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Da Napoli a Salerno, le dimore dei due golfi

Visitare la Campania, in particolare le bellezze offerte da un territorio come quello rappresentato dai golfi di Napoli e Salerno, è uno degli obiettivi di chiunque nel mondo abbia messo l’Italia come destinazione del proprio viaggio. Napoli, Capri, Ischia, Sorrento e la Costiera Amalfitana sono luoghi che non hanno certo bisogno di presentazioni… E anche per chi già vi è stato, questo itinerario può svelare non solo dei luoghi mai visti prima, ma anche una diversa modalità di viaggio: quella alla scoperta di dimore storiche visitabili e dove in molti casi si può anche scegliere di pernottare per dare alla propria vacanza un plus di storia, fascino e immersione nei segreti della dimora stessa. Partiamo naturalmente dal centro di Napoli, anzi dal Molo Beverello utilizzato come terminal per i traghetti verso le isole, e scegliamo Ischia come nostro primo obiettivo.

Nota anche come “Isola Verde”, dal colore del tufo locale, Ischia è un “pianeta” a parte, caratterizzato dalla presenza di tanti giardini termali tra cui spicca il Poseidon con le sue 22 piscine, da musei come quello archeologico di Pithecusae dove sono custoditi importanti reperti tra cui la celebre Coppa di Nestore, dal celebre giardino botanico La Mortella e da spiagge incantevoli. E poi c’è il castello che rappresenta l’immagine iconica dell’isola, prima dimora storica che andremo a scoprire nel nostro viaggio: si tratta del Castello Aragonese in località Ischia Ponte, aperta al pubblico per tutto l’anno ma non solo; al Castello è possibile soggiornare, cenare ed organizzare eventi speciali nei suoi spazi più belli. Il percorso della visita comprende tutti i principali ambienti del Castello, tra cui il famigerato Cimitero delle Monache dove scoprirete quale strana pratica fosse utilizzata per la sepoltura e quale dura prova dovessero affrontare le povere monache nel corso delle loro preghiere. Questo ricordo non offuscherà la bellezza del castello e dei panorami che regala dall’alto delle sue mura sull’azzurro mare dell’isola. Prima di lasciare Ischia proviamo il suo piatto più caratteristico, lo squisito coniglio all’ischitana diventato Presidio Slow Food, rosolato nella tradizionale padella di rame e poi ripassato in una pentola di terracotta, e lo facciamo alla Trattoria Il Focolare di Barano d’Ischia, dove all’ingresso troverete le foto di tanti personaggi famosi che hanno degustato il loro coniglio, tra cui Gérard Depardieu.

Riprendiamo il traghetto per fare ritorno a Napoli o in alternativa riprendiamo il percorso da Pozzuoli, che richiede un tempo di percorrenza più breve. C’è la possibilità di visitare la vicina Procida, isola di pescatori che nel 2022 è stata al centro della scena nazionale con il titolo di Capitale italiana della cultura. Sbarcati a Pozzuoli, prima di riprendere la strada per Napoli, c’è davvero tanto da vedere in questo territorio noto come Campi Flegrei, dai monumenti di Pozzuoli (Anfiteatro Flavio, il quarto più grande d’Italia; e poi il Tempio di Serapide, il Lago d’Averno, che Virgilio indicava nell’Eneide come porta d’ingresso dell’Inferno, l’Acropoli di Cuma dove viveva la Sibilla Cumana), alla splendida Bacoli, dalla città sommersa di Baia alla Piscina Mirabilis, fino alla romantica Casina Vanvitelliana nel mezzo del lago Fusaro. Da Pozzuoli prendiamo la tangenziale di Napoli fino a superare l’aeroporto di Capodichino e da qui ci dirigiamo verso l’hinterland dove a Caivano, lungo l’antica via Regia che collegava Napoli con la Reggia di Caserta, si erge Palazzo Capece, antica stazione di posta che fu rilevata attorno al 1800 dalla famiglia napoletana dei Capece, che oltre a conservare la struttura l’ha arricchita, principalmente grazie all’impegno di Pietro Capece, con una collezione di oggetti di pregio storico e artistico. Oggi Palazzo Capece, attualmente chiuso per ristrutturazione, è un museo a cielo aperto che ha il suo punto di forza nella Galleria dove sono esposte opere d’arte di ogni tipo, tra cui oltre 500 statue africane.
Torniamo a Napoli e fermiamoci in città per almeno due giorni, anche se per scoprire e soprattutto vivere l’unicità dell’antica capitale borbonica non basterebbe una settimana, e una buona parte di questa settimana andrebbe impiegata nello shopping di artigianato napoletano – immancabile la visita a San Gregorio Armeno per comprare le statuine del presepe dal maestro Marco Ferrigno, che attualizza i personaggi in base alle mode (pare che la più venduta del 2024 sia quella raffigurante il tennista Jannik Sinner) – e nella degustazione delle specialità gastronomiche come la pizza (Concettina ai Tre Santi nel quartiere Sanità e Diego Vitagliano in via Santa Lucia sono le più gettonate del momento, ma il panorama è ampio e cambia anno dopo anno), i fritti (La Padella al Vomero, Friggipizza a Fuorigrotta, Fiorenzano in centro storico…) e la pasticceria (Poppella con il suo fiocco di neve, Attanasio per la sfogliatella riccia e frolla…).

