Oratorio della Maddalena

L’Oratorio della Maddalena è ubicato nella zona settentrionale del nucleo antico di Novi, a ridosso del tracciato delle mura quattrocentesche. Esso si affaccia sulla Via Abba, già contrada della Maddalena, con un  sagrato selciato antistante.
L'impianto architettonico dell'oratorio ci consente di datarlo intorno alla fine del 500'. Ciò non esclude che la Compagnia dei Disciplinanti, a cui si deve la realizzazione, potesse essere assai più antica e dunque insediata ab origine in un edificio diverso da quello attuale.
La storia della Compagnia, divenuta Confraternita per volere di Papa Clemente VII nel 1618, conosce un momento particolarmente intenso nel corso del Giubileo del 1750. In udienza da Benedetto XIV, i confratelli chiedono a Sua Santità la concessione di una reliquia, di un “corpo santo” da custodire nell'oratorio, e l’istanza è accolta. Poco tempo dopo, infatti, prelevato dalle catacombe di Priscilla, giunge il corpo di san Prospero, che nel 1757 viene proclamato compatrono della città.
L'oratorio della Maddalena presenta una struttura allungata, a navata unica, conclusa da un piccolo coro delimitato da tre archi. Quello di mezzo, più alto dei laterali, inquadra l’altare e racchiude il gruppo plastico del Compianto.
Il Compianto sul Cristo è un gruppo statuario in terracotta policroma, racchiuso in una nicchia e restaurato nel 1980. Si compone di otto figure, disposte a semicerchio intorno al Cristo deposto. Tutte le statue, a grandezza pressoché naturale, sarebbero state plasmate e cotte sul posto, formando un unico blocco con il basamento.
Le figure, a partire da sinistra, sono: Giuseppe d’Arimatea, Giovanni Evangelista, Maria Vergine, Maria di Giacomo, Maria Maddalena e Nicodemo, per lo più in ginocchio. In secondo piano, ai lati, stanno altre due pie donne.
Al di sopra della nicchia del Compianto si staglia la grandiosa raffigurazione del Calvario, una composizione che impegna tutto lo spazio absidale a più livelli, culminando nella scena della Crocifissione che si svolge alla sommità.
Il gruppo è animato da oltre venti statue lignee, inquadrate dalla superficie delle pareti dipinte di fresco. Si tratta di singoli pezzi, di altissima qualità, realizzati a grandezza quasi naturale in essenza di ulivo, in origine vivacemente dipinto e a tratti indorato.
Il complesso è databile intorno ai primi anni del ‘600 e, pur nella sua omogeneità stilistica, rivela il contributo di diverse mani. Una bottega, il cui maestro dimostra una grande esperienza tecnica, modellando le figure in pose mosse, disinvolte, con panneggi ricercati ed esiti naturalistici, e i suoi apprendisti, il cui tratto è riconoscibile in alcuni, improvvisi irrigidimenti delle forme.
Possiamo affermare che si tratta di un’opera di alta qualità artistica, che trascina per il pathos che trasmette tuttora a chi la visita.
Via Paolo Giacometti, 22