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Il “Tacco d’Italia”: Otranto, Gallipoli e Leuca

Partiamo da un assunto che forse deluderà chi già sogna di soggiornare sul mare in una dimora storica, anche perché il mare della zona d’Italia di cui stiamo tracciando questo itinerario è davvero tra i più belli della nostra Penisola: in Salento, le principali residenze nobiliari si trovano all’interno, in zone più sicure rispetto alla costa, che un tempo qui era terreno di fortezze e torri di avvistamento legate al pericolo incombente dei pirati saraceni e non di case o palazzi per la villeggiatura. I possidenti preferivano, ed è comprensibile, stare al sicuro nell’entroterra, dove controllavano l’andamento degli affari e dei raccolti, più che ammirare la bellezza di uno dei due mari che bagnano questa terra, l’ultima parte della Puglia, meglio nota come il “Tacco d’Italia”. E del resto il turismo balneare è un fenomeno piuttosto recente e oggi redditizio, ma una volta quel che contava era starsene al sicuro e raccogliere le provviste per superare l’inverno che era duro anche qui, in una terra battuta dal vento ed esposta al rischio dell’invasione nemica. Tra gli aspetti positivi di questa “entroterrizzazione” delle dimore compare la realizzazione di parchi e giardini di grande importanza, che caratterizzano le masserie e i palazzi nobiliari del Basso Salento.

Questo itinerario potrebbe richiedere uno o al massimo due giorni, se ci si sofferma sulle dimore, così come una o più settimane se si decide di affrontarlo d’estate quando la visita dei palazzi salentini è accompagnata dalla scoperta di tante spiagge di incredibile bellezza e dalla visita dei centri storici più significativi di una zona che nell’antichità veniva frequentata soprattutto da chi poi partiva con destinazione Terra Santa, imbarcandosi a Otranto o a Leuca. Infine, l’itinerario assume la forma di un triangolo rovesciato che ha per base il collegamento tra i due centri principali di questo territorio ovvero Gallipoli e Otranto, e per vertice (meridionale) il Santuario di Santa Maria de Finibus Terrae e il capo di Santa Maria di Leuca.

Decidiamo di partire da Otranto, il punto più orientale d’Italia, per visitare il suo maestoso Castello Aragonese realizzato alla fine del Quattrocento e perfettamente conservato, tanto che le sue stanze sono utilizzate per ospitare mostre ed eventi. Da vedere anche la Cattedrale che risale all’XI secolo, con i mosaici sul pavimento e la Cappella dei Martiri che ricorda lo sterminio da parte dei turchi, nel 1480, di tanti abitanti di Otranto che durante l’invasione straniera non rinnegarono la propria fede: sono ben 800 i teschi custoditi nella chiesa. E se riuscite a resistere alla tentazione di un bagno alla Baia dei Turchi, nei pressi dei laghi di Alimini, o di una giornata trascorsa al celebre Lido La Castellana di proprietà della famiglia Capasa, ben nota nel mondo della moda, allora siete pronti per la visita alla prima dimora storica. Si tratta del Castello di Casamassella, dista soli 4 km dal centro di Otranto e ha origini duecentesche. Oltre all’architettura, è il giardino mediterraneo ad aver contribuito alla fama di questa antica fortezza, con gli alberi centenari e le piante floreali che abbracciano le architetture del colonnato, con gli agrumi che si alternano a cipressi, a rose antiche, a viti pregiate, a colorate buganvillee, a palme, fino alla rara quercia vallonea. E a Casamassella si può anche soggiornare, con sei suite a disposizione di chi vuole trascorrere una vacanza salentina e visitare non solo Otranto, ma anche la celebre grotta dei Cervi di Porto Badisco, che è il complesso pittorico neolitico più imponente d’Europa. A Porto Badisco, peraltro, leggenda vuole che Enea sia approdato dopo la fuga dalla distruzione di Troia, per poi fondare Roma.
Proseguiamo dunque da Porto Badisco lungo la costa per ammirare, dopo Santa Cesarea Terme, non solo i panorami sull’Adriatico ma anche diverse meraviglie naturali, nell’ordine: la Grotta Zinzulusa alle porte di Castro Marina, la cui visita richiede circa mezz’ora; il fiordo salentino che prende il nome di Cala dell’Acquaviva, dove il mare assume intensità davvero uniche; infine, quando manca poco per arrivare al capo di Leuca, l’altrettanto celebre Ciolo, che è sempre un piccolo fiordo attraversato da un ponte dove i passanti si fermano per la foto di rito. Nel mezzo, il centro di Castro conserva un castello aragonese con tanto di museo archeologico e poi ci sono alcune grotte e diverse torri di avvistamento. La visita del Santuario di Santa Maria de Finibus Terrae rappresenta l’occasione per apprendere che qui, secondo la tradizione, sarebbe sbarcato San Pietro nel suo viaggio che lo portò fino a Roma.