Da non perdere, nel corso del soggiorno napoletano, la città sotterranea, i tanti monumenti del centro storico, il Duomo e le altre splendide chiese, la Cappella Sansevero con la scultura capolavoro di Giuseppe Sanmartino Il Cristo Velato, il museo di Capodimonte, quello Archeologico Nazionale dove nel Gabinetto segreto dell’arte erotica sono raccolti gli elementi ritrovati a Pompei ed Ercolano. E poi, visto che la bellezza non è un’esclusiva del passato, prendete la metropolitana e ammirate alcune delle stazioni che hanno permesso a Napoli di vantare la metro più bella del mondo, come quella di via Toledo progettata dall’architetto catalano Óscar Tusquets Blanca.
La visita al Vesuvio con la salita fino al cratere del terribile vulcano è un altro must dell’esperienza partenopea: andateci di buon mattino, quando l’aria limpida permette di godere di un panorama che vi farà capire perché il golfo di Napoli sia considerato uno dei posti più belli del mondo. E alla base della montagna non si possono perdere le visite ai parchi archeologici di Pompei e di Ercolano, città distrutte dal Vesuvio nel corso dell’eruzione del 79 d.C. Nei dintorni, a Torre del Greco, ci fermiamo a visitare Villa de Cillis Carafa, dimora di charme alle pendici del Vesuvio dalla storia unica, perché fu uno dei luoghi di riferimento per la cultura nel corso dell’800 e di inizio ‘900, oggi adibita a struttura ricettiva e location per eventi: offre camere di diverso livello arredate con mobili d’epoca e una posizione strategica per scoprire, dal cuore del Parco Nazionale del Vesuvio, Napoli e i suoi dintorni. Tra le scoperte ci sarà quella del Castello Medioevale di Castellammare di Stabia, edificato dal Duca di Sorrento nel IX secolo per proteggere la Penisola Sorrentina, celebre per la monumentale scala in stile rinascimentale attraverso la quale si raggiungono il giardino con fontane, giochi d’acqua e peschiera, e il jardin d’hiver vista mare e Vesuvio che oggi viene utilizzato come location per eventi di gala, fino a 500 posti. Per chi invece volesse fissare la propria base operativa in posizione funzionale alla scoperta di Sorrento e della Costiera Amalfitana, la soluzione ideale è Masseria Astapiana Villa Giusso, antico monastero camaldolese sopra il borgo di Vico Equense, con sei camere arredate con autentici mobili dell’epoca e un piccolo appartamento indipendente, ideale per 4 persone, dove si possono anche degustare i prodotti dell’azienda agricola: qui si coltiva l’ulivo, si allevano mucche e animali da cortile e una parte importante della proprietà è destinata ai boschi di castagno e agli alberi della frutta antica.

Soggiornando a Villa Giusso, si possono raggiungere in tempo breve – traffico permettendo – le principali località sia del versante sorrentino sia di quello amalfitano, perché la dimora è lungo la strada che collega Positano, da cui dista soli 15 km. E oltre a Sorrento (da dove partono le imbarcazioni per Capri, altra escursione imprescindibile per scoprire l’isola più bella del mondo), Positano e Amalfi, che sono tra le destinazioni già sicuramente in programma di chi affronta questo viaggio, non dimentichiamo Ravello, con le sue chiese e le sue ville con affaccio spettacolare sulla Costiera (Villa Rufolo, Villa Cimbrone e la Terrazza dell’Infinito, Il museo del Corallo, il Belvedere della Principessa di Piemonte e la Chiesa di San Giovanni del Toro). Qui, sul palco di Villa Rufolo, si celebra il Ravello Festival, giunto nel 2024 alla 72.ma edizione. Esperienze gastronomiche in Costiera? Il fine dining di Gennaro Esposito alla Torre del Saracino e quello dalla famiglia Iaccarino di Don Alfonso 1890 a Massa Lubrense, ma anche la cucina del territorio con le specialità di Cetara che si possono degustare in piazza San Francesco ai ristoranti San Pietro o Al Convento, mentre per la pasticceria il riferimento più illustre è Sal De Riso, a capo di un vero e proprio impero che ha origine nel locale che si trova in via Roma a Minori ed è sempre il punto di riferimento del suo gruppo. E dopo aver superato Vietri sul Mare, città della ceramica tradizionale (da visitare la bottega del maestro artigiano Francesco Raimondi), già si vede il porto di Salerno, punto di arrivo del nostro viaggio, dove ci fermeremo una notte per approfondire la conoscenza del centro storico (con la cattedrale di San Matteo e le vie più caratteristiche, tra cui la celebre via dei Mercanti), del Castello di Arechi che domina la città, del suo bel lungomare e, infine, di una dimora storica, Villa Wenner, che si trova appena fuori città, in località Pellezzano, residenza fin dalla seconda metà dell’Ottocento della nota famiglia di imprenditori tessili Wenner e oggi utilizzata dalla nuova proprietà della famiglia Scarpa come location per soggiorni o eventi privati come eventi aziendali, compleanni, meeting e ricevimenti.