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Toscana – Da Firenze a Siena attraverso il Chianti Classico

Questo è un viaggio per appassionati di arte, cultura e grandi vini. L’itinerario che collega Firenze a Siena attraversa una delle zone vinicole più affascinanti e al tempo stesso selvagge, dove la vite è uno dei tanti elementi vegetali presenti nel territorio, qualcosa di completamente diverso da quel che siamo abituati a osservare in altre denominazioni vinicole “intensive” dove è davvero poco lo spazio lasciato libero dai vigneti e concesso a una residua biodiversità. Il Chianti Classico, da questo punto di vista, regala emozioni e anche qualche incontro poco gradevole con la fauna selvatica, che qui si presenta soprattutto sotto forma di cinghiale (occhio alla macchina…). E poi è un susseguirsi di borghi, castelli e cantine, ma anche botteghe del gusto e ristoranti o trattorie tipiche. Insomma, se mezzo mondo si è innamorato perdutamente di questa zona e ha deciso di prendervi casa, un motivo ci sarà, e al termine di questo percorso ve ne renderete conto anche voi. Diamo il via al viaggio da Pontassieve, alle porte di Firenze ma geograficamente già in una denominazione collegata al Chianti (Rufina), tanto che la prima dimora storica in cui ci imbattiamo è un’azienda vitivinicola, Tenuta Bossi, di proprietà della famiglia Gondi, olivicoltori a Volmiano e produttori di Chianti Rufina e olio extravergine di oliva qui a Pontassieve. Alla Tenuta si può pernottare, con sette appartamenti disponibili in agriturismo, e poi effettuare le visite guidate nelle cantine storiche, degustare vini e oli qui prodotti e organizzare eventi.
Dopo una visita al centro di Pontassieve per ammirare il ponte mediceo perfettamente conservato che collega lo storico borgo con la frazione di San Francesco di Pelago, costeggiamo l’Arno in direzione di Firenze e dedichiamo un po’ del nostro tempo alla visita di un giardino molto particolare, il Parco d’Arte Enzo Pazzagli, dove sono esposte a cielo aperto 250 opere di arte contemporanea, quindi evitiamo il centro – oggetto di un altro itinerario – e superiamo il fiume attraversando il ponte di Varlungo per raggiungere la località di Tavarnuzze, dove andremo alla scoperta di Villa Le Rose, esempio di dimora aristocratica medicea risalente al XV secolo e realizzata per volere del Marchese Niccolò Antinori, oggi utilizzata come location per eventi e villa per soggiorni tra i colli fiorentini con tutti i comfort, piscina compresa.

Spostandoci a Ponte a Ema, dove gli appassionati di ciclismo potranno celebrare il mito di uno dei più grandi campioni della storia mondiale visitando il Museo del Ciclismo Gino Bartali, prendiamo la strada regionale 222 “Chiantigiana” che ci porta nel cuore della denominazione del Chianti Classico Docg, il cui consorzio di tutela è rappresentato dal simbolo del Gallo Nero, presente anche nella fascetta delle bottiglie, che è diventato un simbolo dapprima della vittoria fiorentina sui senesi e oggi dell’intero territorio conteso tra le due città alla fine del XIV secolo. La storia è la seguente: per evitare ulteriori guerre, si ricorse a una competizione tra due cavalieri i quali, partendo dalle rispettive città, avrebbero fissato il punto di confine nel luogo dell’incontro, pertanto diventava fondamentale percorrere più strada possibile per guadagnare estensione. Oltre alla capacità dei cavalieri, contava soprattutto l’orario di partenza, fissato al canto del gallo. I fiorentini scelsero un gallo nero ruspante e lo lasciarono alla fame, perciò il gallo affamato si mise a cantare quand’era ancora notte fonda e il loro cavaliere conquistò la maggior parte del territorio chiantigiano. Appresa questa storia intrisa di leggenda, abbandoniamo quasi subito la strada regionale per imboccare la provinciale 56 che ci porta a Santo Stefano a Tizzano dove visitiamo Villa di Tizzano, residenza d’epoca costituita da un ampio complesso comprendente la villa, la torre, il parco romantico, il giardino alla francese, la piscina esterna circondata dagli ulivi con solarium, area barbecue e la terrazza panoramica. Data la bellezza della dimora e del contesto, oggi è un richiestissimo hotel de charme e luogo per eventi e cerimonie. Continuiamo quindi sempre lungo la stessa provinciale per arrivare al borgo di Impruneta, famoso per la lavorazione dell’argilla (“cotto di Impruneta”), dove si trova il Castello di Cafaggio, dimora di proprietà della famiglia dei Baroni Benci, edificato nel XII secolo e oggi utilizzato come residenza a uso esclusivo all’interno di una vasta proprietà in cui opera l’azienda agricola biologica Cafaggio, produttrice di vino e olio extravergine di oliva. Il Castello è quindi un agriturismo di charme dove si può soggiornare e pernottare a breve distanza dal centro di Firenze. Proseguiamo verso il Passo dei Pecorai e raggiungiamo il Castello Vicchiomaggio, oggi relais de charme e nota azienda vitivinicola del Chianti Classico, proprietà della famiglia Matta, dove si può pernottare, pranzare o cenare sotto i lecci secolari, effettuare la visita guidata delle storiche cantine e infine degustare i loro vini. Praticamente confinante con Vicchiomaggio troviamo un’altra antica fortezza, Castello di Verrazzano, dove nacque il navigatore Giovanni da Verrazzano, scopritore della baia dell’odierna di New York e al quale è intitolato il ponte da cui prende il via la maratona più importante del mondo. Oggi è proprietà dei Marchesi Ridolfi che hanno riportato la villa padronale al suo antico splendore e, come è naturale in Chianti Classico, sono produttori di vino; particolarmente significativa è la visita alle cantine del XVI secolo utilizzate per la maturazione del vino in botti in rovere di Slavonia. Il Castello ha una foresteria a disposizione degli ospiti.

