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Castello della Margarita

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Castello della Margarita

Il Castello della Margarita, palazzo Seicentesco dei conti Solaro, fu edificato nel centro di Margarita dal primo conte, Antonio Solaro, dopo aver ricevuto l’investitura del feudo dai principi di Savoia Carignano, dei quali era stretto collaboratore.

Da allora il Castello – così è conosciuto appartenne sempre agli stessi proprietari, passando, dopo l’estinzione della casata Solaro, agli eredi Lovera di Castiglione e di Maria, subendo pochissime modifiche.

Il nucleo originale del palazzo era costituito da un paio di stanze adibite a casa di caccia con l’attigua ghiacciaia, ed era di proprietà dei Conti Sandri Trotti di Mombasiglio; fu acquistato da Antonio Solaro, primo conte della Margarita nel 1646, su suggerimento proprio del principe Tommaso e del Cardinal Maurizio. L’edificio fu ampliato e portato a termine nel 1680 da Antonio Solaro e da suo figlio, Giuseppe Maria,  che fu luogotenente dell’artiglieria durante l’Assedio di Torino del 1706.

La pianta del palazzo ha una forma a doppio ferro di cavallo, ed è costituito di una parte rustica ed una di rappresentanza. In un secondo momento gli interni furono interamente affrescati e si passò poi alla progettazione del giardino.

La zona di Margarita era paludosa, ricca di fonti e sorgenti e se, da un lato il territorio era da bonificare, dall’altro si poterono sfruttare i numerosi percorsi dell’acqua per costruire fontane, ninfei e peschiere.

La Storia del Castello della Margarita
La dimora ha una struttura molto semplice, esteriormente lineare, a due piani fuori terra e  con due avancorpi laterali a tre piani, le cosiddette “torrette”, una verso il paese e una verso il fiume. Fu ideata dall’architetto Tosetti, che aveva collaborato al progetto di Villa della Regina a Torino.

La casa, come il giardino, hanno subito alcune modifiche nel corso dei secoli, seguendo le mode dell’epoca, ma mai perdendo la sua natura originale.

Ai primi anni dell’800 venne occupata dalle truppe Napoleoniche, che la utilizzarono come caserma; si trovano ancora le tracce di questo passaggio in una stanza al piano terreno, con affreschi del Vacca, in cui i napoleonici hanno firmato ed indicato il reggimento ed il periodo del loro soggiorno. In quell’occasione, Clemente Solaro, futuro Ministro degli Esteri di Carlo Alberto di Savoia, ancora bambino fu costretto a scappare con la madre ed i fratelli attraverso un passaggio segreto, descritto nelle sue lettere.

A parte quel breve periodo, la casa è sempre rimasta in mano ai Conti Solaro ed ai loro discendenti diretti.

Per quanto riguarda gli interni, gli affreschi presentano diversi temi: dalla caccia, alle rappresentazioni naturalistiche delle piccole stanze, a quelle della mitologia delle grandi sale al piano Nobile.

La particolarità di questa dimora è che palazzo e giardino sono inseriti perfettamente nel paese, già costruito intorno all’anno 1000, ma osservando la facciata esterna dalla strada, nessuno si aspetterebbe di trovare al di là del corpo principale un giardino di circa 30.000 mq.

Il piccolo cortile antistante l’ingresso d’onore porta ancora i segni dell’antica strada che, fino all’800, passava esattamente davanti.

Il giardino della Margarita
Giuseppe Maria, secondo conte della Margarita, commissionò il progetto del giardino al primo cognato Bartolomeo Amico di Castell’Alfero, che era stato allievo di Le Nôtre, il progettista dei giardini di Versailles; il progetto venne però in seguito ripreso e concretizzato dal terzo cognato, il conte Baldassarre Piossasco di Rivalba nel 1768: era illustrato in 22 tavole dipinte ad olio – non più reperibili – e prevedeva ampi parterres circondati da siepi di bosso, lunghi porticati a treillage in carpino che accompagnavano le tre allee attestate sugli avancorpi laterali e sul portone centrale del Castello, la poissonnerie, varie fontane, giochi d’acqua, statue e un grandioso “teatro di verzura” con palcoscenico e palchi laterali di siepi di carpini. Grande importanza rivestiva il frutteto, descritto minuziosamente dallo stesso Piossasco, esperto botanico oltre che paesaggista.

Il giardino come si presenta ora si può considerare un insieme eterogeneo di “ambienti” diversi tra loro, quasi fosse una dimora all’aperto e ad accompagnare il visitatore in questo itinerario ci sono svariati suoni d’acqua, che è motivo ricorrente. Si passa da ambienti formali, in cui le geometrie regnano sovrane, ad ambienti un tempo altisonanti come il teatro di verzura, ad altri più intimi, come il cosiddetto “giardino segreto” e la “cappella di verzura” o ancora a più romantici come la passeggiata lungo il canale e ad altri più selvaggi, come il giardino “all’inglese”.

Come in ogni casata vi sono personalità di spicco, qui in giardino troviamo ad accoglierci personaggi arborei secolari, silenziosi osservatori delle mutazioni nei secoli di questo piccolo mondo.
La visita al giardino è un percorso a piedi su due livelli, una parte alta ed una parte più bassa creata in alcuni punti da contrafforti di muro e in altri dalle discese del bosco: la visita risulta essere un breve viaggio interiore, che esplora nelle varie “stanze” emozioni differenti, studiato in ogni dettaglio.

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    Dove si trova la Dimora

    Regione: Piemonte
    Città: Margarita (CN)

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