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Lombardia – Dal Garda all’Iseo, via Brescia e Franciacorta

Da un lago all’altro, attraversando non solo una città di grande importanza per la storia e per l’economia italiana come Brescia, ma anche una denominazione vinicola che si è imposta rapidamente sulla scena italiana e mondiale del metodo classico, tanto da diventare essa stessa un brand: Franciacorta. I due laghi, naturalmente, sono il Garda e l’Iseo. Questo itinerario inizia e finisce in provincia di Brescia, e ci svela tutto il bello di un territorio che è diventato destinazione turistica ormai consolidata proprio grazie alla sua offerta fondata – nonostante la presenza di un’industria di tipo pesante – sulla natura, sulla bellezza e sull’armonia, con il plus di una rete di servizi che è difficile trovare altrove in maniera così capillare. E in questo territorio non potevano mancare le dimore storiche, che sono parte integrante dell’offerta turistica perché sono esse stesse delle attrazioni e perché consentono sia le visite sia il pernottamento. Iniziamo dunque dal Garda Bresciano. Anzi, da un’isola sul Garda.

Isola Borghese, conosciuta come Isola del Garda, è raggiungibile da San Felice, sponda bresciana del lago, ed è stata abitata per quasi sei secoli dai frati francescani per poi passare attraverso diverse proprietà fino all’attuale della famiglia Cavazza. Il suo fascino è il frutto dell’architettura in stile neogotico veneziano (progetto del primo Novecento dell’architetto Luigi Rovelli), della location naturalmente, ma anche del giardino con piante locali, esotiche, essenze rare e fiori unici. L’isola è visitabile e il prezzo d’ingresso include il passaggio in barca da San Felice e ritorno, la visita guidata dei giardini e parte della villa e un drink di benvenuto. Per chi lo desidera, si può affittare la location per matrimoni ed eventi aziendali con possibilità aggiuntiva di catering.

Da San Felice, ci sarebbe la possibilità di visitare – è davvero a portata di mano – il bel centro storico, il Duomo e in particolare il lungolago di Salò, principale centro della sponda occidentale del Garda, e la vicina Gardone Riviera che è meta turistica grazie soprattutto al Vittoriale degli Italiani voluto da D’Annunzio e progettato dall’architetto Giancarlo Maroni con l’intento, commissionato dal poeta, di rappresentare la sua vita e le imprese compiute dai soldati italiani durante la prima guerra mondiale. Tuttavia, negli ultimi anni Gardone sta diventando sempre più meta di un altro tipo di turismo, quello gastronomico, grazie al fine dining espresso dalla cucina di Lido 84, il ristorante dei fratelli Camanini che oggi, nella valutazione di The World’s 50 Best Restaurant, è il primo ristorante italiano e il dodicesimo nella classifica mondiale. E per un’esperienza di massimo livello nell’hospitality si possono scegliere le ville di Eden Reserve, struttura situata in un punto panoramico a breve distanza dal Vittoriale che offre suites, private villas e una ristorazione di eccellenza. Scendiamo a questo punto verso Moniga per visitare un’eccellenza vitivinicola come Costaripa, la cantina del mago delle bollicine Mattia Vezzola, che con il suo metodo classico ha cambiato la storia del territorio della Valtènesi, e salutiamo il lago all’altezza di Padenghe per fare una sosta all’Abbazia di Maguzzano – da vedere la stanza dell’Abate, per capire come anche in Abbazia non mancassero delle “celle” preziose – e poi proseguire fino a Lonato dove troviamo la seconda dimora del nostro itinerario: La Casa del Podestà, antica sede del rappresentante della Repubblica Serenissima che qui governò per più di 350 anni, poi abbandonata e infine acquistata nel 1906 ad un’asta pubblica dall’avvocato e deputato liberale Ugo Da Como che restituì l’antica dignità all’edificio trasformandola in Casa-museo e oggi diventata location per eventi e cerimonie, ma anche aperta al pubblico per una “semplice” visita alla Casa-museo del Podestà e alla Biblioteca, alla Rocca e al Museo Civico Ornitologico.

Da Lonato proseguiamo dritti fino a Brescia, seconda città della Lombardia dopo Milano per numero di abitanti, che gode dell’appellativo di “Leonessa d’Italia” conquistato in epoca risorgimentale. E qui ci dobbiamo fermare almeno un giorno perché le cose da vedere sono tante. A Brescia troviamo il Castello della città, che si erge sul colle Cidneo a ridosso del centro storico. Piazza della Loggia, di impronta veneziana, oggi diventata anche luogo della memoria per la strage del 1974; piazza Paolo VI, nota come Piazza delle due cattedrali perché accoglie la Cattedrale Estiva di Santa Maria Assunta (Duomo Nuovo) e la Cattedrale Invernale di Santa Maria Assunta (Duomo Vecchio); il Museo di Santa Giulia, allestito in un complesso monastico di origine longobarda e patrimonio Unesco. Ma a Brescia troviamo anche le creazioni del più importante pasticcere della storia d’Italia, Iginio Massari, che qui ha la sua base operativa nella Pasticceria Veneto inaugurata nell’ormai lontano 1971. Per pranzare in città, c’è la trattoria di alto livello L’Osteria della zia Gabri, ma anche l’Antico Beccaria, attività storica riconosciuta da Regione Lombardia.

