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Le dimore intorno a Torino

Questo itinerario prevede la partenza dal centro storico di Torino per visitare dimore e soprattutto castelli privati della provincia torinese, disegnando una sorta di cerchio intorno alla città sabauda per arrivare nel Canavese e nella città di Ivrea. È l’occasione per approfondire la conoscenza di due siti Unesco: quello delle residenze sabaude e quello di Ivrea città industriale del XX secolo. Naturalmente il tutto viene anticipato, per chi ancora non la conoscesse bene, da una visita approfondita al centro di Torino, le cui attrazioni sono difficili da riassumere, essendo molteplici: tra i “must” della prima capitale nella storia dell’Italia unita compaiono certamente Piazza Castello, la Cattedrale di San Giovanni Battista, la Mole Antonelliana, la passeggiata lungo via Po e poi il parco del Valentino, ma sono inevitabili i passaggi al Museo Egizio, ai Musei Reali e infine qualche necessaria pausa nei caffè storici della città, come il San Carlo, il Platti, il Baratti&Milano e il caffè Al Bicerin. Per un’esperienza di fine dining c’è lo storico ristorante Del Cambio, e se a lato del locale notate una fila piuttosto importante sappiate che è quella per provare il Crubik della Farmacia del Cambio, caffè e pasticceria che si è inventato questa particolare brioche a forma cubica. Tra le osterie tipiche torinesi, dette Piole, spiccano Le Antiche Sere, citata anche dalla Guida Michelin, e Le Putrelle nel quartiere di San Salvario.

Da Torino prendiamo la strada che porta al Castello di Rivoli, del quale si hanno notizie fin dal 1159 e che entrò a far parte dei domini sabaudi nel 1247, oggi sede di uno dei più importanti musei di arte contemporanea. Proseguiamo quindi per Avigliana, che i torinesi conoscono sia per il castello sia per i due laghi gemelli e proprio sulla sponda del lago grande andiamo a scoprire Casa Riva, dimora storica inserita in un parco e che dispone di un imbarcadero privato con accesso al lago. Essendo oggi un B&B “in riva al lago”, può rappresentare la soluzione ideale per prolungare il viaggio con un paio di giorni di relax in un ambiente incantevole e situato sulla via del borgo di Giaveno. Da qui facciamo ritorno verso Orbassano e raggiungiamo la Palazzina di caccia di Stupinigi, celebre residenza sabauda che rappresenta uno dei più interessanti esempi di architettura rococò. Nel 1919 le sale della Palazzina si sono trasformate in parte nella sede del Museo dell’Arredamento fino a diventare, nel corso del XX secolo, una delle maggiori attrazioni turistiche del torinese. Superiamo quindi il corso del Po, percorrendo la tangenziale, e prendiamo l’uscita in direzione Carmagnola ma prima di arrivare alla località del Conte della nota tragedia manzoniana ci fermiamo nei pressi di Villastellone per visitare Borgo Cornalese, complesso architettonico composto dalla settecentesca Villa dei Conti de Maistre, un grande parco di 16 ettari, un mulino del ’500, un antico borgo millenario composto da due corti agricole di oltre 11.000 metri quadri in fase di restauro e una bella chiesa in stile neoclassico; il complesso è comunemente utilizzato come location per produzioni cinematografiche. La tappa successiva è il Castello di Pralormo, le cui origini risalgono al Medioevo, poi trasformato in residenza nobiliare e tuttora abitato dai proprietari, i Conti Beraudo di Pralormo che lo posseggono dal 1680. Dagli anni Novanta, si occupano di esposizioni temporanee che permettono l’apertura al pubblico e quindi la fruizione del parco, delle pertinenze e del castello. Oltre alle visite, il Castello è location per eventi e cerimonie e dispone di cinque appartamenti per l’ospitalità.

