a Stresa cercate parcheggio per imbarcarvi successivamente verso l’Isola Bella, la più celebre delle Isole Borromee. Fino al 1630, questo isolotto era abitato da pescatori, con due piccole chiese e qualche orto, ma fu allora che la famiglia Borromeo diedero il via alle opere che portarono alla realizzazione del palazzo e del giardino oggi noti in tutto il mondo. Il complesso di strabiliante bellezza è visitabile, e non solo: nel borgo dell’Isola Bella si può soggiornare e pernottare nelle antiche case dei pescatori trasformate in appartamenti fino a otto posti letto e dotati di ogni comfort. Stresa è il punto di arrivo del nostro itinerario, ma rappresenta al tempo stesso un’ottima base di partenza per visitare altri due Monti Sacri dell’Alto Piemonte: quello di Domodossola, detto Sacro Monte Calvario, e quello di Ghiffa, che si incontra proseguendo lungo il lago dopo aver superato i centri storici di Verbania e Intra.