È tempo di uscire dalla città per affrontare il percorso che porta al lago d’Iseo attraversando la Franciacorta. Noi lo abbiamo provato in modalità particolare, affittando una bicicletta in zona stazione ferroviaria per “sfruttare” la straordinaria rete di piste ciclabili presenti in zona, scelta che ci ha consentito di affrontare il viaggio in maniera slow e con totale accessibilità alle cantine presenti nella denominazione bresciana. A proposito di vino e vigne, non dimenticate prima di lasciare Brescia di visitare il Vigneto Pusterla, praticamente confinante con il castello, noto per essere il vigneto urbano più grande d’Europa e oggi gestito dalla cantina franciacortina Monte Rossa.

Prima del viaggio, un paio di informazioni di base. Cosa significa Franciacorta, e che c’entra la Francia con la più famosa denominazione bresciana? Risposta secca: non c’entra proprio niente. L’origine del nome deriva dalla presenza in epoca medievale di monasteri cluniacensi e cistercensi che divennero talmente potenti da ottenere l’esenzione dal pagamento del dazio: erano le cosiddette “corti franche”, da cui derivò il nome del territorio. E poi: da quando si fa vino in Franciacorta? Da sempre, ma la nascita ufficiale della produzione di bollicine metodo classico viene identificata nel 1961, anno in cui il conte Guido Berlucchi e il giovane enologo Franco Ziliani concretizzano il sogno di fare in Franciacorta un vino come lo si faceva in Champagne e nasce così la prima annata di “Pinot di Franciacorta”, la cui bottiglia è gelosamente custodita nelle cantine dell’azienda che porta il nome del suo fondatore ovvero la Guido Berlucchi, oggi di proprietà degli eredi di Ziliani.

Ora siamo pronti per viaggiare lungo le ciclabili in direzione Gussago, primo comune della Franciacorta che si incontra provenendo da Brescia, da dove proseguiamo per l’Abbazia Benedettina di San Nicola a Rodengo, visitabile e tuttora abitata da monaci olivetani, e infine Camignone di Passirano dove c’è la nostra dimora storica da visitare ed è anche la sede di una cantina franciacortina molto nota agli appassionati di bollicine: si tratta di Borgo Mosnel e comprende tre palazzi dei secoli XVI e XVII, tra i quali c’è la villa principale, residenza della famiglia Barboglio, ora Barzanò, la cui facciata è rappresentata nel logo dell’azienda Mosnel. Il borgo comprende un agriturismo e lo spazio di accoglienza aziendale. Qui infatti si possono visitare la cantina, il borgo e il parco della villa con le sue secolari piante; e a seguire degustare i vini di Mosnel in accompagnamento a specialità del territorio.

Da Mosnel scendiamo verso il centro di Passirano per visitare un’altra dimora storica che si trova in località Bornato ed è il Castello di Bornato, rarissimo esempio di villa rinascimentale costruita all’interno di un castello medioevale, dal 1930 proprietà della famiglia Orlando che vi abita e condivide con gli ospiti la magia di queste mura. Il castello è aperto al pubblico per visite guidate che si concludono con la degustazione dei vini di Franciacorta di produzione dell’azienda agricola del castello. Inoltre, la cascina del 1200 a ridosso delle mura del castello e affacciata sui vigneti è stata ristrutturata e ospita diversi appartamenti.

Da Bornato proseguiamo verso sud e passiamo la “barriera” dell’A4 che attraversa la Franciacorta per arrivare a Rovato, dove visitiamo Castello Quistini, conosciuto anche come Palazzo Porcellaga, dal cognome del nobile che nel 1560 lo fece costruire come residenza fortificata sostitutiva del Castello di Rovato. Alcune sale del castello sono visitabili, tra queste la Sala Grottesca e il Salone che, con i suoi 150 mq di ampiezza, rappresenta la sala ad unica campata più grande della Franciacorta. I giardini sono invece visitabili nei mesi di maggio e giugno.

A questo punto risaliamo oltre l’asse autostradale e arriviamo a Erbusco, sede del Consorzio di tutela del Franciacorta Docg, per visitare Palazzo Milesi. Si tratta di una villa signorile del Seicento con vigneto di proprietà e con le storiche cantine in cui la famiglia Milesi ha prodotto e conservato nelle generazioni il proprio Franciacorta brut. La villa, con tanto di piscina, è vissuta ancora periodicamente dagli originari proprietari, ma quando non sono presenti è disponibile per soggiorni di vacanza (non inferiori ad una settimana) e di business (non inferiori a tre notti).

Da Erbusco pedaliamo verso la località di Nigoline Bonomelli, nel cui centro si trova Palazzo Monti della Corte, proprietà D’Ansembourg, che offre la possibilità di immergersi nel sublime giardino all’inglese che, insieme all’adiacente atrio in pietra di Sarnico, crea un’atmosfera intima e raffinata. I suoi spazi vengono affittati in esclusiva per eventi e ricevimenti fino a un massimo di 130 persone.

Dopo questa visita, non resta che proseguire per Borgonato. Qui si possono visitare le cantine della Guido Berlucchi dove è custodita la prima bottiglia di metodo classico Franciacorta del 1961, e poi ci si sposta verso la Riserva naturale Torbiere del Sebino, che è la zona umida più significativa per estensione (360 ettari) e importanza ecologica della provincia di Brescia, da dove si arriva tramite un percorso dedicato a biciclette e pedoni a vedere il lago d’Iseo, raggiungendo proprio la località principale ovvero Iseo che nel 2016, grazie all’installazione dell’artista bulgaro Christo, consistente in una serie di pontili galleggianti che collegavano i vari punti del lago, richiamò un milione e mezzo di persone. Ora Iseo è sicuramente più tranquilla, e rappresenta la degna conclusione del nostro itinerario.