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Toscana – Da Volterra alla Maremma attraverso la Costa degli Etruschi

Mare, colline, vigneti e parchi archeologici. L’itinerario che inizia da Volterra e ci porta giù in piena Maremma toscana, da dove poi saliremo fino alle pendici dell’Amiata, attraversa la cosiddetta “Costa degli Etruschi”, un territorio armonioso e caratterizzato da un clima mite per buona parte dell’anno, tanto da risultare “gentile” perfino nel cuore dell’inverno, a patto che non siano giorni di battente maestrale. Tra pini marittimi, cipressi – i più famosi sono quelli “davanti San Guido”, resi immortali dal Carducci nelle Rime Nuove – e alberi d’olivo, sempre più accompagnati dai vigneti che a Bolgheri e anche nel Grossetano si sono moltiplicati e il cui raccolto viene poi trasformato in vini acclamati dalla critica internazionale, il viaggio procede lentamente accarezzato da una luce particolare, che disegna panorami armoniosi e mitiga le asprezze dell’entroterra toscano. Sullo sfondo intravediamo le maggiori isole dell’arcipelago, prima l’Elba e poi il Giglio, fino alla scoperta dell’incantevole promontorio, quell’Argentario che taglieremo poco prima per raggiungere via Grosseto le pendici dell’Amiata, antico vulcano oggi famoso soprattutto per i frutti che offre nei mesi autunnali, dai funghi alle castagne Igp. Inutile aggiungere che si tratta di un bel viaggio, in cui alla visita delle dimore si accompagna quella di grandi cantine, l’esperienza in eccellenti ristoranti e l’acquisto di prodotti tipici e di manufatti realizzati dalle sapienti mani degli artigiani di Toscana. Allacciamo le cinture e diamo inizio al tour.

Volterra è un borgo di diecimila anime che, a dispetto delle dimensioni, può vantare un patrimonio storico e artistico da fare invidia a una metropoli. Gli etruschi, che vi dimoravano già nel VII secolo a.C, hanno lasciato tracce importanti come Porta all’Arco e Porta Diana, mentre risale al periodo romano il Teatro tuttora in piena attività nella bella stagione. L’epoca medievale ci ha consegnato invece il Palazzo dei Priori e le case torri, mentre dietro la piazza dei Priori si affacciano gli edifici religiosi come il Duomo, il Battistero e l’Ospedale Santa Maria. Per l’arte etrusca, con l’esposizione della più importante collezione mondiale di urne dell’epoca, visitate il Museo Guarnacci, mentre la Pinacoteca Civica a Palazzo Minucci-Solaini ospita tele di pregio. Da visitare anche il Museo dell’Alabastro, dedicato alla principale attività storica degli abitanti di Volterra, “città di vento e di macigno” (G. D’Annunzio); per acquistare un’opera dei maestri artigiani suggeriamo, nella piazza principale, il punto vendita della Cooperativa Artieri Alabastro di Volterra. Per chi invece vuol portarsi a casa una specialità alimentare, a Volterra si trova il Pecorino delle Balze Volterrane, un formaggio Dop che si può acquistare, per esempio, alla Fattoria biologica Lischeto. E poi ci sono l’olio extravergine e il sale di Volterra. E a pochi chilometri dal centro storico ecco la prima dimora del nostro itinerario.
Villa Giorgi Viti è stata edificata sui resti di edifici di epoca etrusco-romana, e nei secoli le sovrapposizioni hanno dato forma all’attuale struttura che fu dapprima di proprietà della famiglia Giorgi e nel 1850 venne acquistata da Giuseppe Benedetto Viti, il quale fece costruire una facciata prospiciente il giardino, in stile neogotico, inglobante l’antica torre. Oltre a essere utilizzato come location per eventi, concerti e cerimonie, la villa è visitabile su richiesta. Prima di lasciare Volterra, c’è il tempo per un pranzo al
Ristorante Enoteca Del Duca, specializzato in piatti della tradizione locale.

Percorrendo la Statale 68 superiamo le saline di Volterra e la località Ponteginori per arrivare a Castello Ginori di Querceto, seconda dimora storica del nostro itinerario, che sorge in posizione arroccata e la cui storia si intreccia con le vicende di una famiglia, i Marchesi Ginori Lisci, che hanno dato il loro nome alle porcellane più famose del mondo per la tavola, quelle di Ginori 1735, oggi marchio di proprietà del gruppo francese del lusso Kering. Il borgo è circondato dalla tenuta della famiglia con 1.300 ettari di boschi incontaminati, 700 ettari di terreni coltivati a seminativi e 16 ettari di vigneti. E c’è la possibilità di approfondire la conoscenza di questo luogo straordinario grazie alla presenza di dieci appartamenti per le vacanze, dai 2 agli 8 posti letto, che nella bella stagione possono essere affittati settimanalmente o per un minimo di 3 notti. Nella piazzetta del borgo troviamo il ristorante La Locanda del Sole e subito sotto il borgo, in un campo circondato da ulivi, c’è la piscina riservata agli ospiti. Alla possibilità di soggiornare si aggiunge quella di degustare i vini della cantina Marchesi Ginori Lisci e l’olio extra vergine d’oliva presso la Dispensa del Castello.