Dopo un passaggio nella località ormai turistica di Santa Maria di Leuca, ci spostiamo leggermente all’interno raggiungendo Alessano, per la seconda dimora storica del Basso Salento che è il Palazzo Ducale appartenente alla famiglia Sangiovanni, visitabile su prenotazione. Palazzo Ducale di Alessano, la cui costruzione risale al 1492, in passato appartenne a famiglie come gli Aragona e i Gonzaga, mentre oggi la famiglia Sangiovanni accoglie i propri ospiti organizzando eventi, cooking class e anche lezioni di pizzica in giardino, valore aggiunto di questa dimora caratterizzato da un mirabile salone di dimensioni ingenti e in piena proporzione (10x10x10 metri).
A questo punto possiamo proseguire lentamente lungo la litoranea dello Ionio, che ci consente di ammirare alcune delle spiagge più conosciute del Salento come ad esempio le celebri “Maldive” di Marina di Pescoluse, Marina di Salve, il tratto lagunare che separa Lido Marino da Torre Mozza e la località di Torre San Giovanni, per poi rientrare in direzione Racale dove visitiamo una dimora storica che offre anche la possibilità di soggiorno e pernottamento e rappresenta pertanto una perfetta soluzione logistica più o meno a mezza via tra Leuca e Gallipoli. Il suo nome è Palazzo Briganti, dispone di piscina coperta e centro benessere (situati nelle grotte sotto l’hotel) ed è a pochi km dalle spiagge della costa ionica. Il piano inferiore del Briganti accoglie il ristorante L’Acchiatura, un ex convento menzionato dalla guida Michelin dove potrete gustare ottimi piatti della cucina salentina.
La tappa successiva è il centro storico di Gallipoli, la perla del Salento ionico dove val la pena di trascorrere almeno un paio d’ore visitando le sue chiese (in particolare la Basilica di Sant’Agata), il Castello Angioino, la Fontana Greca, quindi passeggiando per il porto, per i suoi vicoli caratteristici o semplicemente ammirando il tramonto dalle mura della città fortificata. Meglio venirci fuori stagione e in particolare, se si arriva d’estate, attenzione ai weekend e al mese di agosto, quando il parcheggio diventa un’esperienza poco piacevole perché Gallipoli viene letteralmente presa d’assalto.

Dopo Gallipoli siamo pronti per far ritorno verso il punto di partenza, e la chiusura del cerchio – anzi del triangolo – ci permette di far visita ad altre due splendide dimore salentine, entrambe palazzi ducali. Il primo si trova a Scorrano e prende il nome di Palazzo Ducale Guarini, che offre peraltro la possibilità di vivere al suo interno per soggiorni di almeno una settimana. Nelle sue stanze trovano posto le collezioni di famiglia: carrozze, finimenti, libri, quadri, vini, automobili e strumenti musicali antichi e moderni. Ed è noto per il suo giardino storico con piante antiche, esotiche, agrumeti, roseti e erbe aromatiche. In più, anche per chi non soggiorna, è possibile visitare il palazzo e le sue cantine dove da quasi mille anni la famiglia produce i propri vini e si possono frequentare i corsi di ceramica nel laboratorio della proprietaria attuale del castello, Lucia Guarini, ceramista.
Da Scorrano val la pena di far sosta a Maglie, e non solo per visitare il suo bel centro storico con palazzi nobiliari e chiese importanti tra cui il Duomo di San Nicola, ma anche per ragioni più “gustose” come ad esempio la possibilità di acquistare nel factory shop di Maglio (impresa storica d’Italia) qualche tavoletta di cioccolato qui prodotto dal lontano 1875; oppure, sempre in città, approfondire la conoscenza di uno dei più celebri pastifici italiani ovvero Benedetto Cavalieri, in attività dal 1818. Infine, per gli amanti dei cappelli, è d’obbligo la visita in via Pisanelli 7 alla boutique di Doria 1905, produttore basato a Maglie e che, oltre a sviluppare la propria linea, collabora con i più importanti marchi del lusso per realizzare collezioni dedicate e 100% made in Italy.

Un’altra produzione tipica salentina è quella delle scarpe, che negli ultimi anni ha acquisito un particolare orientamento verso la sneaker: a Casarano si producono, per esempio, le celebri Golden Goose, acquistabili un po’ ovunque, ma non manca la possibilità di trovare anche produttori dedicati alla calzatura femminile come ad esempio Elata, fondata nel 1920 e attiva sempre a Casarano. Infine, per il capitolo cibo, ecco i nostri suggerimenti. Chi ama le trattorie di cucina tradizionale troverà quel che cerca da Iolanda a Lucugnano, a cominciare dalle orecchiette fatte in casa e condite con la carne di cavallo per poi passare agli “gnummaredd” (involtini di agnello) e concludere con il pasticciotto alla crema. Ottime alternative sono La Grande Abbuffata ad Acquarica del Capo e Rua de li Travaj a Patù. Attenzione: la cucina salentina è di terra, non di mare, ma ciò non toglie che in costa si possa mangiare anche dell’ottimo pesce, per esempio alla Taverna del Porto a Tricase che vanta anche la chiocciola di Slow Food, o al Ristorante Lo Scalo che si trova al Ciolo. Ultimissimo suggerimento: ad Acquarica del Capo si trovano diversi produttori di borse frutto dell’arte dell’intreccio custodita dagli “Spurtari” salentini abili nella lavorazione del giunco. Ed è davvero tutto.