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Friuli-Venezia Giulia – Aquileia-Gorizia-Grado, le dimore tra mare e Isonzo

Andiamo nell’estremo nordest italiano per un viaggio alla scoperta delle più belle dimore storiche sospese tra la bassa pianura friulana e la zona che si trova lungo il corso dell’Isonzo. I luoghi che troviamo in questo itinerario hanno una storia lunga e certamente complessa, frutto di una posizione di confine che ha condizionato l’esistenza delle popolazioni sia in epoca antica, nel corso delle invasioni barbariche, sia recente, perché la cosiddetta “cortina di ferro” qui si è presentata sotto forma di filo spinato e di città divise in due come Gorizia. Ora fortunatamente tutto è più tranquillo e chi visita questo territorio può apprezzare fino in fondo le sue bellezze naturali, i suoi patrimoni Unesco e i sapori di una cucina di terra che si unisce a quella di mare e alle particolarità delle lagune, con vini di fama internazionale e distillati di eccellenza. Punto di partenza: Aquileia, oggi un piccolo centro di tremila anime dove tutto ruota intorno alla grandiosità della sua storia in epoca romana, quando rappresentò la più importante città dell’attuale Triveneto con una popolazione stimata di circa centomila persone. La sua visita – Aquileia è patrimonio Unesco dal 1998 – richiede minimo mezza giornata ma in realtà ne servirebbe una intera per scoprire tutte le tracce del passato, in ogni caso non si possono perdere la Basilica originaria del quarto secolo e poi il pavimento mosaicato della Aula sud, il grandioso Foro Romano e il Porto Fluviale da dove partivano i commerci navali e da dove, secondo la leggenda, partirono anche le popolazioni di Aquileia per rifugiarsi nelle lagune dando origine a Venezia; secondo alcuni storici, le cose non sono andate proprio così, ma certamente il “Sacco di Aquileia” del 452 a opera degli Unni fu uno spartiacque per la storia della città. Terminata la visita, fate una pausa alla Pasticceria Mosaico per assaggiare l’originale Dolce Aquileia, creazione del maestro pasticcere Piero Zerbin, e poi superate Cervignano del Friuli e arrivate alla località di Strassoldo dove visiterete la prima dimora storica privata.
Il Castello di Strassoldo di Sopra può diventare il vostro punto di appoggio per le visite ad Aquileia e a Palmanova, per la sua posizione tattica tra i due centri e per il fatto che dispone di cinque case vacanze all’interno della proprietà. La sua storia è millenaria e in un documento si trovano notizie della sua esistenza fin dal 530. La visita ai resti del Castello, che in realtà erano due castelli gemelli, al palazzo principale, al borgo castrense e ai giardini si può effettuare tutto l’anno su prenotazione, e conviene farla con la bella stagione quando i giardini sono fioriti. Dopo il castello, è tempo di visitare un’altra città patrimonio Unesco. Palmanova è un luogo unico al mondo per il suo progetto urbanistico originario che si è conservato in oltre 400 anni di storia. Fu fondata come città-fortezza dalla Serenissima nel 1593 con una forma di stella a nove punte determinata da ragioni di ordine militare e con al centro la maestosa Piazza d’Armi o Piazza Grande, circondata da 11 statue e di forma esagonale, rispondendo così ai caratteri di città ideale teorizzati nell’ambito della cultura del Rinascimento. Proprio nella Piazza Grande si trova il luogo che fa per voi in caso di appetito o semplice voglia di un caffè o aperitivo ed è la Caffetteria Torinese, in attività dal 1938 e premiata per due volte da Gambero Rosso come Bar dell’Anno.

A breve distanza da Palmanova troviamo ben tre dimore storiche da visitare. La prima è Villa Manin Guerresco, all’inizio del borgo di Clauiano (inserito nel circuito dei borghi più belli d’Italia) noto per le sue case realizzate con i sassi spaccati. Fu realizzata nella seconda metà del Seicento dalla nobile famiglia Manin per poi diventare proprietà della famiglia Guerresco, che l’ha aperta al pubblico per visite all’abitazione e al giardino, per eventi e cerimonie e infine per soggiorni nelle sei camere a disposizione degli ospiti. Nel centro di Clauiano, in piena piazza, c’è Casa Foffani, da sempre proprietà della famiglia Calligaris, come risulta da documenti datati 1608 e 1687, e oggi condotta da Giovanni Foffani, figlio di Maria Calligaris e a capo dell’azienda vitivinicola Foffani; oltre alla visita della dimora, si può optare per la visita in cantina con degustazione e, nell’antico granaio, per la visita solo su prenotazione dell’opera completa della pittrice antroposofica Margherita Gabrielli. Per chi vuole pernottare qui, è disponibile un appartamento con giardino. Nel paese successivo, Trivignano Udinese, si trova invece Villa Elodia, complesso architettonico risalente alla metà del secolo XVII costituito da un corpo centrale con una grande scalinata esterna e due corpi laterali leggermente arretrati. Gli interni sono impreziositi da affreschi, stucchi e decorazioni d’ispirazione neoclassica e dall’originale “terrazzo veneziano” dei pavimenti. Porta il nome di Elodia Orgnani Martina, che acquistò la dimora nel 1954 e i cui eredi la gestiscono oggi, aprendola al pubblico come spazio per eventi con il supporto di una struttura per il catering, con la possibilità di affittarla per soggiorni settimanali con servizi da concordare.
Superiamo il ponte sul fiume Torre e prendiamo la strada che ci porta verso il confine con la Slovenia, entrando nella provincia di Gorizia e costeggiando tutta la zona del Collio, che incontriamo al nostro arrivo a Cormons. Il Collio è una delle denominazioni di elezione nazionale dei grandi vini bianchi fermi, ma anche nell’ambito delle bollicine si sta ritagliando uno spazio d’onore principalmente grazie al vitigno autoctono Ribolla gialla: le aziende da visitare non mancano e tra queste segnaliamo Castello di Spessa, che oltre a essere un ottimo produttore di vino è anche wine resort con campo da golf e con Vinum Spa.