Continuando a viaggiare intorno a Torino, arriviamo a Pessione dove si può visitare un luogo particolare perché in questa località ha sede la Martini, azienda di vermouth e liquori che qui ha realizzato la propria casa-museo, e poi proseguiamo verso Chieri, zona di produzione della Freisa di Chieri doc e sede dell’omonimo consorzio di tutela, ma anche storico polo produttivo del tessile con tanto di museo dedicato. Dopo aver visitato Chieri e i suoi monumenti, come il Duomo e l’Arco trionfale eretto nel 1580 in onore di Emanuele Filiberto di Savoia e poi oggetto di successivi interventi, ci spostiamo ad Arignano per approfondire la conoscenza di un altro antico maniero, il Castello delle Quattro Torri. Si tratta dell’unico castello in stile rinascimentale del Piemonte e forse di tutta l’Italia del Nord conservato senza avere mai subito alcuna trasformazione per aggiunte successive. Costruito tra il Quattrocento e il Seicento per volontà della famiglia Costa degli Albussani, è stato acquisito nel 1980 dalla famiglia Zucca che lo ha riportato all’antico splendore e oggi è abitazione privata, guest house e location per eventi e shooting, ma la proprietà lo apre periodicamente per visite guidate. Ci spostiamo poi su Baldissero Torinese per visitare il Castello di Pavarolo, citato già in un documento del 1047 e poi sottoposto a varie modifiche strutturali nel corso dei secoli, passato più volte di mano nella sua storia e oggi appartenente alla famiglia Zavattaro Ardizzi che qui vive stabilmente, vi organizza visite guidate e lo apre agli esterni come luogo di soggiorno e pernottamento con due suites e un appartamento a disposizione degli ospiti. Proseguendo nel viaggio arriviamo prima a Casalborgone, dove si trova un altro dei tanti castelli della zona, e poi a San Sebastiano da Po. Un po’ prima di entrare in paese, si trova un bivio che porta a Cascina Caccia, bene confiscato alle mafie dove oggi si produce il miele a marchio Libera Terra, e subito dopo al Castello di San Sebastiano, di origine medievale e poi ristrutturato nel 1761 in stile barocco, oggi utilizzato come location per eventi privati. Nel parco del castello è presente un giardino all’italiana con parterre di bossi e rose. Il nome di questa piccola località è noto ai golosi perché a San Sebastiano da Po si trova la pasticceria di un maestro di fama nazionale e internazionale come Fabrizio Galla, vincitore della coppa del mondo di pasticceria nel 2007 con la deliziosa torta Jessica.

Superando il Po all’altezza del Parco fluviale, arriviamo a Verolengo e poi a Chivasso, porta di accesso al Canavese, territorio che rappresenta la parte finale dell’itinerario prima di far rientro a Torino. Da vedere, in città, il Duomo e il castello del 1178, mentre per pranzo val la pena di provare la cucina tipica della Locanda del Sole o quella “atipica” di Giachino, entrambi nella centralissima via Roma. Il nome “Canavese” deriva dalla coltivazione della canapa, che contraddistingueva questo territorio compreso tra la valle del Po e la regione Valle d’Aosta, il cui centro principale è la città di Ivrea, che andremo a visitare non prima di aver fatto sosta ad altri due castelli. Il primo è il Castello di Barone Canavese, di origine settecentesca e di proprietà privata dal 1954, utilizzato prevalentemente per eventi culturali, mostre e convegni e occasionalmente come location per feste e cerimonie private, quando è anche possibile pernottare nelle camere collocate al primo piano. Ed è visitabile previa prenotazione. Il secondo è Villa Matilde, dimora patrizia con oltre trecento anni di storia, che opera stabilmente come hotel del gruppo Sina Hotels con parco secolare, piscina all’aperto, campo da tennis e palestra con sauna e bagno turco. Siamo quindi pronti per varcare le mura della città dove si svolge durante il carnevale la battaglia delle arance, la cui storia recente è legata all’epopea dell’Olivetti, che si può conoscere meglio visitando il Laboratorio Museo Tecnologic@mente e il Mam-Museo virtuale dell’architettura moderna. Nel 2018, Ivrea come città industriale del XX secolo con il suo insieme urbano e architettonico sono diventati patrimonio Unesco. Da visitare naturalmente il Duomo e l’immancabile Castello, mentre nei dintorni si può cambiare ambientazione effettuando il Giro dei Cinque Laghi della Serra d’Ivrea con i laghi Sirio, San Michele, Pistono, Cascinette e Nero. A pranzo o cena, è da provare la storica Osteria San Maurizio, nei pressi del Ponte Romano sulla Dora Baltea.

Sulla via del ritorno, visitiamo la nostra ultima dimora a San Giorgio Canavese e si tratta di una villa ottocentesca, Villa Malfatti, costruita dalla cantante lirica Teresa Belloc, musa ispiratrice di Rossini, e poi acquistata dal Barone Stefano Malfatti di Montetretto e parzialmente modificata. La dimora è utilizzata come location per eventi e cerimonie ma dispone anche di camere con arredi antichi per il pernottamento. Da qui a Torino mancano 35 chilometri, che possiamo rapidamente percorrere via autostrada o più lentamente lungo la provinciale per vedere qualche altro castello, come quello di Foglizzo o come i resti di quello di Volpiano.