Si scende quindi verso Cecina, dove incontriamo il mare e tante altre attrazioni, a partire da Casale Marittimo che fa parte del circuito dei borghi più belli d’Italia e ha come particolarità il fatto di essere costituito in gran parte da edifici di pietra che seguono, ad anelli concentrici, lo sviluppo di due cerchie murarie d’epoca medievale. In località Grotte Gialle visitiamo le tombe etrusche caratterizzate dalla peculiare forma a ‘orecchio di coniglio”, e infine in località Vada eccoci alla terza dimora che, in questo caso, è rappresentata da un agriturismo, Villa Graziani, il cui corpo principale è stato realizzato nel 1841, testimonianza dell’Eclettismo romantico dell’epoca. La villa viene utilizzata come luogo di ospitalità con dodici camere matrimoniali, di cui tre suite d’epoca, e sei appartamenti ricavati nelle dependance dislocate nel grande parco. Un punto di forza è il ristorante, Enoteca Graziani, nelle antiche scuderie, con i piatti della tradizione toscana e gli ingredienti della fattoria. Prima di lasciare Vada in direzione sud, fate un passaggio alle cosiddette Spiagge bianche, considerate “I Caraibi della Toscana”, la cui origine in realtà è legata all’attività industriale della Solvay.

Entriamo quindi nel territorio di Bolgheri, terra di grandi vini rossi per una denominazione relativamente piccola, 1.370 ettari vitati in tutto, ma di fama globale grazie alle sue etichette di successo tra cui spicca quella che diede il via al fenomeno bordolese in costa toscana ovvero Sassicaia di Tenuta San Guido. L’enoturismo sta diventando un business sempre più importante per le cantine di Bolgheri, Donoratico e Castagneto Carducci e tra le realtà più organizzate compaiono Guado al Tasso, proprietà Marchesi Antinori, e Ornellaia, cantina-gioiello del Gruppo Frescobaldi. Il punto più scenografico è naturalmente il viale dei cipressi che sale verso Bolgheri, ma il vero elemento di richiamo storico di Castagneto Carducci è il suo castello. Benvenuti, dunque, al Castello di Castagneto Carducci, la cui storia è totalmente legata alla famiglia dei Conti della Gherardesca, a cui appartiene da 34 generazioni ovvero fin dalla sua edificazione che risale all’anno Mille. Tra gli esponenti della famiglia, è nota grazie all’Alighieri la storia del conte Ugolino, la cui statua accoglie i visitatori sul piazzale del castello di Castagneto, che si affaccia da una collina verso il Tirreno offrendo uno dei panorami più incantevoli della Maremma. Oltre alla visita, questo antico maniero è disponibile per l’organizzazione di eventi e cerimonie indimenticabili tra le sue sale, le terrazze e i giardini.
La strada costeggia il mare attraversando altre belle località e superando nuove denominazioni in crescita come quella di Suvereto e della Val di Cornia, dove si trova la celebre cantina Petra progettata dall’archistar Mario Botta, fino a raggiungere Castiglione della Pescaia dove si trova il resort de L’Andana, con la Trattoria stellata Michelin di Enrico Bartolini, anche questo come Petra di proprietà del gruppo franciacortino Terra Moretti, lo stesso delle bollicine Bellavista e Contadi Castaldi. Arrivati a Marina di Grosseto, è tempo di lasciare il mare per tornare in entroterra partendo proprio dal capoluogo della Maremma, Grosseto, dove ci fermeremo per visitare la Cattedrale di San Lorenzo, la piazza Dante con il curioso monumento detto “al Canapone” che ritrae il Granduca Leopoldo II nell’atto di schiacciare la testa di un serpente, allegoria della vittoria della popolazione maremmana sulla malaria, il Polo Culturale Le Clarisse con i suoi quattro musei gestiti dalla Fondazione Grosseto Cultura.

Per dedicare un paio di giorni al capoluogo, al Parco regionale della Maremma e alle spiagge circostanti, scegliamo come base un agriturismo e dimora storica, Razza del Casalone, ricavato da un antico casale del 1700 e caratterizzato dalla presenza di un parco secolare di 2 ettari e di una piscina. Infine, uscendo dalla città in direzione Siena, facciamo una sosta al Parco archeologico di Roselle per scoprire i resti etruschi e romani nel sito più importante della Maremma, dove si trovano anche una necropoli etrusca e i resti di un anfiteatro romano.

Dopo la visita, continuiamo in direzione Siena lungo la superstrada fino a Paganico, dove usciamo per attraversare il territorio dell’ultima denominazione vinicola del nostro itinerario che è anche una delle più interessanti dell’intera Toscana come rapporto qualità/prezzo, confinando con Montalcino ma non potendo vantare il brand Brunello: si tratta di Montecucco. Si sale di quota passando per Arcidosso, antico borgo medievale alle pendici dell’Amiata, e Santa Fiora, dove è presente un museo che racconta la storia mineraria di questo territorio, il Museo delle Miniere di Mercurio del Monte Amiata. Oggi l’economia dell’Amiata non è più legata alle miniere bensì ai prodotti della terra, che non devono essere scavati così a fondo, ma anche alla pelletteria di fascia top che qui dispone di un piccolo distretto produttivo presidiato dai più importanti brand tra cui Gucci e Prada. Proprio a Piancastagnaio, centro di riferimento per la pelletteria dell’Amiata, concludiamo il nostro viaggio visitando l’ultima dimora storica che è un antico convento di origine duecentesca perfettamente conservato. Il Convento San Bartolomeo è diventato un relais con 15 camere a disposizione degli ospiti, location ideale per eventi e cerimonie, ma anche una struttura che ben si presta a una semplice visita di gruppo o individuale gratuitamente, previa richiesta di disponibilità.