La tappa successiva è Gorizia, dove ci fermiamo a visitare il Castello simbolo della città risalente all’anno Mille, con tanto di Museo del medioevo goriziano, e poi la bella Piazza della Vittoria con la chiesa di Sant’Ignazio, il Duomo e, tappa obbligata per ripercorrere i tragici fatti della prima guerra mondiale che fu combattuta su queste terre e su queste colline, il Museo della Grande Guerra. Da vedere anche il vecchio confine “della Transalpina”, con il “muro” che nel 1947 tagliò in due la città separando la parte rimasta italiana dai quartieri periferici e dalla stazione ferroviaria della ferrovia Transalpina, annessi alla Jugoslavia: di fatto, questa era la Berlino d’Italia. Per pranzo, sono da provare le specialità della trattoria Al Ponte del Calvario, specializzata nei piatti tipici della cucina mitteleuropea, mentre per un’esperienza di fine dining c’è la cucina di Antonia Klugmann con L’argine a Vencò, risalendo in zona Collio.
Da Gorizia scendiamo costeggiando l’Isonzo e facciamo due soste collegate al ricordo della Grande Guerra: la prima al Museo di Monte San Michele, teatro di una cruenta battaglia nel corso della quale l’esercito austro-ungarico ricorse ad armi chimiche (fosgene), e la seconda al Sacrario militare di Redipuglia, dove sono custodite le salme di 100.000 vittime del conflitto. Da Redipuglia raggiungiamo Villesse e quindi svoltiamo verso il borgo rurale di Tapogliano per scoprire la magnifica Villa Pace, costruita nella metà del Seicento da Carlo Maria Pace, Feldmaresciallo dell’Imperatore Leopoldo I, e rimasta sempre proprietà della famiglia che la costruì: la visita alla dimora offre la possibilità di ammirare lo stupendo salone da ballo in doppia altezza, le pitture murali settecentesche recuperate con il recente restauro, che sono le più antiche raffigurazioni note in Italia dei viaggi del capitano James Cook e di degustare i vini dell’Azienda vinicola Perusini. Una delle barchesse viene ora utilizzata per eventi e come champagneria, mentre la villa è aperta per visite su prenotazione, può essere affittata per eventi privati ed aziendali, shooting fotografici e cinematografici e come casa vacanze.

Ci dirigiamo verso sud e arriviamo a Ruda dove si trova Villa Iachia, dimora storica fondata tra il 1870 e il 1880 come abitazione padronale dell’azienda agricola della famiglia Iachia, la cui storia è a dir poco travagliata perché fu adibita a ospedale da campo nella prima guerra mondiale e poi, con le leggi razziali, la famiglia proprietaria fu vittima di persecuzioni e l’azienda venne requisita dall’esercito tedesco. Oggi la villa non solo è visitabile, ma viene anche affittata come location per eventi e dispone di camere riservate ai propri ospiti. Da qui facciamo un’ultima deviazione verso Ronchi dei Legionari, dove si trova non solo l’aeroporto di Trieste ma anche l’ultima dimora storica del nostro itinerario ed è Villa Marchese de’ Fabris, edificata alla fine del ‘600 per volere del Marchese Ottavio de Fabris in occasione del suo matrimonio con la contessa Savorgnan. Qui ammireremo il Salone delle feste, con le pareti decorate in gradazioni di rosa antico impreziosite da stucchi bianchi con un originale quadro raffigurante il Re di Polonia. Le visite avvengono su prenotazione e la dimora è anche affittabile per eventi e cerimonie.
Da Ronchi procediamo verso il mare superando per l’ultima volta l’Isonzo in direzione Terranova per arrivare a Grado, la principale località balneare della provincia di Gorizia con il suo bel centro storico in stile veneziano dove, come a Venezia, le vie si chiamano calli e le piazze prendono il nome di campo. Non perdete l’occasione di visitare la Basilica di Sant’Eufemia e, prendendo un traghetto, l’Isola di Barbana con il suo santuario mariano. A questo punto manca solo il tratto finale che forse è il più suggestivo: l’attraversamento del lungo ponte lagunare per fare ritorno ad Aquileia, da dove tutto questo – e non solo il nostro viaggio – ha avuto inizio.