A questo punto proseguiamo visitando due dei principali centri chiantigiani: prima incontriamo Greve in Chianti, dove l’antico convento di San Francesco ospita il Museo di Arte Sacra di Greve in Chianti, e a seguire la frazione di Panzano in Chianti. Ragioni gastronomiche legate alla “ciccia” ci portano in queste località, perché a Greve si trova l’Antica Macelleria Falorni con annesso bistrò e a Panzano c’è la bottega di Dario Cecchini, macellaio/poeta a suo tempo reso celebre dal “funerale della bistecca” (erano i tempi della “mucca pazza”), con tanto di locale chiamato Officina della Bistecca. Sistemata la questione appetito, proseguiamo con la visita a Villa Le Barone, proprietà della famiglia Della Robbia, hotel a quattro stelle con piscina riscaldata e con un ristorante, Il Torchio, realizzato all’interno della vecchia cantina ma con spazio esterno per la bella stagione. Ci spostiamo quindi verso l’Abbazia di San Michele Arcangelo a Passignano e da qui proseguiamo per raggiungere Castello Il Palagio, antica fortezza e castello medievale del 1200 che fu teatro di innumerevoli battaglie tra Firenze e Siena. Oggi il clima è decisamente cambiato e il Castello è diventato una location ideale per matrimoni ed eventi. Continuando lungo la provinciale 92 arriviamo a Castello Sonnino, che si trova nel territorio comunale di Montespertoli, quindi al di fuori del territorio del Chianti Classico ma è pur sempre zona di vini e qui si produce il Chianti Docg. La proprietà è dei Baroni de Renzis Sonnino e qui si trovano la biblioteca storica e l’archivio del Barone Sidney Sonnino, che fu Primo Ministro durante la Grande Guerra. Al Castello si può pernottare ed è location per eventi e matrimoni. Il successivo borgo sulla nostra strada è quello di Certaldo, paese natale del Boccaccio, di cui visiteremo la casa-museo e la Chiesa dei SS. Michele e Jacopo che ospita le spoglie del novelliere. A questo punto è necessaria una deviazione dal percorso per raggiungere San Gimignano, altra terra di vini (qui si fa la Vernaccia di San Gimignano Docg) e borgo celebre per le sue 14 torri sopravvissute al tempo (in origine erano più settanta), dove si può pranzare o cenare all’Osteria del Carcere.

Ci spostiamo poi verso Poggibonsi, centro della Valdelsa e zona di produzione di vetri di alta qualità, e visitiamo Villa Cusona, sede delle Tenute Guicciardini Strozzi e delle cantine di questa importante realtà vitivinicola presente anche nella costa toscana a Bolgheri e Scansano. È tempo di tornare in Chianti classico per le tre ultime dimore del nostro itinerario e raggiungiamo quindi, dopo aver attraversato Colle Val d’Elsa, il territorio comunale di Castellina in Chianti dove si trova il wine resort Castello di Fonterutoli, appartenente da 24 generazioni alla famiglia Mazzei e il cui borgo mantiene intatto intatto il suo aspetto di origine medievale. Oggi le antiche attività praticate nel borgo convivono con la presenza di un albergo diffuso, della cantina dei Marchesi Mazzei e della bella Osteria di Fonterutoli. Ci resta il tempo per vedere i centri di Castellina in Chianti, con la classica foto da scattare alla statua del Gallo Nero, di Radda e di Gaiole, prima di salire sulla leggendaria strada che porta al Castello di Brolio proprietà dei Baroni Ricasoli, che è il centro pulsante dell’Eroica, la mitica corsa ciclistica disputata con mezzi d’epoca, ed è anche la sede della più antica azienda vitivinicola italiana in attività, perché qui si fa vino fin dal 1141 e fu il Barone Bettino Ricasoli, nel 1872, a “inventare” il Chianti puntando su uve tipiche del territorio e in particolare sul Sangiovese grosso. Siamo ormai in dirittura d’arrivo verso Siena, che raggiungiamo scendendo lungo la provinciale 408 entrando in città attraverso la Porta Camollia per arrivare infine, costeggiando i Giardini La Lizza e lo stadio Franchi, le residenze d’epoca Palazzo Coli Bizzarrini, edificato all’inizio del Cinquecento e originale esempio di architettura rinascimentale rimasta incompiuta nella città del Palio, che proveremo a prenotare come residenza d’epoca per il nostro soggiorno senese, base ideale per visitare la città e da qui proseguire con il prossimo itinerario lungo le vie della val d’Orcia. A Siena sono d’obbligo alcune tappe d’arte. Da non perdere la ricchissima cattedrale di Santa Maria Assunta, che contiene capolavori di scultura e lo scrigno affrescato della Libreria Piccolomini, e una visita al Palazzo Pubblico, fra i cui affreschi si può ammirare l’Allegoria del Buono e del Cattivo Governo di Ambrogio Lorenzetti (1338). Uniche anche le collezioni della Pinacoteca Nazionale, dell’Archivio di Stato e dell’Accademia Musicale Chigiana, ultima dimora del conte musicologo Guido Chigi Saracini, visitabile  nella sua eclettica collezione d’arte e di strumenti musicali antichi.